In Sardegna, tra terra e mare sul Cammino di Santa Barbara

Verso la Laveria Lamarmora (Nebida - Iglesias)
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Il Cammino Minerario di Santa Barbara

Cinquecento chilometri, trenta tappe: passo dopo passo, il Cammino di Santa Barbara ripercorre ottomila anni di storia, tra mare, dune e antiche miniere. Un itinerario intriso di spiritualità per rievocare il passato industriale della Sardegna di Sud Ovest dove, per decenni, sono state attive le miniere più produttive di Europa. Oggi, laverie, pozzi, antichi porti, tunnel, capolvori di archeologia industriale arrugginite dalla salsedine e dal maestrale sono importanti pagine di storia di questo bacino metallifero di piombo e zinco.

Il percorso ad anello si sviluppa nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna attraverso il Sulcis, tra le rocce calcaree dolomitiche più antiche d’Italia. Parte da Iglesias, città medievale, ricca di storia fenicia, punica e romana e si snoda lungo le piste e i sentieri battuti dai minatori , dal Neolitico al Novecento. Fil rouge devozionale è il culto di santa Barbara, protettrice dei minatori le cui chiese punteggiano questo splendido cammino storico e naturalistico. È tra i più belli d’Italia tanto da aver conquistato il primo posto nella classifica della community Cammini d’Italia, a cui Terre di Mezzo ha dedicato una guida (ora in seconda edizione). S’intitola proprio Il Cammino minerario di Santa Barbara ed è e accuratamente raccontata dal fondatore del Cammino, il geologo Giampiero Pinna.

In questo viaggio lento tra fede, natura e storia, si va lungo la costa da Nebida a Piscinas, un succedersi di baie, fiordi, scogliere e spiagge, passando per Masua, le gallerie di Porto Flavia che sbucano a picco sul mare dalla falesia. Poi si prosegue per Buggerru, la piccola Parigi (da 500 abitanti intorno al 1860, arrivò a cinquemila nel Novecento e fu il primo paese della Sardegna ad avere corrente elettrica, teatri, caffè), per passare alla piana di Fluminimaggiore, i graniti di Capo Pecora e, infine, alle scenografiche dune sotto i monti dell’Arcuentu: il mare tocca il deserto di sabbia dorata di Scivu e Piscinas e il vento piega ginepri e lentischi.

Ogni tappa è una sorpresa, la seconda, ad esempio, va da Nebida a Masua e riserva la visita alla Laveria Lamarmora sulla scogliera: molto scenografica. Poco distante il Pan di Zucchero, il faraglione più fotografato della costa, è un monolite bianco che si erge dalle acque a poca distanza dalla costa. Nel terzo tratto del cammino, invece, da Masua a Buggerru, si percorre il sentiero Miniere nel Blu che conduce all’insenatura di Canal Grande; qui le strutture stratificate delle arenarie e delle dolomie riportano a 550 milioni di anni fa. A Masua Warung Beach Club è il posto dove fermarsi per una giornata di mare e un’ottima cena sulla spiaggia: specialità il tonno rosso in più varianti.

Nella classifica delle spiagge imperdibili ci sono anche quelle di Scivu (lunga tre chilometri, segna l’inizio della Costa Verde) e di Piscinas, il deserto sul mare. Nell’entroterra non può mancare una visita al complesso minerario di Montevecchio che iniziò l’attività di estrazione nel 1848 grazie all’imprenditore sassarese Giovanni Antonio Sanna. Le escursioni prevedono anche interessanti tour guidati in fuoristrada organizzati dalla Cooperativa Lugori (070.973173; 338.4592082).

Alternando il paesaggio costiero ai passaggi nelle pianure e sui rilievi dell’entroterra, si cammina per il 75% del percorso su sentieri, mulattiere, carrarecce e strade carrabili sterrate, mentre il restante 25% è costituito dalle strade lastricate dei centri urbani e da brevi tratti extraurbani con fondo in asfalto. Il percorso è molto nervoso, con continui dislivelli e un range altimetrico che va dal livello del mare ai 900 metri di altezza durante il passaggio nel sistema montuoso del Marganai. Si può fare tutto l’anno, anche in estate, a patto che si parta all’alba in modo da raggiungere la meta prima delle ore più calde della giornata. E per dormire ci sono hotel, b&b e posadas (che in sardo significa albergo), ossia strutture ricettive per gli escursionisti nei vecchi villaggi minerari abbandonati che ora sono diventate ottime strutture d’accoglienza in linea con quelle di Santiago o della via Francigena.

(www.camminominerariodisantabarbara.org)
Foto: Associazione del Cammino di Santa Barbara



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