Viaggio di istruzione verso la legalità

Chi di noi non porta nel cuore la gita delle superiori? Le notti passate a fare baldoria nelle camere e poi gli occhiali da sole per coprire le occhiaie di mattina quando non sarebbe bastata una gru per alzarci. Eppure, a distanza di anni, oltre a questo e alle puntuali ramanzine dei professori, magari ci ricordiamo di cose a cui sembravamo non aver dato attenzione o che ci avevano fatto sbuffare tanto: come ad esempio le ore in autobus per arrivare su una montagna a vedere quelli che allora ci sembravano solo cocci della Seconda Guerra Mondiale.

Quando è così, quando dei luoghi visitati e delle persone incontrate qualcosa ti resta, anche distanza di vent’anni, più che gite sono “viaggi di istruzione“. Viaggi fatti con la scuola per stimolare la curiosità e le riflessioni dei ragazzi.

Dopo aver passato tre giorni intensi ma indimenticabili possiamo dire che ci sono tante cose che ci mancheranno: il buon cibo napoletano, le battute di Luigi, le notti in bianco, i materassi e i cuscini dell’albergo…no, questi ultimi due non ci mancheranno più di tanto. Comunque, ci siamo portati a casa molto di più di una pancia piena di babà e qualche souvenir. I mille rumori, i suoni e gli odori che rendono Napoli unica; dal Palazzo Reale all’ edificio più degradato della città e molto altro…tutto ciò rimarrà nei nostri cuori per sempre. Questo viaggio purtroppo è finito, ma tutti noi speriamo che sia solo l’inizio di una serie di esperienze che faremo insieme!

Queste righe, fanno parte di un diario di bordo che ci arriva da un istituto superiore di San Lazzaro di Savena, nel bolognese. Quattro classi III° superiori con cui noi di ViaggieMiraggi abbiamo trascorso tre giorni molto intensi per un viaggio verso la legalità.

Grazie anche alla sensibilità della loro prof d’italiano, la professoressa Catucci, abbiamo costruito un percorso che ha messo al centro le persone, piuttosto che i monumenti. Una Napoli spiegata ai ragazzi dai ragazzi

E così il rione Sanità e la sua storia millenaria che arriva fino al paleocristianesimo è stata affidata al racconto de la Paranza: una cooperativa di giovani che, dalla valorizzazione di bellezze abbandonate e nascoste del proprio quartiere, è riuscita a creare lavoro.

Poi ci siamo spostati in periferia, nella zona orientale di Napoli, per seguire la “mappa emotiva” creata dai ragazzi del quartiere San Giovanni a Teduccio con i Maestri di Strada. La mattinata è così trascorsa tra il cosidetto Bronx, il murales di Maradona firmato da Jorith Agoch, la spiaggia dal mare negato e il cibo delle mamme Matrioske.

Dalle periferie di Napoli a quelle del Casertano, nella ex villetta di Pupetta Maresca. Dove partivano ordini di morte della camorra, ora c’è una casa in cui si realizzano sogni: quelli di donne napoletane e africane che hanno creato una sartoria e una linea di abiti che unisce l’esplosione di colori delle stoffe africane allo stile italiano.

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