Weekend in Emilia Romagna sulle orme del Guercino: un tuffo nell’arte (e nel gusto)

“A Cento il nome del Guercino è sacro, sulla bocca dei piccoli come dei grandi” scriveva Goethe nel Viaggio in Italia del 1786. Giovanni F. Barbieri, detto il Guercino (1591-1666) per il suo strabismo, è stato uno dei maggiori protagonisti della pittura emiliana del ‘600, conteso dall’aristocrazia ecclesiastica anche nella Roma Barocca.

E il maggior numero delle sue opere si possono di nuovo ammirare a Cento, la sua cittadina natia, dove ha appena riaperto, dopo i danni subiti del terremoto del 2012 e un investimento di quattro milioni di euro, la Civica Pinacoteca il Guercino che dedica ben due piani al Maestro.

Guercino in Emilia Romagna, luoghi e soste

Con un percorso cronologico, focus sul tessuto storico e culturale della cittadina nel ‘600. Poi l’esposizione di sedici pale d’altare e quadri, venti affreschi staccati e undici disegni di Guercino, capolavori come La Cattedra di San Pietro, il Cristo risorto che appare alla Madre, la Madonna con Bambino benedicente. E opere di artisti della sua bottega e altri grandi nomi quali Guido Reni e Ludovico Carracci.

 

Guercino
Il “Cristo risorto che appare alla Madre” e la “Madonna con Bambino benedicente”: due capolavori del Guercino

Guercino diffuso, itinerario tra i capolavori

La riapertura della Pinacoteca ha dato l’avvio a Guercino Diffuso, una sorta di “censimento” della sua presenza artistica in Emilia-Romagna, creando itinerari permanenti tra opere e luoghi legati alla vita del pittore in tutta la Regione (qui il link). C’è la spettacolare cupola del Duomo di Piacenza affrescata dall’artista (1626-1627) che si ammira quasi da vicino con una salita (50’) tra camminamenti e scale a chiocciola fino a 27 metri di altezza (solo visite guidate: vedi qui).

Poi c’è, fra Canaletto, Beato Angelico, Leonardo e Van Dick, il superbo olio su tela di Guercino, Susanna e i vecchioni, ispirato a un episodio degli Apocrifi del Vecchio Testamento nella Galleria Nazionale della Pilotta a Parma.

Tutte le informazioni su luoghi, prenotazioni di tour individuali o guidati da esperti a questo indirizzo.

L’artista è anche un “pretesto” per un breve viaggio in luoghi emiliani noti e altri più in sordina, ma ricchi di sorprese e tesori inaspettati che vanno oltre Guercino.

DOVE ha selezionato alcune destinazioni. A partire da Bologna.

Guercino a Bologna

Inseguire Guercino a Bologna è una vera maratona fra musei celebrati come quello Medievale o Palazzo Pepoli, ma anche in luoghi decisamente meno noti eppure preziosi. A partire dall’Oratorio di San Rocco in Via Calari 4/2, caro ai melomani perché sede di concerti e del Circolo della Musica, ma anche galleria di affreschi della bottega di Carracci dove si ammira, dopo recenti restauri, San Rocco gettato in carcere (1618) di Guercino.

O Palazzo Sampieri Talon del XV secolo in Strada Maggiore 24, con il magnifico Ercole e Anteo.

 

L’affresco del Guercino “Ercole e Anteo” (Archivio Fotografico Direzione Musei Emilia-Romagna)

Dove mangiare e dormire a Bologna

Solo piatti storici e della tradizione alla  Trattoria Collegio di Spagna. Dai tortelloni burro e salvia, alla cotoletta alla bolognese, la cui ricetta è depositata alla Camera di Commercio: carne panata, fritta, ricoperta da una fetta di prosciutto crudo e scaglie di parmigiano, poi ripassata in padella con brodo.  Per dormire, Al Cappello Rosso, art hotel vicino alla Basilica di San Petronio (phihotelbologna.com; doppia b&b da 126 a 280 €)

Guercino a Reggio Emilia

Nel 1624 il Consiglio degli Anziani di Reggio Emilia commissionò un’opera al Guercino, pagandola 500 ducatoni d’argento, a cui aggiunsero una collana d’oro benefit per il clamoroso capolavoro creato dall’artista: la celebre Crocifissione, gigantesca pala d’altare che oggi si ammira nella  Basilica della Beata Vergine della Ghiara.

Altro step, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, duomo romanico millenario dove è intitolata all’Assunzione anche l’opera del Guercino (1626) nella Cappella Fiordibelli. In questa chiesa l’arte classica convive con quella contemporanea: ci sono la Cattedra di Iannis Kounellis realizzata con assi in legno del ‘400, il cero azzurro dello scultore Ettore Spalletti che ha sempre amato il blu, l’altare di Claudio Parmiggiani, legato all’arte concettuale e all’arte povera che lo ha realizzato con marmi di epoca romana. Già perché Reggio è una città votata al contemporaneo come dimostra la Collezione di Arte contemporanea Maramotti, nell’ex stabilimento Max Mara: dalla Pop Art all’Arte Povera, centinaia di opere dal ’45 a oggi, Basquiat, Francis Bacon, Sandro Chia, Fontana, Kounellis, Palladino, Pistoletto.

Reggio Emilia vanta il più vasto polo di Street Art in Europa, il Parco Innovazione, nelle Ex Officine Meccaniche Reggiane, ma i murales si sono estesi in altre aree della città. Per un itinerario a tema cliccare su: reggianeurbangallery.it.

Sono innumerevoli i luoghi di arte e cultura a Reggio Emilia, dai rinascimentali Chiostri di San Pietro a quelli di San Domenico del ‘500, sede di mostre come Palazzo Magnani. Da scoprire con i tour guidati di reggioemiliawelcome.it  C’è anche un sito di itinerari per chi ha difficoltà motorie.

Dove Mangiare a Reggio Emilia

E’ un vero viaggio nella norcineria emiliana (e non solo) la Salumeria San Prospero, negozio con tavoli dove ordinare, di rigore, i taglieri di formaggi e salumi di piccoli produttori, abbinati a vini locali (prezzo medio, 20 €). Pasta fresca preparata dalle mitiche sfogline al Ristorante Canossa, rinomato per il carrello dei bolliti (ristorantecanossa.com, prezzo medio: 35-40 €). Altra tappa d’obbligo la Cremeria Capolinea, che Gambero Rosso ha premiato come una delle migliori gelaterie d’Italia (cremeriacapolinea.com).

Dove dormire a Reggio Emilia

L’Hotel Posta  vanta 500 anni di storia. Con un caffè arredato con gli interni della ex pasticceria Nazzani (da 127 €). E’ un pezzo di storia, ma con interni contemporanei anche lalocandalaconcia.it ex filatoio e poi convento (da 170 €).

 

La rocca malatestiana di Cesena

Guercino a Cesena

L’anno scorso, dopo un lungo restauro (e lotta contro i tarli) è tornato San Francesco che riceve le stigmate di Guercino, nel Convento dei Cappuccini, sul colle che domina Cesena. Occasione per scoprire i tesori di questa cittadina, dalla Rocca Malatestiana con le sue mura e i camminamenti che stupirono anche Leonardo da Vinci per la loro possenza, sede di eventi culturali e concerti organizzati da jazzlife.it. Un gioiello che si scopre solo con tour guidati, da prenotare anche on line: qui.

E poi c’è un patrimonio nel Registro della Memoria del Mondo Unesco, la quattrocentesca Biblioteca Malatestiana fondata dai Francescani. E’ la più antica d’Europa e unico esempio di biblioteca medievale intatta anche negli arredi con 350 mila volumi, codici miniati, incunaboli.

 

La Biblioteca Malatestiana di Cesena

 

La curiosità a Cesena

E’ il museomusicalia.it a Cesena, insolito perché dedicato agli strumenti meccanici. Sette stanze piene di sorprese, dalla riproduzione del tamburo da guerra di Leonardo da Vinci, alle sedie musicali di un salotto ottocentesco, ai quadri animati con carillon.

Dove mangiare a Cesena

E’ un pastificio artigianale con tavoli dove mangiare e dove far spesa di tagliatelle, cappelletti, passatelli: brodinopastificio.com

 

Uno scorcio del borgo di Brisighella, in provincia di Ravenna
Uno scorcio del borgo di Brisighella, in provincia di Ravenna

 

Brisighella

Brisighella merita tutti i suoi riconoscimenti: è uno dei Borghi più Belli d’Italia, Borgo Arancione del Touring Club Italiano, e cuore del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, appena riconosciuto Patrimonio Naturale Unesco, per i suoi paesaggi lunari, meta di passeggiate, pedalate e Nordic Walking. E’ una meraviglia medievale questo paese dominato da tre colli, da una Torre del ‘200, una Rocca del ‘300 e il Santuario di Monticino del ‘600.

C’è una strada coperta e sopraelevata, la Via degli Asini, unica al mondo, nel passato rifugio dei somarelli che trasportavano il gesso estratto dai vicini Calanchi.

 

La Via degli Asini a Brisighella, in provincia di Ravenna 

 

Brisighella vale da sola un fine settimana, indipendentemente da Guercino, che è presente nella Collegiata di San Michele Arcangelo con San Francesco e San Ludovico in Adorazione, dipinto del 1618.

La chiesa conserva anche L’Adorazione dei Magi, un capolavoro di Marco Palmezzano (1459-1539) considerato uno dei maggiori esponenti del Rinascimento emiliano.

Il borgo è una meta di buongustai per il carciofo moretto, nell’Arca del Gusto di Slow  Food (arca-del-gusto-slow-food/carciofo-moretto-di-brisighella) che cresce solo qui grazie al terreno argilloso dei Calanchi e va assaggiato crudo con l’olio dop, altro tesoro locale.

Da comprare anche in vasetti sott’olio nel negozio terradibrisighella.it che organizza anche tour fra gli uliveti e degustazioni di olio.

Dove mangiare e dormire a Brisighella

Santificata dall’Accademia Italiana della Cucina per la fedeltà alla gastronomia tradizionale, l’Osteria di Guercinoro, è proprio sotto la Via degli Asini. Taglieri, carne alla brace e pasta di sfoglia tirata a mattarello (p.zza Marconi 7, tel.0546.80464; prezzo medio 35 €). Per la notte, l’hotel modus-vivendi.it è vicino alla stazione e ha una bella spa (da 90 €).

 

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