Tortona Solari: viaggio nel quartiere (e nella storia) di Milano

Ci sono quartieri che, più e meglio di altri, sanno raccontare la storia di una città. È il caso di Tortona Solari, noto anche come zona Tortona, o quartiere Solari o Savona-Tortona, e la città in questione è Milano.

Tanti nomi per indicare quell’area sorta intorno alla stazione di Porta Genova, verso la fine dell’Ottocento. Un territorio che un tempo era fuori dalle porte della città. E che oggi, al contrario, riassume in sé un secolo e mezzo di storia meneghina e, anzi, ne rappresenta in modo esemplare l’evoluzione urbanistica, i mutamenti radicali e i cambiamenti sociali che l’hanno attraversata nell’ultimo secolo, “paradigma dell’identità contemporanea di Milano”.

Il libro Tortona Solari. Milano in un quartiere di Roberto Monelli (Mursia, 243 pp., 18 €), che lo esplora e lo racconta passo dopo passo, è un viaggio affascinante attraverso tre significative epoche della storia più recente del capoluogo lombardo.

La copertina del libro Tortona Solari. Milano in un Quartiere di Roberto Monelli (Mursia editore)
La copertina del libro Tortona Solari. Milano in un quartiere di Roberto Monelli (Mursia editore)

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Tortona Solari: l’età industriale

La prima epoca è quella della città industriale, dei capannoni, degli opifici, delle case degli operai, dei luoghi d’incontro del dopo lavoro. E della ferrovia che a poco a poco sostituisce i navigli come via privilegiata di scambi e commerci.

Tortona Solari: il design, il Fuorisalone e la moda

La seconda epoca è quella della città post-industriale, che piano piano trasforma quei luoghi della produzione di manufatti in centri di produzione di idee, creatività, linguaggi, immagini e simboli. Per dirla in modo un po’ sbrigativo, è l’epoca della “Milano da bere”.

La definizione semplificatoria, tuttavia, con quel tono derisorio che ha assunto nel tempo, non rende giustizia.

Quella a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e lo scorcio del millennio è una metropoli che si trasforma rapidamente in città di respiro europeo, che diventa capitale del design contemporaneo, anche se la produzione fisica degli oggetti e dei manufatti, oggi conservati nei musei più importanti del mondo, si sposta fuori dai confini urbani.

Non a caso nasce proprio qui, in zona Tortona, il Fuorisalone: quell’insieme di eventi espositivi e di vetrine per il design più innovativo e sperimentale, che finirà col conquistarsi la ribalta più prestigiosa in occasione all’appuntamento annuale del Salone del Mobile.

In quegli stessi anni (e sarebbe un torto non ricordarlo), Milano diventa anche uno dei centri planetari della moda, quindi dei linguaggi più autenticamente contemporanei, a guardar bene, tutt’altro che effimeri. Una città che si concede all’“edonismo reaganiano” (ricordate? Così veniva definito…) senza dimenticare la sua vocazione al saper-fare e l’attitudine al saper-fare-bene.

Tortona Solari: I nuovi luoghi della cultura

Infine – e arriviamo agli anni più recenti – ecco l’ennesima trasformazione: la creazione e molto più spesso la riconversione di grandi spazi dell’industria in luoghi della cultura contemporanea, anzi delle culture tout court: il Mudec, l’Armani/Silos, i Laboratori del Teatro alla Scala, lo Spazio Base

La scala all'interno del Mudec, il Museo delle Culture in via Tortona
La scala all’interno del Mudec, il Museo delle Culture, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)

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Tortona Solari: a spasso con l’architetto

Roberto Monelli, classe 1957, è forte della sua esperienza di guida sui generis e accompagnatore tra le strade del quartiere, dei numerosi tour compiuti in giro tra antichi edifici, capannoni industriali trasformati in spazi espositivi o musei, vecchie botteghe storiche e nuovi indirizzi della Milano contemporanea, realizzati con l’associazione Museolab6 (di cui è uno dei fondatori).

Nel libro conduce il lettore lungo un percorso, spesso non lineare (è la sua forza) che parte dalla seconda metà del XIX secolo e arriva ai giorni nostri, anzi li supera, proiettandosi nel racconto di un futuro prossimo, ennesima evoluzione attesa del quartiere.

Lo fa con il rigore dell’architetto (quale è), con la precisione quasi entomologica del giornalista d’un tempo, che non trascura il minimo dettaglio, consapevole del senso e dell’importanza del particolare. E con la passione del cittadino, che vive e abita i luoghi, che ci è cresciuto e che li conosce, prima con il cuore che con la ragione.

“Quando con l’associazione abbiamo cominciato a organizzare passeggiate nel quartiere, ci siamo accorti che c’erano storie interessanti e poco conosciute che meritavano di essere raccolte”, scrive Monelli. E viene da aggiungere: che meritavano di essere salvate dall’inesorabile oblio del tempo.

Un interno dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)
Un interno dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)

I luoghi del quartiere Tortona Solari

Così, ecco scorrere sotto i nostri occhi luoghi e nomi familiari, che trovano qui la loro collocazione topografica: la stazione di Porta Genova, la Ferro-China Bisleri, i capannoni della Ansaldo, le porcellane e i sanitari della Richard-Ginori, le auto Bugatti che venivano costruite proprio in via Tortona nella fabbrica di Ettore Bugatti, le turbine idrauliche della Riva Calzoni, la Osram, Vibram… (gioco suggerito: consultare alla fine del libro l’indice dei nomi e delle attività e scoprire quelli conosciuti).

Sono brand (come si dice oggi), marchi di fabbrica (come si chiamavano un tempo), che hanno lasciato un segno nella storia non solo della città, ma dell’Italia tutta.

Nomi che, passeggiando lentamente tra strade e vicoli, di quel tempo riportano ancora alla memoria profumi, colori, sapori, rumori, in qualche caso emozioni. Come il quartiere operaio modello progettato dalla Società Umanitaria per dare una casa dignitosa ai lavoratori, dove un cartello ricordava, nel 1910, che “le biciclette e i cavalli devono essere condotti a mano”.

Il giardino all'interno dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)
Il giardino all’interno dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)

E poi gli eventi della moda, le top model e fotografi di grido, i locali per aperitivi, i nuovi alberghi…

Meglio fermarsi qui: sarebbe un peccato spoilerare tutte le trame e le storie che si intrecciano tra la stazione, la circonvallazione e il dedalo di strade pubbliche e private di questo quartiere che, anche nelle voci di chi lo abita e ne conserva la memoria (osti, artigiani, semplici residenti), ha ancora molto da narrare al viandante di oggi. E a quello di domani.

L'ingresso dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)
L’ingresso dello spazio BASE, in via Tortona (foto di Giovanni Tagini/DOVE)

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