Roma insolita: luoghi particolari e fuori dagli schemi da vedere nella capitale

Ci vorrebbe una vita intera per conoscere tutte le meraviglie della Città Eterna, ma a volte il suo fascino è nascosto, anche agli occhi degli stessi romani. Oltre la Fontana di Trevi, il Colosseo e i monumenti più celebrati, nella capitale si possono scoprire molti luoghi insoliti e segreti. Ecco le cose da vedere a Roma particolari e fuori dagli schemi. 

Cose da vedere a Roma particolari e fuori dagli schemi

Piccoli musei, cimiteri, affreschi e calchi in gesso, orologi ad acqua. E ancora “madonnelle” e giardini giapponesi: luoghi e tesori segreti per un tour nella capitale fuori dai soliti giri. Tra arte, architettura e curiosità.

Il Cimitero Acattolico

Prima di essere sepolto qui, vicino all’amico John Keats, il poeta Percy Bysshe Shelley scrisse: “Potrebbe far innamorare qualcuno della morte, pensare di essere seppelliti in un posto così dolce”.

Aperto fra Settecento e Ottocento all’ombra della Piramide Cestia, nel quartiere Testaccio, il Cimitero Acattolico dà spazio a chi, per motivi religiosi o politici, non desidera la sepoltura cattolica, compresi gli atei come Antonio Gramsci o Andrea Camilleri.

La statua dell’Angelo del dolore è la più fotografata: realizzata dallo scultore statunitense William Wetmore Story alla morte della moglie, è la rappresentazione della sofferenza (info: cemeteryrome.it).

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Museo e Cripta dei Cappuccini

Museo e Cripta dei Cappuccini Roma
Foto museoecriptacappuccini.it

Metro Barberini: davanti c’è la chiesa dei Cappuccini, dove si ammira la tela del San Michele Arcangelo di Guido Reni. Ma è la Cripta attigua la protagonista. Un vero e proprio viaggio nel macabro, a cui si arriva passando dal Museo, che ripercorre la storia dell’ordine monastico istituito da San Francesco e custodisce una tela del Caravaggio dedicata al Santo.

Poi si visita la Cripta, un corridoio lungo 30 metri, suddiviso in cinque ambienti, in cui i resti di circa 3.700 defunti, per lo più frati cappuccini vissuti nel convento fra il XVI e il XIX secolo, furono usati per comporre motivi che rivestono le pareti (info: museoecriptacappuccini.it).

Il Museo delle anime del Purgatorio

A un passo dal Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione, c’è la chiesa neogotica del Sacro Cuore del Suffragio, del 1917. L’estetica è singolare, ma il motivo per visitarla è il Museo delle anime del Purgatorio, una raccolta di documenti che proverebbero l’esistenza del Purgatorio stesso.

Sono impronte di mani su vesti, libri e oggetti, accompagnate dalla loro storia eccezionale. Il tutto conservato dal missionario marsigliese Victor Jouët, che iniziò la collezione dopo aver assistito a un evento miracoloso (Lungotevere Prati 12, info: 06.68.80.65.17).

La Basilica di San Clemente

Basilica di San Clemente Roma
Foto basilicasanclemente.com

Non deve ingannare la modesta facciata barocca: basta entrare nella basilica di San Clemente, a due passi dal Colosseo, per compiere un viaggio a ritroso nei secoli.

Si parte dalla chiesa superiore, con il pavimento cosmatesco e i mosaici dorati del XII secolo, si scende al primo nucleo della basilica, che risale al IV secolo, quindi si va ancora più giù per arrivare all’epoca romana.

Qui venne eretto sui resti di una Domus un mitreo nel III secolo, riconoscibile dall’altare raffigurante Mitra mentre uccide il toro. Si può anche vedere quel che resta di un vero, minuscolo vicolo romano.

Il Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia

A metà strada fra San Pietro e Castel Sant’Angelo, Santo Spirito in Sassia è uno dei più antichi ospedali d’Europa. Fin dall’VIII secolo ha ospitato pellegrini, curato ammalati e accolto infanti abbandonati.

Qui c’è la prima Ruota degli esposti d’Italia, voluta nel 1198 da papa Innocenzo III per arginare l’ignobile pratica di gettare nel Tevere i bambini indesiderati.

Il Complesso è composto da una serie di straordinari edifici. Di recente riportate all’antico splendore da un restauro, le imponenti Corsie Sistine sono una struttura del ‘400 lunga 120 metri e larga 13, costruita come luogo di degenza e decorata con un ciclo di affreschi di scuola umbro-laziale e dall’unica opera romana di Andrea Palladio (visite solo su prenotazione  corsie.sistine@aslroma1.it).

Il Palazzo del Commendatore vanta invece un salone affrescato di rara bellezza. Del complesso fanno parte la Biblioteca Lancisiana e l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria: in ristrutturazione, si attende la riapertura a breve.

Orologio ad acqua del Pincio

Orologio ad acqua Villa Borghese Roma
Foto Matteo Rossi

Questo strano orologio ben integrato nel contesto di Villa Borghese fu ideato dal frate domenicano Giovanni Battista Embriaco e installato sull’isolotto al centro di un laghetto.

Opera di ingegneria straordinaria, è azionata dalla caduta dell’acqua in vaschette a forma di foglia che oscillano attivando il movimento delle lancette. La struttura a tronco d’albero fa sembrare questo idrocronografo un orologio magico.

Il Museo Agostinelli

Museo Agostinelli Roma
Foto Matteo Rossi

A metà fra macchina del tempo e museo dell’accumulo, questo luogo prende il nome dal suo ideatore e curatore, Domenico Agostinelli.

Abruzzese di nascita, oggi ultraottantenne, nel 1959 arrivò a Roma, più precisamente a Dragona, sulla via del mare, dove si trova la sua infinita raccolta di ogni genere di testimonianze dal passato.

In questa Wunderkammer, fra oggetti in apparenza insignificanti e collezioni da Guinness (un milione e mezzo di bottoni), si celano tesori inestimabili.

Frammenti di meteorite, un uovo di dinosauro, la culla di Totò, l’auto di Al Capone, le lettere di Mazzini, il fucile Winchester di Garibaldi… Registi e scenografi qui sono di casa (via Carlo Casini 95, info: 06.52.15.532).

Antica Spezieria di Santa Maria della Scala

Antica Spezieria di Santa Maria della Scala Roma
Foto Matteo Rossi

Nata nel Cinquecento in questo convento di Trastevere affidato ai Carmelitani Scalzi, la Spezieria di Santa Maria della Scala è la più antica farmacia d’Europa, rimasta attiva fino al 1954.

Alambicchi, albarelli, mortai e antichi bilancini di precisione testimoniano l’intensa attività di preparazione di rimedi galenici, a partire dalle erbe raccolte nell’orto dei frati.

Attorno, affreschi e mobili del Settecento con le effigi dei padri della medicina: Ippocrate, Galeno, Avicenna. Fra i preziosi tesori conservati il “Trattato delli semplici“, l’erbario attribuito a Fra’ Basilio, il farmacista più famoso della Spezieria (piazza della Scala 23, info: 06.58.06.233).

La Porta Alchemica

In un angolo di piazza Vittorio, la Porta Alchemica è quel che resta dell’antica Villa Palombara, costruita sul finire del Seicento dal Marchese di Pietraforte, Massimiliano Savelli Palombara.

Frequentava un circolo di appassionati di alchimia in compagnia della regina Cristina di Svezia e di Francesco Borri (condannato per eresia, si crede possa essere stato il vero Cagliostro). Narra la leggenda che un viaggiatore, forse lo stesso Borri, in una notte del 1680 si recò in giardino alla ricerca di un’erba in grado di produrre oro.

Il mattino seguente l’uomo era scomparso, lasciando dietro di sé tracce del metallo purissimo e oscuri manoscritti con simboli e formule alchemiche. Il segreto della pietra filosofale? Le epigrafi fatte scolpire sulla porta dal Marchese indicano proprio questo.

La “Piccola Londra” di Roma

Quartiere piccola Londra Roma
Foto Matteo Rossi

Se non ci fossero i sampietrini si potrebbe pensare di essere a Notting Hill. A un passo dal MAXXI, questo viale pedonale è un susseguirsi di villette Liberty di colori diversi.

Nascono per volere dell’allora sindaco di Roma, Ernesto Nathan, anglo-italiano che sognava di dare un respiro internazionale alla città.

Nel 1909 fece approvare un piano regolatore secondo cui i fabbricati non dovevano essere alti più di 24 metri, ma le prescrizioni furono seguite solo dall’architetto Quadrio Pirani, che le applicò in questa stradina, destinata ad alloggi di alti funzionari.

La Piccola Londra è molto amata dalle produzioni di cinema, di pubblicità e di video musicali.

Il Casino Giustiniani Massimo

Casino Giustiniani Massimo Roma
Foto Matteo Rossi

Un elegante casino tardo manierista a due piani che cela all’interno un ciclo d’affreschi inaspettato.

La villa fu costruita all’inizio del Seicento in prossimità di via Merulana per volere del marchese Vincenzo Giustiniani.

Nel 1802 passò a Carlo Massimo, che commissionò un ciclo di affreschi al gruppo di pittori del Nord Europa noti come Nazareni, con una richiesta rivoluzionaria: niente rappresentazioni religiose, ma solo di importanti opere letterarie.

Una stanza è dedicata a Dante e alla Commedia, con un affresco dell’Inferno, mentre un altro ritrae il poeta in compagnia di Virgilio accanto a Minosse. Nella Stanza di Ariosto protagonista è l’Orlando Furioso e in quella del Tasso sono immortalate scene della Gerusalemme Liberata (via Matteo Boiardo 16, info: 06.70.49.56.51).

L’Atelier Canova Tadolini

Percorrendo via del Babuino l’occhio cade sulla statua equestre, attorniata da altri marmi, all’ingresso dell’Atelier Canova Tadolini. Già studio d’arte del Canova, per volere dello stesso passò poi al suo allievo prediletto Adamo Tadolini.

Dal 1818 al 1967 l’Atelier è rimasto per quattro generazioni a scultori di questa  famiglia. Fu poi acquistato dalla Galleria Antiquaria Benucci, che lo trasformò in un ristorante-caffè unico.

Attorno ai tavoli, statue in marmo e bronzo, esercitazioni anatomiche, oggetti e documenti che raccontano la storia del luogo. Fra le opere, una ricca serie di calchi in gesso di CanovaThorvaldsen e la collezione Tadolini.

Il Museo delle carrozze d’epoca

Museo delle Carrozze Roma
Foto Matteo Rossi

A due passi da via Ardeatina, una mostra permanente racconta la storia della mobilità sostenibile prima dell’avvento dei motori. È il Museo delle carrozze d’epoca, una collezione con oltre 300 esemplari.

Ci sono i carri tipici regionali, come il carretto siciliano o la botticella romana, le berline e la mitica diligenza, un carro dei pompieri del 1864. E ancora, un carro per bambini appartenuto alla principessa Sissi e la Duc de Dame con cui amava girare Anna Magnani.

Da Cinecittà, arrivano le bighe romane di Ben Hur e de Il gladiatore e una copia della reda medievale, la carrozza usata ne Il nome della rosa.

Via Arco dei Banchi

Via Arco dei Banchi Roma

Non lontano da Castel Sant’Angelo, una scorciatoia collega via Paola con via del Banco di Santo Spirito, un tempo il centro degli scambi economici della città.

È via Arco dei Banchi, un passaggio con la volta dipinta a cielo stellato, con colori limpidi grazie a un recente restauro.

Di epoca rinascimentale, l’arco era conosciuto a Roma per una statua lignea della Madonna, molto venerata. Dispersa, è stata sostituita nell’Ottocento da una “madonnella”, questa volta un ovale affrescato.

Sul lato dell’arco, una pietra con iscrizione a caratteri semigotici, che ricorda la piena del Tevere del 1277.

I segreti della Fontana di Trevi

I milioni di turisti che visitano ogni anno la Fontana di Trevi non sanno che a pochi passi c’è un sito sotterraneo che spiega da dove arriva l’acqua che la alimenta.

Non lo sapeva neanche il Gruppo Cremonini che, sul finire degli anni Novanta, aveva iniziato gli scavi per realizzare un polo di ristorazione abbinato al vicino Cinema Trevi: le indagini archeologiche portarono alla luce un vasto complesso edilizio di età imperiale.

Nel percorso si incontrano i resti di un’insula, di una lussuosa domus e le testimonianze del castellum acquae dell’acquedotto Vergine.

Nel centro di Roma restano oltre 500 edicole votive, le madonnelle: dalla più antica, l’Imago Pontis, tra vicolo Domizio e via dei Coronari, alle tante immagini miracolose che nel Settecento si diceva avessero mosso gli occhi o pianto per l’invasione francese dello Stato Pontificio. Fra queste la Madonna dell’Archetto (via di San Marcello 41b) che, si narra, sia stata vista dallo stesso Napoleone.

Un’altra madonnella si trova nel Passetto del Biscione, fra via di Grottapinta e piazza del Biscione. Un passaggio che un tempo collegava la cavea del Teatro di Pompeo, tra affreschi di putti e festoni barocchi, nasconde infatti l’effigie della Madonna del Latte, anch’essa piangente.

La storia vuole che sia nato in suo onore il detto romano “cercà Maria pe’ Roma”, ossia girare a vuoto alla ricerca di qualcosa difficile da trovare.

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Le macchine barocche: di Rubens e di Sant’Ignazio di Loyola

Tra le cose da vedere a Roma particolari e fuori dagli schemi c’è anche la macchina barocca di Sant’Ignazio di Loyola, nella Chiesa del Gesù (piazza del Gesù): ripete il prodigio ogni giorno alle 17,30 quando la tela che sovrasta l’altare scende e rivela la statua del santo.

Ma c’è anche il quadro motorizzato della Chiesa di Santa Maria in Vallicella, che funziona per le festività. Una macchina barocca, realizzata nel 1608 dal pittore Pieter Paul Rubens, cela un affresco del XIV secolo della Madonna con Gesù Bambino e due angeli.

Il Giardino giapponese

A Roma la fioritura dei ciliegi comincia di solito agli inizi di aprile: è il momento migliore per visitare il giardino sen’en dell’Istituto giapponese di cultura, in via Antonio Gramsci 74, nei pressi di Villa Giulia.

Progettato dal noto architetto Ken Nakajima, racchiude tutti gli elementi tipici, dal laghetto ai Torô, le lanterne di pietra. Si visita solo su prenotazione ed è aperto nei mesi in cui i colori sono più suggestivi, in primavera e autunno (info: jfroma.it/giardino-2).

 

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