Turismo delle origini: i numeri del fenomeno, aspettando il 2024 “Anno delle radici italiane”

Sono stimati in circa 80 milioni gli italiani di seconda e terza generazione sparsi nel mondo. Se non tutti, una buona parte di loro è (o potrebbe essere) interessato a cercare le proprie radici familiari. E quindi a intraprendere un viaggio emozionante alla scoperta dei luoghi di origine della sua famiglia.

Un vero e proprio viaggio a ritroso sulle tracce del percorso compiuto cent’anni prima dai loro antenati.

Alla ricerca delle radici familiari

I viaggi dei cosiddetti turisti delle origini costituiscono una potenzialità di rilancio e sviluppo di molte aree rurali e piccoli borghi italiani che rischiano l’abbandono e lo spopolamento.

“Il viaggiatore delle radici non mette al centro del suo viaggio grandi luoghi ma spesso paesini piccoli e poco conosciuti. Non viaggia in alta stagione ed è anche disposto ad assumersi maggiori difficoltà negli spostamenti pur di raggiungere il cuore di questo tipo di viaggio che è emozionale”, spiega il direttore generale dell’APT Nicoletti “Per paradosso anche una chiesa dove sono conservati dei certificati di battesimo di un trisavolo oppure un cimitero possono diventare meta di viaggio. Questo ribalta completamente la modalità di viaggiare. Come diceva il sociologo Marc Augé il viaggio per scoprire le proprie origini è un viaggio sia nello spazio che nel tempo, è un viaggio verso se stessi” (ANSA).

Del fenomeno e in vista del 2024, dichiarato “Anno delle radici italiane”, si è parlato a Matera alla seconda edizione di ROOTS-in, Roots Tourism International Exchange. 

ROOTS-in: Matera capitale del turismo delle origini

Il turismo delle radici come strumento di valorizzazione e rigenerazione dei borghi italiani: questo il tema della seconda edizione di ROOTS-in.

Un appuntamento internazionale frutto della collaborazione tra Enit e Apt Basilicata, l’agenzia di promozione territoriale, con il patrocinio del Maeci, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Due giorni di incontri, anticipati da un press tour nei borghi della Basilicata, con la presenza di 94 sellers e di 80 buyers provenienti da tutto il mondo. Oltre a più di 500 operatori del settore che hanno partecipato a 25 laboratori tematici con 50 fra i principali esperti di turismo.

ROOTS-in: obiettivi e strategie sul turismo delle origini

Da un lato, serve sensibilizzare i comuni e i territori potenzialmente interessati dal fenomeno del turismo delle origini. Dall’altro, occorre promuovere un programma di approfondimenti tematici, formazione, interscambio e networking tra i professionisti del settore.

Così in un videomessaggio il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto sottolineare che ROOTS-in “rappresenta un importante momento di dialogo e confronto e testimonia il crescente interesse per il turismo delle radici che rappresenta una grande occasione per rafforzare il legame con i nostri connazionali. Torniamo a Roots-In in vista del 2024, anno delle radici italiane nel mondo, che intendiamo celebrare con numerose iniziative. La collaborazione con Regioni e istituzioni locali è un elemento fondamentale. Il nostro obiettivo è la realizzazione di un’offerta turistica che possa valorizzare le tante eccellenze del nostro Paese e soddisfare le esigenze e di desideri dei viaggiatori delle radici”.

Il sindaco di Matera Bennardi ha parlato di “una bella intuizione dell’Apt, Matera è felice di ospitare questa manifestazione perché la nostra città si presta al turismo delle radici. L’abitudine a ritornare a casa alle proprie radici è nel DNA, ed è una potenzialità enorme anche per le aree interne”.

“Il turismo delle radici rappresenta una grande opportunità per la Basilicata e in particolare per le aree interne” ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che si è detto “consapevole che c’è tanto da fare, anche perché l’80% dei 131 Comuni lucani ha una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti: da ciascuno di questi molti sono andati via per cercare fortuna altrove e molti di loro si sono distinti in tanti campi”.

“Nei primi nove mesi dell’anno fra i mercati cresciuti di più ci sono quelli interessati dalla prima edizione di Root-in – Stati Uniti con il +44%, Argentina, Brasile” ha detto il direttore generale dell’APT Nicoletti “e di questo dobbiamo ringraziare anche l’ENIT che ci sta sostenendo. Il turismo delle radici è l’incastro perfetto che stavamo cercando per rafforzare l’immagine della Basilicata nel mondo, e con il quale la Basilicata si pone in una dinamica completamente nuova”.

Il responsabile del progetto Turismo delle Radici del MAECI Giovanni Maria de Vita, ha riassunto gli obiettivi principali del progetto promosso dal Ministero nel 2018 e finanziato dal PNRR, alla vigilia del 2024: “creare una nuova relazione con gli 80 milioni di italiani nel mondo, lavorare per creare un’offerta che possa soddisfare le aspettative di questi viaggiatori” perchè, ha aggiunto de Vita “il turismo delle radici è un’occasione sia per combattere lo spopolamento di alcune aree rurali e piccoli borghi sia di creare nuove opportunità di lavoro”.

“C’è una parte romantica nel turismo delle radici che vede protagoniste le persone”, ha detto il CEO dell’ENIT Ivana Jelinic “ma non c’è solo componente emotiva. Il turismo delle radici genera economia, è una grande opportunità per gli operatori e per l’economia diffusa che viene stimolata dal turista, con un focus specifico su quei territori e quei borghi che hanno bisogno di essere valorizzati e ripensati, partendo dalla nostra cultura, dalle nostre radici”.

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Una guida alla radici per gli italodiscendenti in viaggio

Gli italodiscendenti non sono comuni turisti. Il viaggio alla ricerca delle loro radici è un’esperienza esistenziale, quindi per loro non serve una normale guida turistica, ma un racconto nuovo, anche poetico, dell’Italia.

Hanno bisogno di conoscere modi di dire, di fare, di cucinare, di sapere come vivevano i loro nonni, zii, parenti nel piccolo borgo da cui provengono.

Con questo spirito è stata realizzata la Guida alle radici italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati, il cui terzo volume è stato presentato a Roots-In e sarà lanciato in formato editoriale a fine mese e disponibile anche sul sito del ministero degli esteri.

“Questa guida è vera miniera di informazioni e percorsi, con cui abbiamo completato un percorso in 12 regioni italiane”, spiega Giovanni Maria De Vita, coordinatore del progetto Turismo delle radici.

I numeri del Turismo delle radici

I turisti delle origini sono viaggiatori che sviluppano un forte legame emotivo con i luoghi di provenienza delle loro famiglie. I ricordi e le vicende familiari li avvicinano alle località e il loro racconto del territorio all’estero va ad amplificare l’eco Italia nel mondo.

Sono visitatori che programmano visite nel nostro Paese con una media di sette giorni a viaggio. Sono in grado di alimentare, da un punto di vista economico, non solo la filiera turistica ma anche tutto l’indotto. Solo nel 2021 hanno mosso oltre 4,2 miliardi di euro.

Si tratta di circa 3 milioni di viaggiatori: il 25,7% ha un’età compresa tra 25 e 34 anni, il 24% da 55 a 64 anni. “Enit sta mettendo a punto con le regioni e con tutto il sistema Italia un’offerta turistica integrata ed omogenea dedicata a questo segmento, in una prospettiva di lungo termine”, ha detto ancora Ivana Jelinic nel corso della conferenza.

Turismo (ecosostenibile) delle radici: una risorsa per borghi e piccoli centri italiani

Per la sua vocazione ecosostenibile il turismo delle radici è una leva strategica importante e su cui vale la pena di puntare.

Il turista delle origini, infatti, lascia indietro le mete più battute dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia.

Borghi e piccoli comuni sparsi per l’Italia che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile.

La valorizzazione dei piccoli borghi e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici). Il turista delle radici è «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare.

L’importanza della memoria: “Gli italiani all’estero, i diari raccontano”

Correlata al Turismo delle Radici è la valorizzazione del ruolo della memoria.

Le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi sono un fermo punto di riferimento per gli italo-discendenti nei cinque continenti. Proprio per questo, la Direzione Generale degli Italiani all’Estero e delle Politiche Migratorie della Farnesina ha finanziato il progetto “Italiani all’estero, i diari raccontano”: una selezione delle parti più significative delle testimonianze raccolte nel fondo catalogato con il soggetto “emigrazione” presso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR).

Si tratta di una selezione di un 200 storie di vita scelte tra più di mille presenti nel fondo, dalle quali sono state estrapolate e digitalizzate alcune pagine scelte tra le decine, a volte centinaia totali disponibili.

In questo modo ogni pagina si è trasformata in un racconto, pubblicato sul sito dedicato.

Oltre all’interesse di presentare punti di vista diversi sui grandi avvenimenti storici, questo progetto si è posto l’obiettivo di raccontare il vissuto comune a tutte le esperienze migratorie.  Il risultato è una ricca fonte di informazioni utili anche per i turisti delle radici, che potranno usufruirne prima di intraprendere il loro viaggio in Italia.

Guarda il video “Italiani all’estero, I Diari raccontano”

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