L’intelligenza, diceva Stephen Hawking, è la capacità di adattarsi al cambiamento. Un principio che vale non solo per gli uomini, ma anche per i luoghi. Il cambiamento climatico in atto sta riscrivendo la geografia delle mete vicine e lontane, a volte anche inaspettatamente in positivo. È il caso dell’Oltrepò Pavese, una sorprendente “terra di mezzo” al crocevia tra quattro regioni – Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna – che vanta paesaggi di collina e di montagna che richiamano alla mente le suggestive atmosfere di J.R.R. Tolkien. Luoghi un tempo poco toccati dalla frenesia invernale, oggi si rivelano i più adatti per ospitare i weekend dei mesi più freddi, persino quando la neve non c’è. Merito delle tante opportunità ed esperienze che, da queste parti, hanno come scenario l’Appennino Lombardo e come fil rouge la vita all’aria aperta.
Ne parliamo con Giovanni Palli, presidente della Comunità Montana Oltrepò Pavese: “Il cambiamento climatico ha trasformato la prima montagna in una meta ancora più affascinante – spiega -. Il clima mite e le estati prolungate hanno aperto nuove porte all’esplorazione, portando più persone sui nostri sentieri e nei borghi pittoreschi. Il caldo moderato e la mancanza di freddo intenso hanno reso la montagna un rifugio attraente per un periodo più lungo, regalando esperienze indimenticabili e svelando nuove prospettive positive su come vivere e apprezzare questo straordinario ambiente naturale”.
Il cambiamento climatico cambia le nostre abitudini
In particolare, la scorsa estate in Alto Oltrepò il cambiamento di rotta è stato evidente, conferma il presidente: “Molte seconde case sulle nostre colline sono state riaperte e abitate per fuggire dall’afa delle città, così come molte attività sportive di endurance si sono orientate da noi, dove ci sono migliori condizioni per sopportare la fatica. Mai come quest’anno la gente si è messa a camminare, intrecciando vie affascinanti come l’antica Via del Sale, il Cammino di San Colombano o la Via degli Abati. E poi questo è più che mai il paradiso delle biciclette, grazie alla sua Greenway di 30 km ma anche alle sue strade poco trafficate, immerse in scenari molto belli. Anche chi vuole scegliere il cavallo ha più opportunità: la stagione dell’equitazione, da noi, si è decisamente prolungata”.
L’autunno e l’inverno, oggi, sono stagioni privilegiate per scoprire l’unicità dell’Oltrepò, che, pur trovandosi a una sola ora di distanza da Milano, Torino e Genova, mantiene ancora una natura incontaminata e un territorio poco urbanizzato. Basti pensare che in Lombardia la provincia di Pavia è terzultima per livello di densità di popolazione. Una meta perfetta, dunque, per fuggire dalla folla in poco tempo e senza stress. E scoprire un mondo totalmente diverso, a pochi chilometri dalle grandi città, come spiega Giovanni Palli, che conosce molto bene la sua terra: “L’Oltrepò Pavese si presenta come un tesoro di autenticità arricchito da paesaggi spettacolari che si trasformano in ogni stagione. La nostra è una terra senza tempo: la riscoperta delle cose semplici ma uniche diventa un viaggio e un’esperienza del viaggio, attraverso le arti, i mestieri e il sapere tradizionale”.
E per entrare in sintonia con questo mondo, il modo migliore è seguire i consigli di un vero abitante come lui: “Basta scegliere tra uno dei 100 percorsi di trekking che svelano la nostra biodiversità, adatti ad ogni livello di camminatore, oppure tra i quattro Borghi più belli d’Italia, per poi assaporare la ricchezza della tradizione enogastronomica, dalla piccola trattoria autentica ai ristoranti raffinati, capaci di reinterpretare in chiave moderna le ricette di un tempo, fino al semplice panino con il salame Varzi Dop!”.
Tennis, bici, trekking… l’Oltrepò Pavese è la terra dello sport
Ogni momento, in questa zona, è un racconto naturale, intrecciato con le forti tradizioni radicate nella storia del territorio e un particolare spirito sportivo: “Camminiamo, corriamo, andiamo in bici e siamo quasi tutti tennisti, magari non campioni come Jannik Sinner, ma cresciuti al Centro FIT del Brallo di Pregola… – dice infatti Palli -. Siamo una terra per allenare tutti i sensi anche in autunno e in inverno, soprattutto a Natale: dalla musica, ai concerti, ai gospel, ai pifferi della tradizione dell’Appennino, ai mercatini belli da vedere come quello di Bagnaria, alle visite e degustazioni nelle cantine storiche. E poi c’è il benessere: le Terme di Rivanazzano ad esempio. Nella terra del vino si può scoprire anche una ricchezza unica nell’acqua termale. E ora siamo in attesa che riapra a pieno regime e in collegamento anche lo stabilimento di Salice Terme, sempre sotto l’egida di Federterme. Ci siamo quasi”.
Scopri di più sull’Alto Oltrepò Pavese: leggi lo speciale
La rinascita dell’ Alto Oltrepò Pavese, dunque, è guidata da una regia univoca che interessa tutti i suoi ambiti. Si tratta del progetto StartOltrepò, che offre una guida completa per trovare itinerari suggestivi, scoprire l’arte, partecipare a eventi tradizionali e assaporare i piatti tipici. Le Comunità Ospitali dell’Oltrepò Pavese sono uno dei cardini del progetto, simboli del nuovo modo di viaggiare in questi luoghi: “Sono la traduzione pratica del cuore caloroso di accoglienza di queste terre, dove l’autenticità delle persone del luogo si fonde con la ricchezza del territorio – spiega il presidente della Comunità Montana -. Offrono non solo un posto dove soggiornare, ma un’esperienza immersiva nella vita, nelle abitudini e nell’arte locale, permettendo ai visitatori di scoprire tradizioni, sapori e storie uniche, trasformando la visita in un viaggio indimenticabile. In alto Oltrepò ne sono state progettate quattro nei Comuni di Val di Nizza, Montesegale, Borgoratto Mormorolo, Fortunago. Tutti hanno scelto, grazie al coordinamento della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, di sviluppare una nuova interazione tra visitatore e comunità ospitale, a partire dall’accoglienza quotidiana e dalla gratuità di strutture ed esperienze in un contesto rurale e storico come quello dell’Appennino Lombardo”.
Sapori e borghi da riscoprire nell’Alto Oltrepò
Passando dall’esplorazione di antichi borghi alla degustazione di prelibatezze enogastronomiche, si può scegliere così di partecipare attivamente alla raccolta e pigiatura dell’uva, alla lavorazione delle ceramiche, all’arte di fare i cestini o i dolci tipici come la torta di mandorle. Ma si può anche imparare a fare il pane, a lavorare la pasta per gli agnolotti ripieni, passando per gli incontri autentici con artigiani locali: “Ogni momento diventa un’opportunità per immergersi nel cuore della nostra comunità e scoprire il fascino genuino del territorio”, aggiunge con entusiasmo Giovanni Palli.
Confermando che l’Alto Oltrepò, oggi, è più vivo che mai, anche grazie al recente ripopolamento dei borghi e dei piccoli comuni trainato dai giovani, desiderosi di avviare piccole imprese nell’ambito dell’accoglienza e dell’enogastronomia: “C’è molto entusiasmo fra i giovani . Questo è stato possibile grazie a un insieme di fattori: di sicuro iniziano a fare effetto la progettazione di sviluppo, le azioni di comunicazione e di marketing del territorio e la forza di lavorare tutti insieme, a livello di enti, per un grande progetto. E poi ci sono i fattori naturali: alludo alla bellezza dei paesaggi, al clima favorevole, all’autenticità delle persone. Tutti lati rivalutati dopo il Covid e con il cambiamento delle dinamiche lavorative verso il lavoro da remoto. Tutto questo ha permesso a giovani imprenditori di abbracciare uno stile di vita più tranquillo, dando vita a nuove attività e contribuendo a un rinascimento delle nostre comunità”.
Oltrepò, Pavia e Lomellina: terre da vivere tutto l’anno
A fronte di tutte queste premesse, la Camera di Commercio di Pavia e la Provincia di Pavia hanno lanciato una sfida importante: invertire la rotta che vede la provincia di Pavia fanalino di coda del turismo lombardo per farla diventare una destinazione turistica sempre più apprezzata. A dirlo è il Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pavia, Giovanni Merlino: “L’Oltrepò con la sua natura e tradizioni, ma anche Pavia con la sua arte e cultura, la Lomellina con la natura e i suoi beni culturali, con l’aggiunta dell’enogastronomia, il “collante” comune a tutte le aree, ci offrono un’opportunità di attrazione che non possiamo farci sfuggire. Per questo, la Camera di Commercio sta lavorando a tutto questo con la Provincia di Pavia e insieme ai Comuni, con una serie di azioni concrete per rendere il territorio un’attrazione turistica riconosciuta”.
Al centro dell’attenzione è soprattutto il rinnovamento dei collegamenti infrastrutturali, indispensabile per rendere più facilmente raggiungibili le tante mete dell’Oltrepò Pavese. In un solo territorio si possono scoprire più di 50 castelli storici, tra cui Varzi Malaspina, Montalto Pavese, Cigognola, Montesegale, Dal Verme, Torre degli Alberi; più di 60 chiese e monasteri, più di 22 musei cittadini tra cui il Museo Naturalistico di Stradella e il Museo Archeologico di Casteggio. E per chi ama le stelle, l’Osservatorio astronomico Cà del Monte di Cecima, è aperto tutto l’anno, su prenotazione, e offre incontri didattici nell’annessa Scuola di Astronomia F. Barbaglia.
A tutto questo si aggiungono le attività open air anche d’inverno, ad esempio nell’imperdibile Giardino Botanico di Pietra Corva, lungo i 100 itinerari per il trekking o al Bike Park di Pian del Poggio, e le tappe del gusto trainate da più di 3.500 imprese agroalimentari e più di 18 prodotti tipici riconosciuti. Bontà come il salame DOP Varzi – l’unica DOP del Pavese – la mostarda, il peperone e la cipolla dorata di Voghera; i formaggi di Pizzocorno della Valle Staffora e del Boscasso; gli agnolotti (o ravioli) pavesi e la zucca Berrettina di Lungavilla. Il menù del prossimo viaggio in Oltrepò Pavese è praticamente già scritto.
Info: Startoltrepo.it
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Guarda il video “Oltrepò Pavese di Valle in Valle”
A piedi o in bicicletta la Strada dei vini e dei sapori dell’Oltrepò Pavese sconfina nella Valle degli Antichi Frutti, la Val di Nizza, dove viene valorizzata ancora oggi la Pomella genovese, altro prodotto di “raccordo” sulla antica Via del sale
Guarda il video della valle Staffora
In viaggio con la Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese. Da Voghera a Varzi, nel cuore della Valle Staffora, è un viaggio lento nei sapori e nel benessere di un territorio, goloso e curioso di interpretare i sapori di un tempo, anche in chiave contemporanea
Guarda il video “Dove l’arte è nelle vigne”
La Strada dei vini e dei sapori dell’Oltrepò Pavese imbocca la road to Bonarda per proporre un viaggio nella storia e nel presente del vino tipico del territorio, proprio qui, dove la regina è l’uva Croatina, la base del vino iconicamente “pop” del posto
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