Dai dintorni di Udine fino a Palmanova, e poi di nuovo indietro verso il pordenonese e le sponde del Tagliamento. Il viaggio del gusto attraverso la pianura friulana, cuore geografico della regione, è un viaggio alla scoperta dei suoi profumi e sapori più genuini, dei grandi vini e delle ricette classiche del patrimonio “furlan”.
Qui si intersecano due dei sei itinerari della Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia – “Da noi in pianura” e “Da noi sul fiume” – che accompagnano i viaggiatori in un percorso enogastronomico e culturale ricco e variegato quanto il paesaggio che si attraversa. Campi e filari a perdita d’occhio si alternano a vigne e frutteti, qua e là si incontrano ville storiche e borghi immersi nel verde, e infine si arriva sulle sponde del Tagliamento, il re dei fiumi alpini, che ha segnato la storia del Friuli Venezia Giulia ma anche la cultura, gli stili di vita, la lingua.
Lungo il fiume, nelle colline circostanti e nel territorio del Pordenonese si possono scoprire affascinanti architetture rurali costruite sui Magredi, antichi terreni alluvionali, set ideale per girare un fantasy secondo il regista Gabriele Salvatores. Qui oggi sorge anche il più grande complesso vivaistico-viticolo del mondo: i Vivai Cooperativi di Rauscedo, che producono ogni anno oltre 60 milioni di barbatelle, contribuendo alla notorietà internazionale delle Grave, territorio dell’alta pianura friulana a cavallo del Grande Fiume coperto dalla DOC Friuli Grave, che con i suoi 300 mila ettari di vigne caratterizza il paesaggio e copre oltre il 50% della produzione vinicola regionale, oltre che il 30% del fabbisogno europeo e il 25% della produzione mondiale.
Nel piatto e nel bicchiere: le delizie del territorio, dal produttore e al ristorante
Seguendo l’itinerario “Da noi in pianura” della Strada dei Vino e dei Sapori si ha modo di scoprire la tipica cucina friulana, quella dei grandi classici portabandiera del gusto furlan doc. Protagonisti sono i piatti a base di carne suina e insaccati, che le aziende del territorio producono ancora oggi secondo le antiche ricette di norcineria regionale.
Il salame friulano, la salsiccia, la soppressa, la pancetta, il lardo, la marcundela (trito di fegato, milza, reni e polmoni), il musetto, si possono assaggiare nei ristoranti segnalati lungo l’itinerario, dal due stelle Michelin Agli Amici 1887 di Udine all’innovativo AB Osteria Contemporanea di Lavariano di Mortegliano, fino all’antica Trattoria Al Grop rinomata per i prelibati asparagi bianchi di Tavagnacco. Quasi ovunque, poi, si possono apprezzare due delizie della cucina contadina a cui pochi sanno resistere: il frico, tortino dal cuore morbido a base di patate e formaggio, e la brovada, contorno DOP a base di rape macerate nelle vinacce, la cui origine risale addirittura all’epoca romana.
Non mancano, poi, le tappe dedicate alla scoperta delle eccellenze di pianura nel bicchiere: dalle cantine alle vigne (come quelle del Malina, dove si produce vino di alta qualità secondo i principi dell’agricoltura biologica), passando per gli agribirrifici come Villa Chazil a Lestizza, fino alle distillerie storiche come la Biuese e la celebre Nonino, che oggi occupa un intero borgo visitabile con tour guidati, e nel 2020 è stata proclamata miglior distilleria del mondo.
Sapori decisi e ricette centenarie: in mezzo scorre il Grande Fiume
Il Friuli Venezia Giulia vanta 2500 km di acque dolci perenni. E l’acqua dei suoi fiumi fa da sfondo al paesaggio della sua pianura ma anche a ciò che su queste terre si produce, si alleva e si coltiva. La regione, ad esempio, è da secoli rinomata per le sue trote, con cui copre il 40% della produzione nazionale.
Già nel 1594 l’Arcidiacono di Gorizia inviava «un caratello di ribolla et alcune trutte» al Patriarca di Aquileia in segno di omaggio. La stessa trota affumicata di San Daniele, prodotto tradizionale tutelato disponibile nelle versioni Regina di San Daniele e Fil di fumo, si può gustare lungo l’itinerario “Da noi sul fiume” della Strada del Vino e dei Sapori, insieme ai pregiati vini del territorio.
Molte cantine, qui, meritano una visita: dalla nuovissima Le Celline a San Martino di Codroipo, accanto al Museo delle Carrozze del borgo e a due passi dalla meravigliosa (e pubblica) Villa Manin, alla cantina Bagnarol di San Vito al Tagliamento, dove le viti crescono sul terreno alluvionale del fiume, in mezzo a quei preziosi sassi bianchi, le famose grave, che riflettendo la luce e rilasciando durante la notte il calore accumulato favoriscono la maturazione dell’uva.
Queste stesse fortunate condizioni climatiche hanno favorito anche la diffusione delle mele, coltivate già nell’antichità nell’agro di Aquileia, che oggi crescono in decine di varietà diverse tra Maniago, Sequals, Spilimbergo, Codroipo e Mortegliano. Da non perdere una tappa al Borgo delle mele, nel borgo di Costabeorchia in Val d’Arzino, rinato dopo anni di abbandono e oggi sede di un’azienda agricola che produce prodotti a base di mele antiche dell’Alto Friuli ma anche di cipolla di Cavasso e della Val Cosa, entrambi presidi Slow Food.
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