Alla scoperta delle altre città storiche slovene, tra cultura, arte e gastronomia

Non solo Lubiana. Un percorso di qualche giorno nel territorio sloveno ci permette di visitare alcuni dei centri urbani antichi più affascinanti e meglio conservati del continente europeo, spesso impreziositi da castelli principeschi e solitamente trascurati nelle visite più brevi. La loro scoperta è un viaggio nel tempo che mette in luce bellezze uniche e particolarità davvero sorprendenti, nel raggio, a volte, di pochi chilometri. Ecco una selezione di otto mete uniche, culturalmente ricche e appaganti.

A Ptuj, tra i “kurenti”, e a Šentiur, città della musica

Partendo da nord-est, la prima tappa di questo ideale percorso modulabile naturalmente in più occasioni di visita, è Ptuj, cittadina di fondazione medievale sul fiume Drava, la cui fama è legata al castello – oggi sede delle ricche collezioni del Museo regionale – che porta lo stesso nome e sorge sull’ultimo versante delle colline vinicole di Slovenske gorice. Altri punti di interesse sono la Torre civica, con il caratteristico tetto a cipolla e l’orologio presente soltanto su tre lati per impedirne la vista (così dice una leggenda) al castellano avaro che non aveva voluto contribuire alla costruzione dell’edificio. E ancora il Monumento di Orfeo, bellissima stele in marmo di epoca romana, il Monastero domenicano del XIII secolo, che ospita numerosi eventi culturali, e la Kurent House, un museo interattivo aperto quest’anno nel centro storico per raccontare la storia della famosa maschera demoniaca utilizzata nel Carnevale sloveno e le cui sfilate di porta in porta sono riconosciute dall’Unesco nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità. La cultura del vino e l’amore per la poesia, declinato in varie manifestazioni pubbliche, sono oggi parte dell’identità di Ptuj.

A tre quarti d’ora d’auto, in direzione sud-ovest, a pochi chilometri da Celje, si incontra l’amena Šentiur, circondata da foreste, colline e stagni, insignita del marchio d’argento Slovenia Green per il turismo sostenibile e responsabile. Patria nell’800 di una celebre famiglia di medici e compositori, gli Ipavec, e più recentemente del rinomato gruppo vocale New Swing Quartet, la cittadina ospita tra l’altro il Museo della Ferrovia meridionale, pieno di reperti che testimoniamo il ruolo della Slovenia nei collegamenti su rotaia fra Vienna e Trieste, mentre la collezione museale Rifkin documenta la vita sul monte omonimo – oggi molto gettonato come punto panoramico –, a partire dai primi insediamenti umani durante il Neolitico.

Le Metamorfosi di Brežice, la fonderia di Žužemberk

Più a sud, nel Posavje, a pochi chilometri dal confine con la Croazia, sulla sponda sinistra della Sava,  vicino alla sua confluenza con il fiume Krka, troviamo Brežice, bella cittadina di origine medievale dall’architettura curata, con una via principale adorna di edifici residenziali barocchi, palcoscenico di diversi eventi culturali. L’imponente castello rinascimentale, oggi sede del Museo regionale, si sviluppa su due piani, magnificamente affrescati (compresa l’iconica Sala dei Cavalieri, dipinta con i soggetti delle Metamorfosi di Ovidio, location del classico concerto di gala di fine anno), e il suo granaio, che risale al XVIII secolo, è uno dei meglio conservati del Paese. Altri simboli di Brežice sono la torre idrica, costruita nel 1914 per approvvigionare di acqua l’intera città, la Vecchia Farmacia, la Casa del popolo e la cinta muraria con la tipica Gasa, una via sopraelevata che ne segue l’antico tracciato.

Più o meno alla stessa latitudine, una settantina di km più a ovest, ci attende Žužemberk, nella Bassa Carniola. Caratterizzata dal castello fortificato, che si affaccia sulla Krka da un’altura, e dalla grande piazza centrale di origine medievale, la città un tempo inespugnabile ebbe un’importanza strategica nelle contese del Medioevo. Molto utile anche ai fini militari, la lavorazione del ferro, iniziata già in epoca pre-romana, ebbe qui la sua massima espressione nel XIX secolo, quando la fonderia di Žužemberk era il maggiore impianto industriale dell’intera regione. Oggi la cittadina ha soprattutto una vocazione turistica: l’evento più importante è la Giornata medievale, con il mercato, i cavalieri, le dame, le danze, la musica antica, i duelli, il torneo di tiro con l’arco e la ricostruzione degli eventi tratti dalla ricca storia dei vari proprietari che si sono succeduti alla guida del castello.

In alpeggio a Kamnik, nel sottosuolo a Kranj

A nord di Lubiana, nel cuore delle Alpi, sulla sponda destra del fiume Bistrica, Kamnik è una delle più attraenti città medievali della Slovenia, con ben due castelli (Castel Minore, con una cappella romanica a due piani e una cripta, e Castel Vecchio, dalle cui rovine si abbraccia con lo sguardo l’intero abitato), un monastero francescano e una bella strada di botteghe artigiane. A pochi minuti d’auto dal più grande e apprezzato giardino botanico sloveno (l’Arboretum Volčji Potok, con migliaia di specie vegetali) e dalle celebri Terme Snovi, il centro più in alta quota dell’intero Paese, la sua realtà è strettamente legata a quella dell’alpeggio Velika Planina, raggiungibile a piedi o in funivia, con le caratteristiche malghe per la produzione dei formaggi. Da qui proviene anche il famoso Trnič, le cui forme venivano regalate un tempo dai pastori alla donna amata come pegno di amore e fedeltà.

Ad appena mezz’ora d’auto, Kranj, capitale delle Alpi slovene e terza città più popolosa della nazione, dopo Lubiana e Maribor, si presenta ai visitatori con il bagaglio dei suoi seimila anni di storia, tradizioni, cultura. Patria del maggiore poeta sloveno, France Prešeren (XIX secolo), la città d’arte, impreziosita da un bel Municipio rinascimentale, dalla gotica Parrocchia di San Canziano e dal castello Khislstein, con annesso museo regionale, si è molto aperta alle nuove tendenze del design e della creatività in genere. Qui sono di casa il jazz, celebrato in un apposito festival, il teatro, la pittura e la buona tavola annunciata da innumerevoli occasioni di degustazioni di cibi e vini biologici. A metà ottobre, “Le strade del vino”, allestite nelle gallerie sotterranee realizzate come rifugio durante la seconda guerra mondiale, sono un evento da non perdere.

I fiori di Jesenice e il presepe di Tržič

Ancora più a nord, sul versante meridionale delle Caravanche, Jesenice è soprannominata la città dell’acciaio e dei fiori. Città ex mineraria, conserva infatti le tracce delle attività di estrazione e di fonderia di cui un tempo viveva buona parte della popolazione. In particolare la zona industriale di Stara Sava è oggi un’area museale e un luogo di incontri intergenerazionali, in cui il passato si incontra con il futuro di Jesenice. Quanto ai fiori, la specialità locale sono i narcisi, bianchi, con un cuore rosso, che in stagione sbocciano in gran quantità sui prati alti del monte Golica, paradiso degli escursionisti, dove è vietato coglierli ma sono un complemento perfetto della vista panoramica sulle Alpi Giulie e su quelle di Kamnik-Savinja. Tornando in città, dove molti edifici – dalla casa padronale Ruard alla “caserma degli operai”, perfettamente conservata – ricordano l’epopea dell’acciaio e del carbone, sono numerosi gli appuntamenti e le occasioni d’incontro con il mondo dell’arte, della cultura, dell’artigianato.

Da qui, lungo la strada per Ljubelj, valico di frontiera con l’Austria, in meno di mezz’ora d’auto si raggiunge Tržič, paradiso dei cicloturisti, grazie a un’ottima rete di piste loro dedicate. Situata nei pressi della famosa Gola di Dovžan, con il suo patrimonio di fossili che risalgono al paleozoico, è una città di imprenditori e artigiani, dediti in particolare alla tintoria, alla concia delle pelli e alla calzoleria. Tra le sue attrazioni ci sono un museo che illustra la rinomanza dell’artigianato locale e il mirabile presepe semovente di Tekec con i meccanismi ingegnosamente integrati nel paesaggio.

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