Vartweek e dintorni, quando l’Alto Oltrepò incontra l’arte contemporanea

Arte contemporanea e tradizione possono andare a braccetto e diventare, insieme, le fonti di una nuova vitalità. È quello che accade a Varzi, nell’Oltrepò Pavese, durante la Vartweek. Una rassegna culturale – la prima edizione è stata ad aprile 2023 – che è molto di più: si tratta di un fine settimana che coincide con l’Artweek internazionale, all’insegna dell’arte, ma anche dei sensi con le cantine storiche e il Castello Malaspina che aprono le porte al pubblico e tutte le prelibatezze locali da degustare.

Milano e Genova, Piacenza e Torino sono a poco più di un’ora. La distanza ideale per fare le valigie e trascorrere un “lento” weekend diverso dal solito, all’insegna della multisensorialità, dell’innovazione e della scoperta, in uno dei Borghi più belli d’Italia, nel cuore della Valle Staffora, là dove la strada inizia a salire verso l’Appennino Lombardo.

L’arte contemporanea è al centro della Vartweek (foto PL Candiani)

Il valore di un viaggio esperienziale

Perché spesso, a fare la differenza, sono le esperienze. E la Vartweek, tra le opere d’arte che si mescolano ai suoi prodotti tipici identitari diventa un modo tutto nuovo di vivere, assaporare e respirare la storica località.

L’edizione 2023 della manifestazione ha visto un mix di eventi con l’arte a fare da fil rouge: saracinesche dipinte dagli street artist, mostre digitali allestite nelle cantine storiche, esperienze speciali per tutti i sensi… Un viaggio originale e pieno di sorprese che ha visto avvicinare il borgo pavese al Giappone, tra manga e vini, salame e cerimonie del tè. La direzione artistica propone ogni anno un gemellaggio con un Paese d’arte.

Vartweek, l’arte che non ti aspetti

Vartweek è una tre giorni capace di sorprendere, dove il viaggio si fa incontro e l’antica via del Sale è diventata anche antica via del Tè e dei profumi. In calendario, talk, laboratori multisensoriali, musica, arte e fotografia contemporanea. Tematiche su cui confrontarsi e arricchirsi reciprocamente, in uno scambio di culture e conoscenza.

Un esempio del programma della passata edizione? Il monaco zen Pino Sōden Palumbo ha fermato il tempo in una tazza da tè. E l’artista Chiara Lorenzetti ha raccontato l’antica arte del Kintsugi, che insegna a riparare i frammenti con i metalli più preziosi. Le sculture vestite di Stefano Bressani hanno narrato storie antiche e moderne di super eroi dei fumetti che hanno raggiunto con la realtà aumentata  anche la Torre Malaspiniana di Varzi, leggende che sono diventate poi un manga attraverso la creatività della digital artist Eddie… e molto altro ancora. Senza dimenticare, sullo sfondo, i laboratori del gusto, studiati dalla yamatologa Mimma Coppola, tra assaggi di vini preziosi e salami eccellenti, una sinfonia per tutti i sensi.

Uno scorcio di Varzi, cuore della Vartweek (foto PL Candiani)

Oltrepò pavese: un mondo di arte e cultura

Ma Vartweek non è l’unico appuntamento per gli amanti della cultura e dell’arte. L’Alto Oltrepò, infatti, offre di continuo spunti per arricchire sé stessi viaggiando. Sempre a Varzi, per esempio, lo scorso giugno si è svolta la prima edizione del Varzi Festival, un incontro multidisciplinare finanziato dal “PNRR Borghi” e interamente sostenibile, ideato per valorizzare il territorio attraverso spettacoli dal vivo – teatrali, musicali e proiezioni cinematografiche  – ambientati in giardini, piazze, portici e castelli della cittadina con un clou a settembre davvero emozionante grazie alla performance di Carmen Consoli nel giardino di Villa Mangini.

E poi ci sono le mostre permanenti: la Collezione Riccardi di Arte Contemporanea a Rivanazzano Terme, che raccoglie un centinaio di opere che vanno dall’inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Settanta del Novecento, con capolavori di arte astratta, Neocubismo, Spazialismo così come di arte povera e arte concettuale. Ma anche la Collezione Maria Maddalena Rossi a Codevilla, una nutrita serie di quadri di Guttuso, Carrol, Mafai, Gentilini, Sassu e molti altri, donati da Maria Maddalena Rossi, giornalista e politica, alla sua morte, nel 1995. E ancora: l’Archivio Malaspina, conservato presso il Comune di Godiasco: in mostra 388 faldoni (1320 unità archivistiche quali fascicoli e registri) dell’archivio della famiglia Malaspina di Godiasco in cui si narrano le vicende del territorio intrecciate con quelle del marchesato.

Info: Startoltrepo.it

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