Il Grand Tour delle donne in Toscana, che tappa dopo tappa sta accompagnando le lettrici e i lettori di DOVE alla scoperta delle bellezze della regione attraverso le storie delle sue protagoniste, questa volta sbarca nel mondo del benessere termale, di cui la Toscana è una delle rappresentanti più prestigiose in Italia, ospitando un quarto delle sorgenti termali italiane. Una storia che affonda le radici in età etrusca, e che continua, oggi come allora, grazie alla presenza di oltre 30 stabilimenti.
Ogni genere di acqua è rappresentato: dalle acque fredde con meno di 20°, alle ipotermali tra i 20° e i 30°, alle omeotermali tra i 30° e i 40°, fino alle ipertermali che superano i 40° con punte di ben 52°. Le acque fredde filtrano dalle profondità dei marmi apuani, mentre quelle calde sono generate dalla potenza del sistema vulcanico del monte Amiata.
Sin dall’antichità, le proprietà terapeutiche e benefiche delle acque sulfuree sono note, anche se solo nel XVIII secolo si identificano in modo scientifico le proprietà delle acque termali fino a diventare, in tempi recenti, accessibili anche ai ceti medi. Così è accaduto a Montecatini Terme, unico sito termale riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità, oggi associato ad altri dieci comprensori termali europei sotto la firma unica di The Great Spa Towns of Europe.
Alessandra De Paola, una donna “termale”
La storia delle Terme di Montecatini è legata al nome di Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, che fece costruire i bagni dal 1773 al 1783. Insieme agli stabilimenti fu realizzato anche un ampio viale costeggiato da olmi, che divenne uno dei simboli della città. Dalla fine del diciottesimo secolo un ambizioso progetto di rinnovamento ha trasformato un “giardino termale” in un “paesaggio termale”. La sua architettura monumentale, incentrata intorno a quattro sorgenti principali, si declina in un’oasi di giardini, parchi e percorsi incastonati in una cornice di pini ed ulivi. All’inizio del XX secolo, Montecatini si trasformò in città termale grazie al lavoro dell’architetto Giulio Bernardini che, sull’esempio di altre città termali europee, costruì gli edifici più iconici del comprensorio: le Terme Tamerici, le Terme Excelsior, le terme leopoldine e il Parco Pubblico.
E a Montecatini Terme inizia anche la storia di Alessandra De Paola, che si definisce una “donna termale” raccontandosi a DOVE: “Sono nata a Montecatini Terme e come tutti quelli che vivono nelle città termali, sono abituata a viali verdi e a un concetto di slow living, perché la fruizione delle terme implica un assaporare lento della vita. Uno dei miei primi incarichi è stato lavorare in questa città, al Convention Bureau, e poi come assessore al Turismo. Ho cercato di restituire un’idea differente di termalismo, provando a presentare le terme come un luogo di felicità, rilassamento e benessere”.
Oggi Alessandra De Paola è la responsabile delle relazioni istituzionali e della comunicazione interna di Terme Italia, una holding che in Toscana è rappresentata dalle Terme di Saturnia, una delle strutture termali più importanti al mondo, recentemente nominata tra le 5 migliori Destination SPA al mondo da Travel & Leisure, e dalle terme di Chianciano, recentemente acquisite, oltre ad altre aree fuori dalla regione: “Il gruppo si propone di restituire una visione di salute e benessere a 360 gradi, mettendo al centro l’acqua termale e non le innovazioni tecnologiche – spiega Alessandra – Intorno all’acqua e alle sue valenze ruotano tutti i nostri metodi: il metodo di dimagrimento, di balance, di antiaging, tutti metodi che portano alla prevenzione, per aggiungere non anni alla vita, ma vita agli anni”.
Nelle terme toscane il valore centrale è quel Salus per aquam, la locuzione latina che ha dato vita all’acronimo SPA, che mette al centro proprio il valore salutistico dell’acqua. “Il sistema toscano delle terme è lo specchio dell’intero sistema nazionale termale – aggiunge De Paola -. Qui, infatti, sono rappresentati tutti i tipi di terme, da quelle libere a quelle di lusso, da quelle riabilitative alle SPA. Le terme in Toscana portano equilibrio e gioia perché fanno stare bene”. E non è solo una percezione: ci sono riscontri scientifici sulla relazione tra benessere e acque solforose. La balneoterapia favorisce la produzione della serotonina, fungendo da miorilassante e quindi allontanando ansia e stress.
Laura Quinti, una naturopata nel sito termale più prestigioso d’Italia
Quiete, energie positive e benessere rigenerativo sono le caratteristiche delle terme di Saturnia, considerate la sorgente termale più famosa d’Italia.
Ai piedi dell’omonimo borgo medievale, abitato dagli etruschi sin dal VII secolo a. C., le terme di Saturnia sono conosciute in tutto il mondo per le piscine naturali. La leggenda vuole che sia stato Saturno, Dio dell’Abbondanza, a fondarla. Si narra che un giorno questa divinità, stanca di vedere gli uomini in guerra tra di loro, riversò tutta la sua collera scagliando un fulmine sulla Terra che creò un cratere. Da questo cratere fuoriuscì uno zampillo di acqua sulfurea calda che, scorrendo tra le valli e le pianure, calmò gli spiriti degli umani e diede inizio ad un’epoca d’oro fertile, dedita all’agricoltura, alla caccia e all’amore.
Così appare oggi Saturnia: una terra di pace in cui da oltre tremila anni sgorga acqua termale alla temperatura costante di 37,5°C ricca di bioplancton, prezioso principio attivo dalle proprietà esfolianti che cura anche problemi vascolari e respiratori. E molto di più, come testimonia Laura Quinti, naturopata con una pluriennale esperienza in tanti campi della medicina alternativa, che da anni è una delle colonne portanti di Saturnia, oggi resort a 5 stelle costruito nel 1919, che conta anche un parco secolare e un campo da golf a 18 buche.
“Qui tengo sedute di iridologia, una pratica diagnostica che si fonda sulla cura della persona a partire dall’analisi dell’iride – spiega Laura -. Attraverso l’occhio vedo se ci sono problemi di metabolismo, ma anche problematiche più serie. Da me arrivano tanti stranieri frequentatori delle terme, che attraverso questa tecnica perdono o recuperano peso”. Anche la pratica della mindfulness è molto richiesta alle terme di Saturnia: “Seguo gruppi con attività di team building – spiega la naturopata – insegnando tecniche di gestione dello stress e di respirazione. Il blocco del diaframma può portare malattie importanti, dalla depressione ai disturbi alimentari fino alle malattie autoimmuni”.
Nel raccontare il suo percorso professionale e l’importanza di saper coniugare benessere e accoglienza, Laura Quinti ricorda il lungo percorso che l’ha portata ad avere un approccio olistico alla persona: “Avrei dovuto fare l’avvocato, ma a 19 anni ho avuto un incidente che mi ha portato in coma per alcuni mesi. Una volta sveglia ho dovuto affrontarne le conseguenze e le cure connesse. Il cortisone mi aveva fatto prendere 20 chili e non stavo bene con me stessa. Un giorno, passeggiando per Firenze, mi incuriosì una scuola di agopuntura e andai a parlare con il direttore che mi promise che in 7 sedute sarei tornata come prima. E così fu. Decisi di dare una svolta alla mia vita, iscrivendomi a medicina, per poi passare alle cure naturali e all’omeopatia. Negli anni Ottanta la legge non permetteva di esercitare l’agopuntura senza essere medico, così decisi di andare a studiare naturopatia in Francia. E solo finiti gli studi iniziai ad esercitare in Italia”.
Eliana Gabrel, l’anima delle Terme San Giovanni
Le terme in Toscana sono anche riabilitative e un esempio sono le Terme San Giovanni all’Isola d’Elba, che si stagliano in posizione panoramica di fronte alla Darsena Medicea di Portoferraio. Le cure termali, qui, si arricchiscono di limo, prezioso fango marino termale che viene impiegato nei trattamenti thalassoterapici insieme alle alghe e alle piante che vegetano sul fondale, dotate di proprietà curative contro artrosi e reumatismi.
La storia di queste terme risale agli anni Cinquanta, quando alcuni medici elbani iniziarono a interessarsi alla zona paludosa delle Antiche Saline, dismesse nel 1910, dove un gioco di correnti e maree portava i residui ferrosi degli altoforni, arricchendo di ferro il limo del fondo.
A incuriosire i medici fu il fatto che i cavalli della Tenuta Reale di San Rossore, portati qui a pascolare dopo gli infortuni, nel giro di un paio di settimane tornavano in perfetta salute. Merito dell’acqua di mare tiepida e del limo, con cui si curavano anche i braccianti del territorio. Così il dottor Ernesto Somigli, portoferraiese, decise di approfondirne le proprietà terapeutiche e di accertarle con studi scientifici: così negli anni Sessanta il terreno e l’acquitrino furono bonificati e iniziarono i lavori per la costruzione dello stabilimento termale.
A tramandare questa storia portentosa, oggi, è Eliana Gabrel, fisioterapista padovana ma elbana d’adozione, specializzata in pazienti termali, ortopedici o in riabilitazione oncologica, con alle spalle una formazione all’IEO di Milano sulle terapie linfatiche: “Le nostre terme sono nate in ambito medico – spiega Elena – e tuttora è questo il cuore del complesso termale. La branca termale fisioterapica e quella del benessere sono le due facce di San Giovanni. Il nostro lavoro è prevalentemente circoscritto ai mesi estivi e anche le nostre strutture sono legate a questo concetto di lavoro stagionale, ma ci sono anche i pazienti isolani con cui si lavora tutto l’anno. Non è stato subito facile, per me, vincere la tradizionale diffidenza degli isolani, ma il fatto di aver intrapreso un lavoro basato sulle cure mi ha aperto le porte dell’Elba”.
Anche le terme hanno aperto le porte al progresso: negli anni i servizi sono stati implementati, soprattutto nell’ambito benessere e Spa, ed è arrivata anche la chirurgia estetica, insieme a una struttura ricettiva di appoggio che permette ai pazienti di sfruttare al massimo il tempo sull’isola: “Ciò che noto qui – conclude Eliana Gabrel – è l’effetto placebo che donano queste terme, dove il paziente si trova bene anche per la location vacanziera. E noi cerchiamo di sfruttare le competenze riabilitative del centro insieme al suo contesto di grande bellezza. In questo modo il paziente vive le cure in modo più olistico”.
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Guarda anche: Grand Tour delle donne in Toscana, lo speciale
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