Castelli e abbazie, storia e tesori dell’Oltrepò Pavese

L’Oltrepò Pavese non è soltanto una terra dall’alta vocazione vitivinicola, è un concentrato di storia medievale: tra castelli, rocche e torri si contano oltre cento luoghi da visitare. Un mix di storia e leggende che offre innumerevoli spunti per fare le valigie e partire alla scoperta di questo territorio a sud di Pavia e del fiume Po.

Terra di grandi famiglie nobili e di castelli medievali che si stagliano all’orizzonte, luogo di antichi borghi, ma anche di silenzio e meditazione, grazie ai numerosi monasteri e abbazie che raccontano la secolare storia di un territorio, le sue tradizioni, la sua cultura.

Oltrepò Pavese: un viaggio nella storia

Una prima tappa può essere il Castello Dal Verme a Zavattarello. Si trova in cima a una collina, da cui sovrasta l’intero borgo, testimone di secoli di avvenimenti e custode di numerosi segreti. Fu costruito nel X secolo per volere del monastero milanese di S. Ambrogio e, nel 1390, divenne di proprietà della famiglia Dal Verme, all’epoca una delle casate più influenti della zona. All’interno vi sono una quarantina di stanze – i muri arrivano ad avere uno spessore di ben 4 metri – popolate anche, si dice, da un fantasma. Sarebbe quello di Pietro dal Verme, avvelenato dalla sua seconda moglie, Chiara Sforza, nel 1485. Imperdibili la Sala delle Feste, con i suoi sontuosi arredi, la cucina, con i suoi antichi utensili, la Sala della Musica e le prigioni. Ma, soprattutto, vale la visita la salita in cima alla torre con la sua incantevole vista sulle colline circostanti.

L’antico Castello dal Verme a Zavattarello (iStockphoto)

È dal borgo di Varzi, invece, che si scorge l’importante Castello d’Oramala, nel comune di Val di Nizza. Affacciato sulla Valle Staffora, è passato nelle mani di molte famiglie, dai Malaspina fino ai marchesi d’Este. Se le sue mura potessero parlare, chissà cosa racconterebbero. Al suo interno, infatti, hanno abitato dame e cavalieri, si sono esibiti musicisti e trovatori e vi soggiornò persino Dante. Attualmente è chiuso al pubblico, essendo di proprietà privata, ma vale la pena ammirarlo anche se solo dall’esterno. L’edificio, infatti, ha una pianta particolare, composta da una figura a semicerchio appoggiata su un rettangolo. Leggenda vuole che, nei suoi sotterranei, un tunnel colleghi la fortezza con il borgo di Varzi. E che, nei suoi corridoi, si aggirino i fantasmi di Federico Barbarossa e Obizzo Malaspina.

Sono stati sempre i Malaspina a costruire, intorno all’anno Mille, il Castello di Nazzano, situato nel borgo di Rivanazzano Terme, a 340 metri di quota. Fu Galeazzo Visconti, poi, a fortificarlo nel 1360, riconoscendone la posizione strategica. Dopo essere passato di mano in mano, è stato acquistato dai Marchesi Rovereto di Genova, attuali proprietari, che l’hanno reso una dimora privata. Dopo il restauro del 1905, il castello oggi presenta un impianto rettangolare e un’alta torre a pianta quadrata da cui si gode un’impareggiabile vista sulla pianura e le colline circostanti (nelle giornate limpide si vedono anche le Alpi Marittime e il Gruppo del Bernina).

Ci sono, poi, il Castello di Cigognola, risalente agli inizi del 1200 e sede di un’azienda vitivinicola, e il Castello di Montalto Pavese, edificato nel 1593 sui resti di un’antica rocca del 1200 e fra i meglio conservati della regione. E ancora: il Castello di Stefanago, sulla cui torre si assiste allo spettacolo naturale dell’incrocio delle quattro regioni, e il Castello Visconteo di Voghera.

Oltrepò Pavese, terra di eremi, abbazie… e stelle

Un viaggio nell’Oltrepò Pavese, però, non sarebbe completo senza un’immersione nei luoghi della fede, che punteggiano il territorio tanto quanto i castelli. Uno su tutti, l’Eremo Sant’Alberto a Butri.

Siamo nel cuore della Valle Staffora, su uno sperone di roccia a quasi 700 metri sul livello del mare. Luogo di solitudine, silenzio e preghiera, l’eremo venne fatto costruire dallo stesso Sant’Alberto, forse del casato dei Malaspina, nell’XI secolo. Vale la visita non solo per la pace che lo caratterizza ma anche per gli affreschi e i tesori architettonici che custodisce, come la torre, avanzo della cinta muraria fortificata, e le piccole chiese romaniche.

L’eremo di Sant’Alberto di Butrio, tra i luoghi di culto più noti dell’Oltrepò Pavese

Lungo la via del Sale, poi, non mancano altri luoghi di culto, costruiti forse per la posizione strategica, poco distante da grandi cammini come la Via Francigena, la Via degli Abati e la Via di San Colombano. Tra i punti di interesse da segnare in agenda: la Chiesa della SS. Trinità a Rivanazzano Terme, custode di uno degli organi a canne più antichi di tutta la Lombardia – venne costruito nel 1629 – e di una tela del pittore Paolo Borroni;  la Pieve di San Zaccaria a Rocca Susella, tra le più antiche e suggestive chiese di tutto l’Oltrepò Pavese, ma anche la Chiesa dei Cappuccini a Varzi, dedicata a San Germano, risalente al XII secolo e restaurata dai frati nel ‘900.

Sempre a Varzi, nella frazione Cella, merita una visita il Tempio della Fraternità dei popoli, voluto negli anni Cinquanta dal cappellano militare don Adamo Accosa che, in memoria dei caduti e delle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, trasformò reperti bellici in simboli di pace. Infine, la Pieve di Someglio, a Brallo di Pregola, dedicata ai S.S. Gervasio e Protasio. Edificata tra il XII e XIII secolo, sorprende per il suo campanile, nell’antichità una vera e propria torre di vedetta da cui ammirare, ancora oggi, la Valle dell’Avagnone, il Monte Lesima e Cima Colletta.

La visita del territorio pavese non sarebbe completa, però, se non si facesse una sosta al Planetario e osservatorio astronomico di Cà del Monte. Una struttura inserita armonicamente nel paesaggio che invita ad alzare gli occhi al cielo per scoprire le meraviglie dell’universo. All’interno, oltre alle proiezione digitali e a una ricca attività osservativa, vengono organizzati eventi astronomici e culturali, ma anche concerti e degustazioni di vino.

Info: Startoltrepo.it

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