Tra campagne attraversate da fiumi e rogge, sino ai dolci pendii dell’Appennino Emiliano e all’incrocio della confinante Lunigiana, si delimita il perimetro del Ducato dei Castelli di Parma e Piacenza. Un territorio di antico splendore, costellato da 38 rocche, fortezze, regge, manieri da visitare, e cinque Strade del gusto.
Castelli in Provincia di Piacenza
Piacenza e i suoi colli sono in posizione strategica per il turista che vuole trascorrere un weekend fuori porta. Un territorio ricco di storia, tradizioni e gusto, che si raggiunge in poco più di un’ora da diversi capoluoghi lombardi, piemontesi, emiliani e liguri. Basta percorrere una manciata di chilometri tra borghi e cittadine di campagna, per veder spuntare una costruzione di stampo medievale, torrioni, e rocche. Se ne contano 400: è la provincia con più castelli di tutta l’Emilia Romagna. Luoghi che raccontano storie di dame e cavalieri, di famiglie nobili che hanno mantenuto in vita sale e saloni come un tempo, di giardini, labirinti e leggende di fantasmi che si narrano tra le colline coperte da Malvasia di Candia Aromatica, Barbera e Ortugo.
Castello di Rivalta
A 14 km dal centro di Piacenza, un torresino che ricorda le linee del Cremlino (Pietro Antonio Solari è l’architetto che ha progettato Rivalta e le torri di Mosca, ndr) segna il punto di arrivo. Siamo al Castello di Rivalta, affacciato sul fiume Trebbia. Non solo una residenza nobiliare apprezzata anche dai reali inglesi ed olandesi (vengono spesso qui!). Ma anche un borgo diffuso, in cui soggiornare nel silenzio dei colli piacentini.
I Conti Zanardi Landi mantengono ancora la proprietà e risiedono nel Castello che ospita, tra gli altri, un Museo del Costume Militare con novanta divise autentiche dagli antichi stati preunitari fino alla seconda guerra mondiale. Passeggiando tra saloni e soprattutto le cucine del castello, si sentirà forse una presenza: è lo spirito del cuoco Giuseppe che potrebbe lasciare un segno.
Per vivere l’esperienza fiabesca, si può pernottare nelle suites della Dimora Storica Torre San Martino proprio di fronte al Castello, pranzare e cenare al Bistrot Caffè di Rivalta e regalarsi una esperienza di benessere al Castello di Rivalta Wellness Spa.
Castello di Gropparello
Da Rivalta, in una ventina di minuti di auto si raggiunge il Castello di Gropparello, nella verde Val Vezzeno. Su uno sperone di ofiolite, si erige il maniero, che vanta ancora il ponte levatoio autentico. Il percorso di visita, che dura circa un’ora e mezza, si snoda tra sale nobili, camminamenti di ronda, mastio, e cortile. Anche qui, non mancano storie relative a numerose presenze, spiriti ed energie che popolano le sale del castello. La più nota? Lo spirito di Rosania Fulgosio, giovane dama murata viva in una camera maledetta dal marito Pietrone che tornato dalla battaglia scopre l’amore della sua sposa per il cavaliere Lancillotto Anguissola che con le sue truppe aveva assediato il castello in sua assenza.
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Terminata la visita si sosta nella accogliente Taverna Medievale sotto il pergolato delle viti. Le specialità del territorio incontrano anche influenze mediterranee. Da provare: un’antica zuppa di farro, fagioli dell’occhio e trito di salvia.
Tra le attività in questa residenza storica, merita una visita il Museo della Rosa Nascente, un percorso dedicato alla rosa come fiore e come foriero di simboli legati a tutte le popolazioni anche dell’antichità. Per i più piccoli, nel bosco che circonda il castello, l’esperienza fantasy è nel “Parco delle Fiabe”: il primo parco emotivo d’Italia dove i bambini, vestiti da cavalieri incontrano fate, folletti, elfi, druidi e streghe.
Rocca Viscontea di Castell’Arquato
Un altro borgo fortificato con la rocca che lo domina al centro: a Castell’Arquato, centro della Val d’Arda, svettano le torri della Rocca Viscontea, circondata dal borgo medievale. Il mastio è il baluardo della cittadella e controlla l’intera vallata. Lo chiamano Borgo degli Innamorati e i motivi possono essere diversi: gli scorci in cui abbondano fiori e decori, la vista dal belvedere sulla pianura al tramonto, o la possibilità di celebrare le nozze nel Palazzo del Podestà. Il romanticismo la fa da padrone. La rocca si può ovviamente visitare: il percorso si snoda tra cortili esterni, l’interno del mastio ed il museo multimediale della vita medioevale.
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Mastio e Borgo di Vigoleno
Il Medioevo qui è tangibile. Si entra dal Rivellino, uno dei pochi rimasti intatti sino ai giorni nostri, e si sale sul camminamento di ronda di Vigoleno – annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano – spicca la mole del mastio possente, quadrangolare dotato di feritoie, beccatelli e merli ghibellini. Il panorama è davvero suggestivo passeggiando quassù.
La Duchessa Maria Ruspoli de Gramont, ex proprietaria del castello, lo trasformò dal 1921 al 1935, in un salotto culturale, dove erano soliti intrattenersi personaggi come Gabriele D’Annunzio e Max Ernst. Non solo i quattro piani del maniero meritano una visita, ma anche il borgo con la piazza principale, dove si trova la fontana cinquecentesca, e la chiesa romanica di San Giorgio, della seconda metà del XII secolo.
Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio
Arriviamo al confine con la provincia di Pavia e la zona montana dell’Oltrepò Pavese, scavallando il passo del Penice, per giungere a Bobbio – anch’esso tra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano – dove si trova il Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio (a 45 km da Piacenza), che fa parte del circuito dei Castelli di Parma e Piacenza. Lungo il fiume Trebbia, si trova l’Abbazia di San Colombano fondata nel 614 dal monaco irlandese, che diventò uno dei principali centri spirituali e culturali d’Italia.
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Da visitare qui è senza dubbio la cripta che custodisce il sarcofago del Santo e un meraviglioso mosaico pavimentale. Il centro del borgo è dedalo di strette viuzze, case in pietra e palazzotti signorili che dominano la vallata, il fiume e il Ponte Gobbo. Il Castello Malaspina, abitato dai conti Dal Verme, dal 1956 è proprietà dello Stato, ed è aperto alle visite ogni fine settimana. Al suo interno sono conservati affreschi del XVI secolo.
Castelli in provincia di Parma
Il paesaggio delle colline di Parma è di quelli idilliaci in cui il turismo è lento e godereccio: dolci alture, antichi castelli tra boschi e veri templi del gusto della foodvalley italiana.
Castello di Compiano
Una porta interamente ricoperta di edera segna l’accesso al borgo di Compiano alla cui sommità si trova l’omonimo Castello. Ci troviamo ad un’ottantina di chilometri da Parma, all’incrocio tra Emilia, Toscana e Liguria. Il Castello di Compiano, con le sue torri tonde che dominano la Val di Taro, custodisce le tracce delle nobili dinastie Landi, Grimaldi, Farnese. Ci si addentra tra le sale arredate della Marchesa Gambarotta, con il suo estroso gusto, a volte bizzarro: la biblioteca, la cappella del Collegio, lo studio, camera da letto, fino ai saloni affascinanti dedicati all’Oriente e alla Musica. Tra le diverse collezioni, anche il Museo Internazionale Massonico.
Un’ala del Castello è stata convertita in relais di charme Castello di Compiano con suites arredate in stile principesco, piscina e giardini panoramici. Nel borgo, dove non mancano belvedere e vedute mozzafiato, si gustano le specialità enogastronomiche locali come la Panigacceria-Braceria, indirizzo in cui provare le tipicità dell’Appennino Parmense e della Lunigiana, o La Vecchia Compiano, ristorante con tavoli sulla terrazza del borgo, dove ordinare d’obbligo l’uovo croccante con crema di Parmigiano e porcini di Borgo Taro o i tortelli parmigiani.
Castello di Torrechiara
Ad una manciata di chilometri da Parma e dalla patria del Prosciutto di Parma DOP, Langhirano, si trova un esempio tra i più importanti di architettura fortificata italiana, di proprietà dello Stato Italiano. Il Castello di Torrechiara, inserito al centro del borgo ameno in cui è possibile soggiornare, ma anche fermarsi per un aperitivo con vista o una gita in famiglia, è composto da tre cerchia di mura, quattro torri angolari, la splendida “Camera d’Oro”, conosciuta anche come Stanza dell’amore, la cui decorazione è attribuita a Benedetto Bembo, dedicata alla storia d’amore tra Pier Maria e Bianca Pellegrini ed i fasti della casata. Allegorie e grottesco sono i protagonisti degli affreschi nelle sale del percorso di visita.
Fortezza di Bardi
Arroccata sulla rupe di diaspro rosso da oltre mille anni, ecco la Fortezza di Bardi, nota per essere una delle strutture difensive più emblematiche dell’intero patrimonio italiano, e per il fascino che esercita su tante persone incuriosite da misteri e fantasmatiche presenze: qui è stato registrato, tra l’altro, il primo caso al mondo di “fantasma termico”. E cioè: esiste una foto del cavaliere Moroello, scattata nel 1999 all’interno del castello, nei pressi della scalinata del boia. Lo scatto è stato realizzato con una termocamera, uno strumento in grado di rilevare le variazioni termiche nell’ambiente. Nella foto la sagoma del cavaliere si vede nitidamente.
Durante la visita si percorrono i camminamenti di ronda, per poi attraversare il cortile d’onore, la piazza d’armi, e addentrarsi nel buio delle antiche prigioni e nelle sale di tortura. Visitabile è anche il Bastione di Artiglieria fatto costruire da Manfredo Landi il ‘Magnifico’ nel XV secolo.
Castello di Tabiano
La vista spazia dall’Appennino fino alla catena alpina, a pochi minuti di auto delle note stazioni termali di Salsomaggiore e Tabiano. Il Castello di Tabiano è uno dei più importanti monumenti di difesa dell’epoca feudale nell’Alta Emilia. Il percorso visita dura circa 45 minuti e attraversa i luoghi più interessanti del maniero: le antiche cantine a volta con le grandi botti di rovere, i saloni affrescati, la sala da ballo, la sala degli stemmi, la biblioteca, la Cappella privata, lo scalone d’onore, le terrazze, i giardini, la ‘Porta rossa’.
Per l’esperienza da favola si può pernottare nelle esclusive suites del Relais Antico Borgo di Tabiano Castello, e cenare nel ristorante L’Antico Caseificio con piatti firmati dallo chef Maurizio Morini.
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Castelli di Parma e Piacenza: cosa assaggiare lungo le strade dei sapori
Una terra, quella del Ducato di Parma e Piacenza, che prende per la gola i visitatori che scelgono questi luoghi anche per la generosa offerta enogastronomica. Cinque le strade dei sapori e dei vini del territorio, tutto da gustare, promosse anche dal progetto progetto Emilia Wine Experience, oltre che dal Gal del Ducato. Tra i fiumi Taro e Ceno, si snoda la Strada del Prosciutto e dei vini dei colli di Parma, dove incontrare (nel piatto) il meglio di questo lembo di terra.
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Il regno della norcineria
Il Prosciutto di Parma DOP (se passate da Langhirano c’è anche un museo dedicato), i Vini dei Colli, il Tartufo Nero di Fragno, il Parmigiano-Reggiano DOP, il Salame di Felino IGP, ma anche i sapori dimenticati come le conserve, le erbe aromatiche e i fiori. E gli anolini, i tortelli di erbette.
Quando si scende lungo la ciclabile Parma-Po, pedalando per i paesini: Zibello, Roccabianca con il suo bel castello, Torricella e Colorno, non si può sottrarsi ad una sosta di gusto. Qui il protagonista indiscusso è il Culatello, pregiato salume che solo qui si produce e solo qui si può acquistare. L’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (Les Collectionneurs) è il suo regno: un fortilizio preesistente, dai marchesi Pallavicino di Polesine, del 1400, dove oltre a saloni nobili è possibile visitare il Museo del Culatello e vivere un’esperienza gastrofluviale stellata firmata dallo chef (e norcino) stellato Massimo Spigaroli, che invita a corte.
Ma le terre di Giuseppe Verdi, fra Parma e Busseto e fra i tanti castelli come quelli di Sissa, Fontanellato e Soragna, sono note anche per la produzione del Parmigiano-Reggiano DOP ( a Soragna si trova il Museo del Parmigiano che fa parte degli otto Musei del Cibo della provincia di Parma); il Fungo porcino più famoso e più buono d’Europa, ossia quello di Borgotaro IGP. Anche in questo caso, alle porte del grazioso borgo, si trova un museo dedicato alla prelibatezza del territorio. www.stradadelfungo.it
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La Strada dei Sapori della Bassa Piacentina
Dal parmense ci si sposta nelle valli del piacentino dove castelli e dimore storiche seguono l’andamento sinuoso della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina. A qualunque tavola vi sediate, poi, d’obbligo è l’assaggio di uno dei piatti tipici:non dimenticate di assaggiare i “pisarei e fasò”, gnocchetti di pane conditi con un particolare sugo a base di lardo pestato, cipolle, pomodoro, pepe e fagioli borlotti.
Non mancheranno il Cacio del Po, i tre salumi Dop piacentini -Coppa, Salame e Pancetta- culatello piacentino, il fiocchetto, il salame gentile e i famosissimi anolini, annaffiati da un bicchiere di rosso Gutturnio, di bianco Ortrugo o una Malvasia di Candia Aromatica: quest’ultima si beve solo qui, secca o dolce. Da provare quella di Cantine Luretta, dove le bottiglie affinano nelle cantine segrete del Castello di Momeliano. Si chiamano Boccadirosa e Le Rane (quasi un eccellente passito), ma anche Principessa, un Metodo Classico Chardonnay di grande eleganza.
Su www.castellidelducato.it tutte le info e le visite ai Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
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