Bormio: cosa vedere e cosa fare in autunno, tra foliage, relax alle terme, feste contadine

Un tempo era nota come la “Magnifica Terra”, per la sua posizione strategica, adagiata in un ampio anfiteatro naturale al centro delle Alpi, a 1.225 metri di altitudine, e per le ricchezze naturali all’origine anche della sua fiorente economia.

Oggi come allora, Bormio è una meta apprezzata per staccare la spina e stare all’aria aperta, immersi nella natura selvaggia e autentica che la circonda.

Soprattutto in autunno, quando i boschi di faggi, betulle, aceri e larici del Parco nazionale dello Stelvio invitano ad ammirare il foliage che tinge di calde tonalità il paesaggio con facili passeggiate, approfittando del clima ancora piacevole. E poi visitando il suo bel centro storico, ricco di storia, arte e tradizioni ancora vive.

Il suggestivo panorama che circonda Bormio in autunno ©Luca Pedrana

La generosità e la fama di Bormio è anche legata alla presenza di acque termali, sfruttate fin dall’epoca preromana. Oggi, con tre stabilimenti, è il parco termale più grande delle Alpi e offre l’occasione perfetta per ritagliarsi momenti di puro relax e benessere per corpo e mente.

Cosa vedere a Bormio

Suddiviso in cinque contrade, il centro storico di Bormio conserva ancora gran parte della sua storia millenaria. Lo si visita piacevolmente a piedi, lungo via Roma, una zona pedonale che l’attraversa da un capo all’altro, e nelle vie limitrofe, dove si concentrano monumenti e palazzi storici.

Piazza del Kuerc

Piazza del Kuerc Bormio
Piazza del Kuerc, cuore di Bormio © Fausto Compagnoni

È il cuore pulsante di Bormio. Piazza Cavour, nota anche come Piazza del Kuerc (che significa coperchio in dialetto locale) in passato era sede dei più importanti palazzi civili e religiosi della città ed è definita da antiche case in pietra e da diversi edifici storici.

Primo fra tutti, il Kuerc, dalla quale prende il nome: una struttura risalente al Trecento (ma ristrutturata nel 1855 a seguito di un incendio), dalla pianta irregolare, aperta su tre lati, con pilastri che sorreggono un’ampia copertura e arredata con panche, utilizzata un tempo per amministrare la giustizia e le adunanze cittadine.

Accanto si trova la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, patroni di Bormio: è di origine medievale, ma venne ricostruita a partire dal 1626 dopo essere stata completamente distrutta dagli spagnoli.

La facciata è a timpano, arricchita da un portale in pietra verde di Campello e da due nicchie con le statue dei Santi cui è dedicata, mentre all’interno, a navata unica con otto cappelle laterali, conserva un organo seicentesco, impreziosito da numerose cariatidi, posto a fianco dell’altare, e un imponente tabernacolo, in stile barocco, intagliato nel legno.

La piazza è dominata dalla Torre delle Ore, del XIV secolo, caratterizzata da stemmi, da una meridiana e dall’orologio dipinto. È nota anche come torre Bajona, una campana tanto grande da essere udita in tutta la vallata, che serviva a richiamare la popolazione in occasione di adunanze o pericoli.

Dopo essersi distrutta nel 1376 cadendo a terra, venne fusa per creare due nuove campane, quella del Consiglio per convocare le riunioni dei magistrati e, la più grande, chiamata ancora Bajona per avvisare la popolazione in caso di pericolo.

Infine, completano piazza Cavour il Palazzo del Podestà, sede del tribunale e delle carceri, e il Palazzo Cortivo, dove si riuniva l’assemblea pubblica ai tempi del Contado, con la facciata decorata con alcuni stemmi ducali e una Madonna con Bambino.

Palazzo de Simoni

Costruito sui resti di un castello medioevale, è un palazzo del Seicento che ha mantenuto l’imponente torre originaria e appartenne all’importante famiglia de Simoni.

Oggi è sede del Museo Civico e, all’interno, si possono ancora ammirare due stue – le sale rivestite in legno e riscaldate da stufe – il salone d’onore del palazzo, con volte a botte e impreziosito da stucchi, in cui sono esposti arredi di case nobiliari e attrezzi di lavoro contadino.

Collegata al palazzo, la piccola cappella della Beata Vergine del Buon Consiglio (XVII sec.) che venne utilizzata fino alla morte dell’ultima erede della famiglia, che lasciò il palazzo al comune di Bormio.

Chiesa di San Vitale

Risale al XII secolo ed è tra le più antiche del Contado di Bormio. In stile romanico, affiancata da un campanile, ha una struttura semplice, a pianta quadrata, con una facciata a capanna, un portale a tutto sesto e dipinti esterni decorativi.

Al tempo sorgeva nella zona artigianale del paese dove si trovavano i principali laboratori e opifici, un luogo che probabilmente ha ispirato l’affresco del Cristo della Domenica, un insolito Cristo nudo circondato da attrezzi di lavoro che decora l’esterno della facciata.

La sua essenzialità si ritrova anche all’interno della chiesa, a navata unica con volta a crociera, impreziosita da affreschi e sculture, tra cui le statue lignee dei Santi Gervasio e Protasio, la Madonna del latte e una Crocefissione con la Vergine e San Giovanni, di scuola valtellinese.

Chiesa di Santo Spirito

A breve distanza da San Vitale, la chiesa di Santo Spirito del XIV secolo rischia di passare inosservata per la semplicità degli esterni in pietra che si confondono con quelli delle case adiacenti.

Bisogna entrare per ammirare la sua bellezza, dove volte e pareti sono completamente decorate da affreschi risalenti al XV-XVI secolo tanto da essere definita la “Cappella Sistina” di Bormio.

Le scene raffigurate sono quelle dell’iconografia classica della Trinità e dello Spirito Santo, dell’Annunciazione nel presbiterio, gli Apostoli, la Vergine, gli Evangelisti, i Padri della Chiesa e i Profeti.

La chiesa, oggi è sconsacrata, è rimasta in funzione fino agli inizi dell’Ottocento, quando venne trasformata in magazzino, prima, e abitazione, poi.

Torre Alberti

Sempre lungo via Roma, ecco l’imponente Torre Alberti, uno dei simboli di Bormio: risale al XIII secolo ed è alta 24 metri e realizzata in pietra grigia a vista, con finestre a ogiva, spigoli caratterizzati da grossi conci d’angoli dalla tipica lavorazione a bugnato e, sotto al tetto, diverse feritoie a croce utilizzate dagli arcieri.

Deve il suo nome alla famiglia Alberti, la nobile famiglia bormina che ne fu proprietaria tra il XV e il XVII secolo quando venne donata ai Gesuiti per l’istruzione scolastica.

Oggi è sede del centro informazioni del Parco Nazionale dello Stelvio della regione Lombardia, ma un tempo le sue stanze ospitarono personaggi illustri di assaggio per Bormio, come Bianca Maria Sforza, Ludovico il Moro e l’Arciduca d’Austria.

La nobile famiglia dà il nome anche al Quadrilatero degli Alberti, alle spalle di piazza Kuerc, un complesso di edifici e palazzi di loro proprietà che, nel XIII secolo, costituivano una sorta di contrada fortificata di cui faceva parte anche la Torre Bajona. Tra invasioni e incendi, oggi restano solo alcune tracce.

Cantine Braulio

Sempre lungo la via Roma, al numero civico 27, ecco una tappa all’insegna della tradizione bormina. Sono le antiche cantine Braulio, dove da quasi 150 anni si produce il famoso amaro alpino della Valtellina.

Qui, vale la pena prenotare una visita guidata che, dal piano terra, dove si trova il punto vendita, porta ai sotterranei dove si trovano i reparti di infusione e filtrazione, di deposito dell’alcool e le cantine di invecchiamento che avviene in botti di rovere di Slavonia per 2 anni, o 5 anni per la produzione del Braulio Riserva.

Creato dal farmacista bormino Francesco Peloni, nel 1875, l’amaro Braulio è composto da 13 erbe e piante officinali, tra cui l’achillea, l’assenzio, la genziana e il ginepro, più un ingrediente segreto che viene tramandato di padre in figlio.

Ha una gradazione alcolica di 21° ed è ancora oggi molto diffuso come digestivo dopo i sostanziosi piatti valtellinesi.

Ponte di Combo

A breve distanza da piazza Cavour si raggiunge il Ponte di Combo, uno dei pochi a forma di arco presenti in Valtellina, che attraversa il torrente Frodolfo. Di origine medievale ma completamente restaurato nel 1717 conservando la struttura originaria, era l’unica via d’accesso a Bormio per chi proveniva da sud-est.

Il ponte è realizzato in pietra grigia a un’unica arcata a schiena d’asino, sulla cui sommità sono poste due edicole votive raffiguranti S. Giovanni Nepomuceno, protettore delle alluvioni, e il trasporto della Santa Croce nella cittadina spagnola di Bellpuig.

Congiungeva il centro con la zona agricola del paese nota come il granaio di Bormio, in cui si coltivavano segale e frumento.

Chiesa del Santissimo Crocefisso

Chiesa del Santissimo Crocefisso Bormio
La Chiesa del Santissimo Crocefisso nella Contrada Combo di Bormio ©Fausto Compagnoni

Superato il ponte, nella Contrada Combo, s’incontra la Chiesa di Sant’Antonio, nota anche come del Santissimo Crocifisso perché al suo interno è conservato un venerato e miracoloso crocefisso dalle origini incerte, che si trova in una cappella laterale eretta nel 1738.

La chiesa, edificata nel 1356, ha una struttura semplice con la facciata a capanna arricchita da due lesene laterali; l’interno, a una sola navata, con presbiterio a pianta quadrata, è decorato da numerosi affreschi, come la Crocifissione, la Pietà, sopra la porta d’ingresso, scene della vita di Sant’Antonio, una pala d’altare e tavolette ex voto.

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Cosa fare a Bormio in autunno

A Bormio, l’autunno è la stagione perfetta per fare il pieno di natura, con il clima ancora piacevole e i luoghi poco affollati che invitano a rallentare i ritmi. L’occasione per fare belle passeggiate all’aria aperta nel Parco Nazionale dello Stelvio, tra i colori magici del foliage che trasformano un’escursione in un’esperienza di cromoterapia, rilassarsi alle terme, vere fonti di benessere per corpo e mente, o partecipare a eventi tipici condividendo con gli abitanti momenti di vita locale.

Le terme di Bormio

La fama di Bormio è legata anche alla presenza di acque termali, note fin dall’antichità, in epoca preromana, che sgorgano da nove fonti a una temperatura tra i 36° e i 41°. Lo stesso nome Bormio deriva molto probabilmente dal termine gallico bormo (sorgente calda) o dal tedesco warm (caldo).

Risale al periodo medioevale l’Hospitium Balneorum, gestito da monaci, che divenne nel tempo la prima struttura ricettiva termale. Si aggiunsero poi i Bagni Superiori e la fama del paese crebbe nel XIV secolo, attirando numerosi visitatori, anche illustri, come Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro.

Oggi Bormio conta tre stabilimenti facendone il parco termale più grande delle Alpi.

QC Terme Bagni Vecchi

Situati in Valdidentro, arroccati sul versante del Monte Reit lungo la strada che porta allo Stelvio, sono i bagni storici di Bormio, quelli degli antichi romani, descritti per la volta nel I secolo d.C. da Plinio il Vecchio.

Dopo tanti secoli e qualche ristrutturazione – prima in hotel nell’Ottocento e in tempi recenti nell’attuale QC Terme – hanno sempre mantenuto la tipica struttura medioevale conservando intatto il suo fascino.

Oggi la struttura offre ai visitatori 26 diversi servizi termali, tra cui la suggestiva piscina panoramica all’aperto affacciata sulla valle, la grotta sudatoria naturale e luoghi che omaggiano la sua storia, come la Vasca dell’Arciduchessa, in legno e risalente al 1800, realizzata da artigiani locali amata proprio dalla nobile ospite.

O la Vasca di Cassiodoro, il letterato e storico romano che citò questi bagni nelle sue lettere, e la Sauna Ludovico il Moro, in legno d’abete con una spettacolare vista panoramica.

Il centro termale è anche hotel, con camere confortevoli dal design alpino, perfetto per un soggiorno tutto dedicato al relax.

Bagni Vecchi, Bormio

L’infinity pool del QCTerme Bagni Vecchi, affacciata sulla valle ©Bormio turismo

QC Terme Bagni Nuovi

Si trovano a Premadio, a soli 5 minuti d’auto dal centro di Bormio, immersi nel proprio Parco monumentale. Sono stati inaugurati nel 1836, a seguito della costruzione della Strada dello Stelvio.

La struttura originaria comprendeva una serie di vasche termali al piano terra di un elegante albergo in stile Liberty.

Il complesso è stato ristrutturato nel 2004 preservando lo stile architettonico preesistente e il fascino di un tempo, con piscine panoramiche, compresa l’infinity pool affacciata sulle Alpi, e i bei giardini di Venere con la Vasca delle Naiadi, alimentata con acqua termale a 30°, più tiepida rispetto alle altre vasche presenti che hanno una temperatura che oscilla tra i 37 e 43 gradi.

Si affaccia sulla vasca la Baita di Pan, un’area relax arredata in stile alpino, con un grande camino a legna.

Bormio Terme

Nascono intorno agli anni Venti nel centro di Bormio per fornire servizi termali agli abitanti sfruttando i benefici dell’acqua che sgorga alla fonte Cinglaccia, lungo l’Adda, a una temperatura di 39,5°.

Completamente rinnovato nel 2004, è un moderno centro termale dedicato al benessere e adatto a tutta la famiglia. Disposto su diversi piani, offre diverse piscine, saune e bagno turco, servizi per attività sportive e, naturalmente, cure termali come fangoterapia, inalazioni e docce micronizzate.

Escursioni nel Parco dello Stelvio

Da metà settembre fino all’arrivo della prima neve, il verde dei boschi attorno a Bormio cede il passo ai caldi colori autunnali che invitano a fare escursioni all’insegna del foliage.

Qui, a dare spettacolo, è la natura selvatica e lussureggiante del Parco nazionale dello Stelvio dove faggi, betulle, aceri e larici regalano scorci e panorami unici. Tra gli oltre 600 km di tracciati, da quelli più facili adatti a tutti, anche alle famiglie, a quelli più impegnativi per esperti, molti sentieri sono indicati proprio per passeggiate autunnali.

Foliage Parco dello Stelvio
Escursioni nel foliage a Bormio ©Bormio turismo

Passeggiate in Val Zebrù

Cuore e simbolo del Parco Nazionale dello Stelvio, la Val Zebrù è uno dei luoghi migliori per immergersi nei boschi e nei colori, rosso, arancione e giallo, del foliage autunnale.

Con un po’ di fortuna si può anche vivere l’esperienza di avvistare stambecchi, camosci, scoiattoli, marmotte o aquile.

Si può seguire l’itinerario che, da Niblogo a 1600 metri seguendo il segnavia n. 529, passa dal Ponte Tre Croci e porta verso diverse baite e rifugi, come il Rifugio Campo e, con un tratto di salita più impegnativa, la Baita del Pastore, a 2160 m.

Escursioni in Val Viola

È una delle valli più suggestive della zona di Bormio e, in autunno, affascina ancora di più per i toni caldi che ricoprono il suo paesaggio ampio, pianeggiante e luminoso.

Tra i diversi itinerari, uno facile è il giro ad anello panoramico, di circa 10 km, che parte e arriva in località Arnoga di Valdidentro.

Il percorso si inoltra all’inizio nel bosco per poi proseguire tra i pascoli, regalando una suggestiva vista sulle montagne circostanti, tra cui la Cima Piazzi, il Corno Sinigaglia e la Cima Viola.

Più avanti si raggiunge la località Sattarona, con un vertiginoso panorama sulla vallata per poi iniziare a scendere tra pascoli e prati.

escursioni Val Viola
Un sentiero nella natura colorata dal foliage autunnale della Val Viola ©Bormio turismo

Escursioni in Valle di Fraele e laghi di Cancano

Nel Parco Nazionale dello Stelvio, la Valle di Fraele con le sue dighe artificiali di Cancano – costruite tra gli anni Quaranta e Cinquanta per la produzione di energia idroelettrica e ancora in funzione – è un area naturale di sorprendente bellezza dove le brillanti acque turchesi contrastano con colori autunnali dei larici arancio.

Per la sua conformazione totalmente pianeggiante, la Valle di Fraele è il luogo ideale per fare rilassanti passeggiate o giri in bicicletta poco impegnativi. Come il giro attorno ai laghi che, partendo dalle medievali torri di Fraele, corre lungo le rive per quasi 20 km, del lago di Cancano e del lago di S. Giacomo.

Escursioni sulle tracce dei cervi

In autunno, la Val Zebrù è anche protagonista di un’escursione davvero emozionante. Quella dedicata all’ascolto del potente bramito del cervo, animale simbolo del Parco nazionale dello Stelvio, durante la stagione degli amori,

Al crepuscolo procedendo in silenzio al seguito delle guide del Parco, si cammina nel bosco muniti di speciali termocamere all’infrarosso che permettono di osservare i movimenti degli animali al buio senza disturbarli, alla ricerca dei cervi maschi che, in questa stagione, vagano solitari in cerca dei branchi di femmine.

Per farsi notare e per allontanare gli altri pretendenti maschi, i cervi emettono un forte bramito e, se questo non bastasse, si sfidano con lotte incrociando i loro maestosi palchi.

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Eventi e feste d’autunno

Al dì de la Bronza

A Bormio le tradizioni sono ancora oggi molto vive. Al dì de la Bronza invita ogni anno, abitanti e visitatori, ad assistere al ritorno di greggi e mandrie a valle, nelle stalle e negli allevamenti, per affrontare l’inverno dopo aver passato l’estate in altura per mangiare l’erba fresca dell’alta montagna.

La festa ha inizio alla mattina con la sfilata di mucche, capre e pecore tra le strade di Valdidentro, accompagnate dai loro allevatori, tra colori e rievocazione degli antichi mestieri e benedizione degli animali, a cui segue la consueta premiazione della Regina della Bronza.

La giornata prevede poi, giochi e didattica per bambini, prove di mungitura a mano, e in serata cena e balli tradizionali.

 Al dì de la bronza Bormio
Un momento della festa contadina Al dì de la bronza ©Bormio turismo

La Miğiondàra: castagne e bontà d’autunno

Un altro evento tipico dell’autunno è la Miğiondàra, che celebra la tradizione della castagnata e dei sapori di stagione.

Si tratta di una piacevole passeggiata gastronomica a tappe tra le suggestive selve di castagne, i vicoli e gli scorci di Migiondo, scandita da degustazioni di prodotti tipici dolci e salati: il Pēn de sèghel con crema di castagne selvatiche, tiramisù con marron glacé, la quiche de Samichêl, sfogliatine di mele con noci e gli immancabili Brašchēr de Miğiónt, le caldarroste.

Il percorso è anche l’occasione per visitare il piccolo borgo rurale di Migiondo, con le sue caratteristiche viuzze, le case in sasso, le corti, gli affreschi e gli antichi fienili.

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Cosa mangiare a Bormio: i piatti tipici

Pizzoccheri della Valtellina

Pizzoccheri Valtellina
I pizzoccheri, imperdibile specialità valtellinese ©Francesca Pace

È il piatto tipico della tradizione che racchiude la cultura e gli ingredienti del territorio di montagna: il grano saraceno, molto diffuso in tutta la Valtellina, i formaggi d’alpe prodotti dagli allevamenti, le patate e le verze, tra i pochi ortaggi che si riuscivano a coltivare, conditi con tanto burro.

I pizzoccheri sono un piatto ricco e sostanzioso, ideale per il clima rigido di montagna. A tutela di questa specialità, nel 2002 è stata fondata l’Accademia del pizzocchero.

Slinzega

Simile alla bresaola, è più piccola e dal sapore più intenso e deciso, ricavata dalla coscia di manzo. Come altri salumi, la Slinzega nasce dalla necessità di conservare la carne più a lungo, e vanta una produzione secolare che risale al XV secolo. Ideale da gustare con il pane di segale, un tagliere di formaggi o condita con il limone.

Sciatt

In dialetto locale Sciatt significa rospo e sono frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio saporito e filante, in genere servite con foglie di insalatina tritate sottili. Gli sciatt sono ottimi come antipasto o come secondo.

Sciatt specialità tipiche di Bormio
Sciatt e salumi sono tra le specialità gastronomiche tipiche di Bormio ©Francesca Pace

Polenta taragna

Un altro classico della cucina valtellinese e bormina è la polenta taragna, un misto di farina di grano saraceno e farina di mais, che le conferisce un colore più scuro e un gusto decisamente più intenso.

Cucinata nel paiolo, con acqua salata burro, è condita con saporiti formaggi valtellinesi e servita su un tagliere. Ottima da sola, con i funghi o per accompagnare la carne, come spezzatino o salmì di cervo,

Taroz

Un piatto nato per recuperare ingredienti sempre presenti nelle case contadine (taroz, in dialetto, significa miscuglio). È una sorta di purè di patate, fagioli e fagiolini, mantecato con il burro e condito con formaggio valtellinese.

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