Alla scoperta dell’Alto Oltrepò: un mondo intero da esplorare. Tra ieri e domani

Quando si parla di “montagna lombarda” il pensiero, molto probabilmente, va subito alle imponenti vette alpine che fanno da confine tra l’Italia e la Svizzera. All’estremo sud della regione, però, c’è un altro sistema montuoso, non meno affascinante, definito l’Appennino di Lombardia. Un’area, quella dell’Alto Oltrepò Pavese, fatta di pendii e strade panoramiche, borghi suggestivi e incantevoli vigneti. Dove perdersi tra trekking ed escursioni in bicicletta, visite di castelli e soste nelle trattorie. Un luogo in cui la tradizione cammina di pari passo con la modernità. La destinazione perfetta per un weekend che unisca storia, natura e sport ma anche buon cibo e tanta cultura.

Dai castelli alle case in pietra, una bellezza d’altri tempi

Terra di antichi paesi, tra i Borghi più Belli d’Italia, come Varzi, Fortunago, Zavattarello e Golferenzo, in un susseguirsi armonico di case in pietra, portici, piazzette e castelli, come quello dei Malaspina o dei Dal Verme. Un’area di conquista, ambita nel Medioevo da molte casate, ma anche di quiete e di riflessione grazie a suggestivi monasteri ed abbazie – uno su tutti, l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio – in cui, ancora oggi, diventa più facile ritrovare sé stessi.

Luoghi in cui il passato si intreccia con il presente e il futuro, capaci di trasformarsi in occasione di particolari eventi, come la Vartweek di Varzi e i suoi percorsi d’arte contemporanea, o di festival musicali e mostre tematiche che invitano a riscoprire il territorio sotto una luce diversa.

Valli e colline, terme e laghi: la natura che non ti aspetti

Comunque lo si guardi, l’Oltrepò Pavese è una terra da scoprire lentamente, per assaporare i suoi scorci paesaggistici unici e inaspettati che spaziano dalla pianura all’Appennino, dalle colline coperte di vigne e lavanda ai boschi di faggi, querce e abeti che custodiscono gioielli di biodiversità. Come la Riserva naturale Monte Alpe, in Valle Staffora, o il Giardino Alpino di Pietra Corva che custodisce più di 1200 varietà di piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo.

Valle dopo valle, torrente dopo torrente, si scoprono laghi di montagna come quello di Trebecco, in Val Tidone, e centri termali dove l’acqua sgorga dalle profondità della terra a Ravizzano, Salice, Miradolo. Per poi tornare “a riveder le stelle”, grazie all’osservatorio astronomico di Cà del Monte, a Cecima, uno dei punti di osservazione migliori di tutto il Nord Italia.

Cicloturismo, trekking, padel, arrampicata e non solo

La conformazione geografica dell’Oltrepò rende la terra “a grappolo d’uva” un paradiso per gli sportivi. A cominciare dai ciclisti: la fitta rete di sentieri e piste ciclabili offre infinite possibilità di escursioni e divertimento, dalla Greenway Voghera – Varzi, che si snoda lungo un’antica tratta ferroviaria, al Bike Park di Pian del Poggio per evoluzioni in quota, fino alla Road to Bonarda per sentirsi come i campioni del Giro d’Italia.

Scesi dalla sella, l’adrenalina continua: basta scegliere tra il trekking a cavallo lungo l’Ippovia dell’Oltrepò, gli emozionanti voli in parapendio a Montalto Pavese, le arrampicate a mani nude sulle falesie del Monte Vallassa. Non mancano le alternative in pianura, dal golf di Salice Terme ai templi del padel di Codevilla e Brallo di Pregola. Per un divertimento inaspettato e senza fine.

Dal salame alle ciliegie, un concentrato di buoni sapori

Ma l’Alto Oltrepò Pavese è anche la patria di prodotti tipici di qualità, a cominciare dal Salame di Varzi DOP, con la sua perfetta armonia tra dolcezza e sapidità. O della ra turta d’armàndul, la torta di mandorle, tipico dolce che gli uomini portavano in borsa quando dovevano percorrere l’antica Via del Sale.

E poi c’è la frutta. La Pomella Genovese, una mela appiattita dalla buccia rosso-verde, e la ciliegia di Bagnaria. E ancora: la patata del Brallo, il miele, il tartufo. Eccellenze territoriali che raccontano una storia antica, ma anche una contaminazione tra quattro province – Pavia, Piacenza, Genova, Alessandria – che è anche un incrocio enogastronomico tra altrettante cucine regionali, vale a dire quella piemontese, lombarda, ligure ed emiliana. E poi i vini: ben sette DOC e un DOCG tipici di questa terra che ha dato vita al Metodo Classico in Italia e che vive di viticoltura da duemila anni.

Info: Startoltrepo.it

 

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