Cosa vedere a Vienna: castelli, musei, il Prater e il Danubio. Tutte le attrazioni

Cosa vedere a Vienna e cosa visitare in un fine settimana o in qualche giorno in più? La capitale dell’Austria ha tantissimo da offrire. Qui vi raccontiamo tutte le attrazioni da non perdere.

Vienna conserva con orgoglio chiese barocche, castelli imperiali e dimore nobili, palazzi Jugendstil ed edifici moderni. E accosta l’eleganza dei caffè a musei votati all’arte contemporanea, parchi naturali a vigneti, locande tradizionali a nuovi ristoranti.

Da anni Vienna compare nelle classifiche che indicano le città più vivibili al mondo, occupando sempre le prime posizioni. Un risultato che contrariamente al pensiero comune non si associa alla monotonia.

Anzi. Tra le guglie del duomo di Santo Stefano, le cupole delle chiese, gli sfarzosi palazzi e sulle sponde del Danubio oggi spira un’aria di cambiamento che si sposa con l’innovazione.

Merito di un’amministrazione attenta al benessere sociale. Qui si creano parchi verdi, piste ciclabili, strutture scolastiche, musei, nuove architetture ecologiche.

Elementi interessanti, da vedere e visitare, adatti a tutti gli aspetti della vita e a tutti gli abitanti, dal lavoro al tempo libero, dai bambini agli anziani.

Vienna è una città che investe in creatività, in rinnovata artigianalità, in sostenibilità. Conservando con attenzione il suo passato. Una sorpresa, per chi ci va per la prima volta e per chi ci ritorna.

LEGGI ANCHE: Vienna: cosa fare nella capitale austriaca

Danubio Vienna
Il Danubio e la città di Vienna ©WienTourismus/Christian Stemper

Cosa vedere a Vienna

Il centro storico Patrimonio Unesco

Nel cuore storico di Vienna c’è tantissimo da vedere. Dal 2001 è iscritto nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco grazie ad una storia che va indietro ai Celti e ai Romani.

Ancora oggi il centro conserva edifici medievali, tra cui lo Schottenkloster, il più antico monastero in Austria, e la Cattedrale di Santo Stefano.

Duomo di Vienna, Stephansdom

Duomo di Santo Stefano Vienna
Stephansdom, il duomo di Santo Stefano e la moderna Haas-House dell’architetto Hans Hollein ©WienTourismus/Peter Rigaud

È uno dei maggiori esempi del gotico dell’Europa Centrale.

Per salire sulla sua torre sud, alta oltre 136 metri, occorre salire 343 gradini. Ma da lassù la vista spazia su tutta Vienna, dal tetto in tegole colorate del duomo ai palazzi imperiali alle colline intorno.

Hofburg, Palazzo Imperiale

Non è lontana dal Duomo la Hofburg, per quasi 7 secoli residenza degli Asburgo. Iniziato nel XIII secolo, il Palazzo Imperiale è stato ampliato in epoche diverse fino a raggiungere la superficie di 300.000 metri quadri.

Hofburg Vienna
L’Hofburg, Michaeler Tor ©iStock

L’Alte Burg è la parte più antica, mentre il Neue Burg è l’ultima ala aggiunta poco prima della Prima Guerra Mondiale e la fine dell’Impero, scenograficamente affacciata sulla Heldenplatz.

Nell’Hofburg sono numerosi i musei da vedere. Come quello dedicato all’Imperatrice Sissi, gli appartamenti reali, la Schatzkammer con il tesoro imperiale e il Weltmuseum, tra i più importanti musei etnografici del mondo.

In più, la cappella dove ogni domenica si esibiscono i Piccoli Cantori di Vienna, la Biblioteca Nazionale e l’edificio della Scuola di Equitazione Spagnola dove si tengono gli spettacoli di dressage dei famosi cavalli Lipizzani.

Albertina

All’estremità sud dell’Hofburg, invita a entrare uno dei grandi musei di Vienna, l’Albertina.

Si trova in quello che fu il palazzo della figlia prediletta dell’imperatrice Maria Teresa, l’arciduchessa Maria Cristina, e poi dell’arciduca Carlo, suo figlio adottivo e vincitore della battaglia di Aspern contro Napoleone.

Ancora conserva gli appartamenti di Stato, arredati con mobili originali. Ma fin dall’esterno il museo mostra uno spirito moderno: dal 2003 al fascino imperiale della facciata si è aggiunto l’innovativo tetto a forma d’ala progettato da Hans Hollein.

Museo Albertina Vienna
Il museo Albertina ©WienTourismus/Paul Bauer

Il fiore all’occhiello è la collezione di arte grafica, che ne offre una vera panoramica con oltre un milione di stampe e 60.000 disegni.

Fu fondata nel 1768 da Albert von Sachsen-Teschen (1738-1822), il marito dell’arciduchessa Maria Cristina da cui prende il nome il museo.

Spiccano opere di Michelangelo, Dürer,  Rembrandt, Rubens, Klimt, Schiele, Picasso.

Il museo organizza anche mostre temporanee di grande livello, che vanno da Raffaello a Baselitz, da Van Gogh a Lichtenstein.

Da marzo 2020 l’Albertina ha una nuova succursale, l’Albertina Modern, da vedere nella sede ottocentesca dell’associazione Künstlerhaus, nella Karlsplatz.

Oggi si pone tra i più grandi musei d’arte moderna e contemporanea, con una collezione di oltre 60.000 opere di 5.000 artisti.

Le mostre temporanee, che possono usare oltre 2.000 metri quadri, si basano sul patrimonio del museo e sulle grandi opere della Collezione Essl, dal 2017 ospitata all’Albertina.

Heidi Horten Collection

Davvero dietro l’angolo c’è una delle novità nel panorama museale di Vienna, la Heidi Horten Collection.

È stata realizzata dalla miliardaria mecenate Heidi Goëss-Horten poco prima di morire, nel 2022, per rendere accessibile al pubblico in modo permanente la sua spettacolare collezione d’arte.

Per la sede, la scelta è caduta sull’edificio Stöckl nel cortile dell’Hanuschhof, costruito a metà Ottocento come dépendance del Palazzo dell’arciduca Albrecht, l’attuale Albertina.

Oggi dietro la facciata in stile Gründerzeit si apre uno spazio completamente trasformato.

Piani espositivi sfalsati, come fluttuanti, sono uniti da una scala in acciaio autoportante. A cui si aggiunge la terrazza, la Tea Room, sorta di moderna camera delle meraviglie, e lo spiazzo ad accesso libero antistante con un giardino di sculture.

Le mostre temporanee espongono a rotazione le opere della collezione, legandole a un tema o mettendone in luce particolari aspetti.

Sono sempre interessanti, grazie alle dimensioni della collezione e ai capolavori di nomi come Gustav Klimt, Egon Schiele, Marc Chagall, Paul Klee, Joan Miro, Pablo Picasso, Andy Warhol, Georg Baselitz, Mark Rothko, Cy Twombly, Jean-Michel Basquiat, Damien Hirst.

La Ringstrasse

Spesso abbreviata in Ring, è un ampio anello alberato di oltre 5 chilometri che racchiude il primo distretto, il nucleo più antico di Vienna.

Volksgarten Vienna
Veduta del Volksgarten, musei e Parlamento ©WienTourismus/Christian Stemper

Nata dall’abbattimento delle mura, inaugurata nel 1865, rappresenta uno dei più significativi progetti nella storia dell’urbanistica.

Lungo i suoi larghi marciapiedi transitano auto, caratteristici tram rossi, carrozze trainate da cavalli, ciclisti. E sfilano palazzi monumentali, giardini fioriti, musei e istituzioni, caffè e grand hotel.

La Ringstrasse è suddivisa in 9 sezioni, ciascuna intitolata ad un monumento o a un personaggio.

Iniziando dal Burgring, di fronte all’Hofburg e al Volksgarten si alzano i musei di Belle Arti e Storia Naturale, verso ovest si allineano il Parlamento, il Municipio, l’Università, la Borsa.

Verso est l’Opera di Stato, lo Stadtpark, il Mak, Museo d’Arte Applicata.

Il Kuntistorisches Museum

Visitato ogni anno da oltre un milione e mezzo di persone, il Kunsthistorisches, il Museo di Storia dell’Arte, è uno dei musei più importanti al mondo.

Voluto da Francesco Giuseppe, fu aperto nel 1891 sul Ring davanti all’Hofburg, come il suo gemello destinato alla storia naturale.

Ospita opere raccolte nei secoli da generazioni di Asburgo. Tra queste emergono quelle di Bruegel il Vecchio: formano la più ampia raccolta dei suoi lavori che ci sia rimasta, vanto del museo.

Non mancano collezioni di arte egizia, greca, romana e orientale, affascinanti testimonianze delle antiche civiltà.

Nella Pinacoteca largo spazio trovano opere che vanno dal XVI al XVIII secolo, un riflesso del gusto personale dei fondatori.

Sono ben rappresentate la pittura dei primi Paesi Bassi (Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling) e la pittura fiamminga del XVII secolo (Peter Paul Rubens, Sir Anthony Van Dyck).

Oltre alla pittura del Rinascimento tedesco (Albrecht Dürer, Lucas Cranach) e la pittura veneziana del XVI secolo (Tiziano, Veronese, Tintoretto di cui spicca Susanna e i Vecchioni).

Ma ci sono anche capolavori di Raffaello (La Madonna del Prato), Vermeer (Allegoria della pittura), Velazquez (le Infante), Rembrandt.

Kunsthistorisches Museum Vienna
Kunsthistorisches Museum, lo scalone di accesso ©WienTourismusPaul-Bauer

Di grandissimo impatto è lo scalone monumentale. A decorarlo affreschi di Hans Makart sopra le finestre e di Gustav Klimt sopra le arcate e le colonne.

Naturhistorisches Museum

Sull’altro lato di Maria-Theresen-Platz si erge il Naturhistorisches Museum, il Museo di Storia Naturale, come il gemello parte dello sviluppo del Ring.

La collezione fu iniziata dall’imperatore Francesco Giuseppe I, marito di Maria Teresa.

Oggi vanta trenta milioni di oggetti disponibili a scienziati e ricercatori. Di questi, sono visibili 100.000 nelle 39 stanze che si estendono in poco meno di novemila metri quadri.

Nel Museo di Storia Naturale di Vienna sono esposti resti archeologici e oggetti di interesse antropologico di grande rilievo. Tra i pezzi forti: i reperti del sito archeologico di Hallstatt, la Venere di Willendorf risalente a 29.500 anni fa, i giganteschi scheletri di dinosauro e la collezione di meteoriti più grande e più antica del mondo.

SCOPRI ANCHE: Vienna: i 15 musei imperdibili

MuseumsQuartier

Al limite del centro storico (ma già nel settimo distretto), proprio dietro ai due musei dedicati ad arte e natura, è da vedere uno degli interventi museali più apprezzabili di Vienna.

Nel 2001 le Stalle imperiali volute da Carlo VI sono state trasformate dagli architetti austriaci Ortner & Ortner nel MuseumsQuartier, che accoglie festival di cinema, concerti di musica classica, dj set, ristoranti, caffè.

I grandi cortili sono arredati dagli Enzos, le grandi sedute di design in polietilene, tanto amate dai viennesi che ne scelgono ogni anno il colore con un referendum pubblico.

Insieme al contorno di eventi e locali, rappresentano l’intento dell’amministrazione di portare l’arte e la cultura fuori dai musei, per raggiungere il maggior numero di persone.

MuseumsQuartier
MuseumsQuartier ©WienTourismus/Julius Hirtzberger

Nell’MQ, come è chiamato dai viennesi, ci sono ovviamente i moderni musei, sempre firmati dagli architetti Ortner & Ortner, in uno splendido contrasto tra vecchio e nuovo.

Il monolite in pietra basaltica scura del MUMOK, l’edificio in mattoni rossi della Kunsthalle Wien, il cubo bianco del Leopold.

Cosa vedere nel MuseumsQuartier

Il MUMOK contiene una delle più grandi collezioni europee di arte contemporanea, dalla pop arte americana al cubismo. La Kunsthalle Wien, con una nuova aggiunta in Karlsplatz, presenta mostre di arte contemporanea in relazione a temi politici o sociali di attualità.

Leopold Museum

Da mettere in agenda la visita al Leopold, che ospita oltre 5.000 opere, un tempo di proprietà di Rudolph ed Elisabeth Leopold.

Da visitare perché sfoggia la più ampia raccolta esistente di Egon Schiele, il pittore più rappresentativo della corrente Espressionista austriaca, insieme a capolavori di Klimt, Kokoschka e Gerstl.

In più, la mostra permanente Vienna 1900 – L’alba del Modernismo, che offre una panoramica completa di Vienna intorno al 1900 con capolavori di Gustav Klimt, Oskar Kokoschka, Koloman Moser, così come i lavori della Wiener Werkstätte, la comunità artistica e di produzione fondata da Hoffman e Moser.

MAK, il Museo di Arti Applicate

Per chi è interessato al design ma non solo, il consiglio è spingersi sempre sul Ring oltre lo Stadtpark. Che, fra l’altro, è tra i più bei parchi di Vienna, inaugurato nel 1862, il primo pubblico della città, con prati, aiuole e numerosi monumenti come la statua dorata di Johann Strauss.

La meta è il Mak, il Museo di Arti Applicate: raccoglie molti pezzi rappresentativi dello stile Liberty, i mobili di legno curvato di Thonet e soprattutto i manufatti della Wiener Werkstätte, fondata nel 1903 e attiva fino al 1926.

Il MAK ne possiede l’archivio: 16.000 bozzetti, 20.000 campioni tessili, manifesti, schizzi per cartoline illustrate, cataloghi, album fotografici.

In più conserva la più vasta collezione al mondo di mobili, oggetti e progetti di Josef Hoffmann, oltre al prezioso progetto in foglia d’oro del fregio fatto da Gustav Klimt per il Palais Stoclet di Bruxelles.

Palazzo della Secessione

Sulla Ringstrasse continua l’infilata di palazzi e significativi edifici, in prima e seconda fila.

Come l’Opera di Stato, costruita in stile neorinascimentale e inaugurata nel 1869 con il Don Giovanni di Mozart,.

L’Hotel Sacher, famoso per i velluti, gli specchi e la torta, e il Musikverein affacciato su Karlsplatz, con la Sala d’Oro dove ogni anno si tiene il celebre concerto di Capodanno con i Wiener Philharmoniker.

Più discosto è il Palazzo della Secessione, costruito tra il 1897 e il 1898 con il progetto di Joseph Maria Olbrich, nel terreno concesso dall’amministrazione municipale sulla Wienerzeile presso il Naschmarkt.

Oggi il piccolo edificio bianco sormontato dal vistoso tetto in foglie d’oro (che i viennesi chiamano il cavolo d’oro) è all’incrocio di strade trafficate. Ma la sua potenza rimane.

Sulla facciata compare la scritta “Der Zeit ihre Kunst. Der Kunst ihre Freiheit”, che in italiano suona come “A ogni epoca la sua arte, all’arte la sua libertà”.

Palazzo della Secessione Vienna
Palazzo della Secessione, realizzato da Joseph Maria Olbrich ©iStock

È il motto della Secessione, il movimento artistico fondato da nomi come Klimt, Moser, Hoffmann, Olbrich. All’interno custodisce il Fregio di Beethoven.

L’opera, larga 34 metri e alta 2, fu creata nel 1902 da Klimt in occasione del 75esimo anniversario della morte del musicista, grandiosa interpretazione pittorica della Nona sinfonia.

Ancora oggi, come ai tempi della sua fondazione, l’edificio della Secessione è un luogo dedicato a mostre d’arte indipendenti e sperimentali.

È a pochi passi il Naschmarkt, affollato mercato dove si vende di tutto.

In tema di Jugendstil, il liberty viennese, d’obbligo dare un’occhiata alla casa delle maioliche e a quella dei medaglioni lungo la Wienzeile, disegnate da Otto Wagner nel 1899.

Case Otto Wagner Vienna
Facciate decorate, progetto di Otto Wagner ©iStock

La prima sfoggia una splendida facciata con motivi floreali in rosa, blu e verde, la seconda decorazioni dorate di Kolo Moser.

Non è lontano neppure l’altro notevole progetto di Otto Wagner, il Padiglione della Metro di Karlsplatz. Spicca con i verde dei tetti in rame dall’andamento curvilineo, le ricche decorazioni, i cornicioni in marmo bianco ornati dal motivo del girasole.

Otto Wagner Pavillon a Karlsplatz ©WienTourismus/Christian Stemper

Il Castello del Belvedere

Bisogna invece uscire dal cerchio del centro storico, con un tram o una passeggiata di una ventina di minuti per arrivare al Belvedere.

Nel nome e nella posizione il Castello rivela un pezzo della sua storia: fu costruito all’inizio del XVIII secolo come residenza estiva del principe Eugenio di Savoia su una collina al tempo affacciata sulla campagna.

Il principe Eugenio, discendente di un ramo cadetto dei Savoia, era il generale che con gli Asburgo fermò i turchi nel 1683, guadagnandosi il favore della corte.

Progettato da Johann Lucas von Hildebrandt, il complesso è costituito dal Belvedere Superiore, dall’Inferiore e dall’esteso giardino alla francese: una delle più belle opere barocche d’Europa, Patrimonio Unesco.

Castello del Belvedere
Il Belvedere superiore ©WienTourismus/Julius Hirtzberger

Al di là della facciata ricamata, il castello è uno scrigno d’arte che offre un esteso panorama sulla produzione artistica austriaca, dal Medioevo fino all’era moderna.

Il pezzo forte è  la collezione di dipinti di Gustav Klimt, la più vasta al mondo, con i famosi Il Bacio e Giuditta.

A essi si aggiungono i capolavori di Egon Schiele e Oskar Kokoschka e opere dell’Impressionismo francese e del Biedermeier viennese.

Mentre la parte che un tempo era l’abitazione del principe nel Belvedere Inferiore e l’Orangerie offre spazio all’allestimento di importanti mostre temporanee.

Al complesso barocco si è aggiunta una sede distaccata, sempre nel terzo distretto, il Belvedere 21. In un moderno edificio costruito nel 1958 dal famoso architetto Karl Schwanzer, presenta mostre temporanee di arte contemporanea austriaca e internazionale.

Nell’area fanno bella mostra di sé anche nuovi quartieri: il Sonnwendviertel e il Quartiere Belvedere. Hanno riqualificato la zona intorno alla Stazione Centrale, con complessi innovativi e edifici disegnati da nomi del calibro di Renzo Piano, Delugan Meissl e Coop Himmelb(l)au.

Kunst Haus Wien

Occorre invece attraversare tutto il terzo distretto per visitare la Kunst Haus Wien. Ma ne vale davvero la pena.

L’estroso artista Friedensreich Hundertwasser aveva trasformato l’ex fabbrica di mobili della Thonet con superfici sgargianti dalle forme irregolari e tanto verde. Qui si vedono le sue opere ma anche mostre dedicate a interessanti temi d’attualità.

Non è lontana da qui l’inconfondibile Hundertwasser Haus: con uno stile assolutamente eclettico l’edificio unisce elementi di moschee, villaggi spagnoli, palazzi veneziani. Si vede solo da fuori, ma si può visitare il centro commerciale di fronte, sempre creato dall’artista.

LEGGI ANCHE: Il quartiere perfetto, il verde, l’arte: cosa vedere a Vienna

Il Canale del Danubio

La continuazione ideale, anche se spesso non compresa nel Ring classico, è il Franz-Josefs-Kai, la strada che costeggia il Donaukanal, il ramo del Danubio lungo il centro di Vienna.

È annunciata dalle forme inconfondibili dell’Osservatorio Urania, realizzato nel primo decennio del secolo scorso, che offre oltre la vista sulle stelle anche uno dei più bei panorami su Vienna.

Sull’altro lato del canale, dove già si apre il secondo distretto, ecco le torri moderne disegnate da Hans Hollein e da Jean Nouvel, ma anche l’innovativa stazione di partenza delle navi di Fasch & Fuchs Architekten.

Mentre le rive del Donaukanal nella bella stagione fanno da sfondo alla movida notturna estiva: vere spiagge cittadine, con tanto di sabbia, chioschi con tavoli e sdraio, battelli fluviali con piscina per nuotare sull’acqua del canale. Sempre molto amate dai viennesi e non solo.

Donaukanal Vienna
Strandbar Herrmann sul Donaukanal ©WienTourismus/Christian Stemper

Sono un assaggio di parti di Vienna più lontane dal centro, che si trovano proprio sul fiume.

La Donauinsel, l’isola nata con la realizzazione del canale del Nuovo Danubio, ora parco dove si corre e si va in bici, e l’Alte Donau, il ramo storico dove si va a vela e si fa il bagno. Ma anche un preludio della moderna Donau-City, nel ventiduesimo distretto, con la Città dell’ONU, torri e grattacieli sul grande fiume.

Leopoldstadt, il secondo distretto

Al di là del Donaukanal si apre Leopoldstadt, il secondo distretto.

Non ingannino gli ebrei ortodossi con i peyot (i lunghi riccioli), i cappelli e i soprabiti neri anche in piena estate: in quello che era il vecchio ghetto istituito nel 1670 dall’imperatore Leopoldo, drammaticamente svuotato dalla Shoah e divenuto poi rifugio di profughi e scampati dalle ultime guerre, il tempo non si è fermato.

Con il ritorno degli ebrei sono arrivate anche le colorate famiglie dei giovani professionisti, gli artisti, i pionieri della creatività urbana, gli alternativi. Che si ritrovano il sabato mattina, al Karmelitermarkt, per il mercato contadino.

Non sono lontani il Muth, la sede dei Piccoli cantori di Vienna, e all’Augarten, il parco che ospita il più antico giardino barocco della città.

Il Prater

Ha una lunga storia anche il Prater, altro simbolo del quartiere. T

Tra baracconi, ottovolanti e biergarten, la ruota panoramica fa volare su fino ai suoi 61 metri dal 1897, quando è nata per festeggiare il 50° anniversario della salita al trono di Francesco Giuseppe.

Prater, Ruota panoramica Vienna
Prater, Ruota panoramica ©WienTourismus/Christian Stemper

Il parco ha anche un’anima verde: ben 6 milioni di metri quadri, coperti di prati e boschi attraversati dall’Hauptallee, il viale principale lungo 4,5 chilometri. Se un tempo fu teatro di caccia imperiale, oggi ospita corridori e ciclisti.

Dal 2013, accanto al polmone verde del Prater si presentano in bella mostra gli edifici più innovativi di Vienna, quelli del complesso universitario del WU, la Facoltà di Economia.

Costato 492 milioni di euro, spalmato su una superficie più grande di dodici campi di calcio, il progetto ha coinvolto il gotha dell’architettura moderna, con i nomi di Zaha Hadid, CRABstudio, Atelier Hitoshi Abe, Estudio Carme Pinós, NO.MAD Arquitectos, BUSarchitektur.

Visitare l’Università di Economia? Le visite guidate agli edifici che alternano le linee sinuose a elementi multicolore, “abitati” da 25.000 studenti e 1.500 dipendenti, si prenotano con gli architetti di Architectural tours.

WU, Università di Economia Vienna
WU, l’Università di Economia ©iStock

Palazzo di Schönbrunn

Il modo migliore per arrivare alla reggia imperiale? In metropolitana, scendendo alla fermata di Hietzing per visitare il Padiglione di Corte di Otto Wagner, la sala d’attesa imperiale.

Di lì con una passeggiata si arriva al giardino e alla reggia di Schönbrunn che ha una storia che va indietro al Cinquecento, come residenza nobiliare.

Nel 1696 Leopoldo I diede commissione all’architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach di ricostruire la vecchia residenza estiva.

Ma il progetto fu concluso davvero solo con l’imperatrice Maria Teresa e l’architetto Nicolaus Pacassi, quasi mezzo secolo dopo.

Palazzo di Schönbrunn Vienna
Palazzo di Schönbrunn ©WienTourismus/Julius Hirtzberger

Il palazzo sfoggia 1441 stanze, di cui 45 visitabili, arredi rococò, e saloni che ricordano la vita degli Asburgo.

Nella Sala degli Specchi, il bambino prodigio Mozart suonava all’età di sei anni.

Nel gabinetto cinese circolare Maria Teresa era solita tenere le sue conferenze segrete con il Principe Cancelliere Kaunitz.

Nel Salone Cinese Blu, l’imperatore Carlo I abdicò nel 1918, ponendo fine alla monarchia.

La Sala dei milioni, rivestita in palissandro e decorata con preziose miniature, è tra le più belle stanze rococò al mondo: era la sala delle udienze di Maria Teresa.

Nel Museo delle Carrozze imperiali, nell’ex scuola di equitazione invernale, si vedono parti del parco di carrozze, oltre a abiti e oggetti personali dell’imperatrice Sissi.

Entrando nel parco dalla porta di Hietzing, ecco sulla destra la Palm House: costruita nel 1882, è alta 25 metri.

Da qui si arriva al giardino di pietra giapponese. Mentre a destra lungo la Lindenallee si attraversa il roseto fino all’imponente Grande Parterre tra il palazzo e la Gloriette, l’edificio barocco posto sulla collina.

Per visitare la reggia di Schönbrunn è bene prenotare: è il monumento più visitato di tutta l’Austria.

SCOPRI ANCHE: Mercatini di Natale Vienna: cosa fare e vedere

La Vienna dei vigneti

Ma a Vienna la periferia più inconsueta si materializza nelle verdi colline che fanno sorprendentemente ancora parte del tessuto urbano, coperte da 700 ettari di filari.

Rendendo la capitale austriaca una delle poche metropoli al mondo con una produzione vinicola di rilievo.

Sulle colline ci sono i borghi dei vigneti e degli Heuriger, le taverne dove si gusta il vino: Nussdorf, Grinzing, Sievering e Salmannsdorf, oppure nell’area di Neuwaldegg.

Nussberg zona vinicola di Vienna
Vigneti sul Nussberg ©WienTourismus/Julius Hirtzberger

La specialità è il Gemischter Satz, prodotto con uve diverse nello stesso vigneto, raccolte a vari livelli di maturazione.

Quella della vigna mista è una tecnica antica, che regala vini mai uguali ma che esprimono un forte legame con il territorio.

Fino a qualche decennio fa, la bevanda che se ne ricavava era considerata di scarso valore: una ventina di vignaioli sono stati promotori del cambiamento.

Oggi il Gemischter Satz è presidio Slow food: un altro segno di una città che guarda al futuro senza scordare la natura e il passato.

Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L'articolo Cosa vedere a Vienna: castelli, musei, il Prater e il Danubio. Tutte le attrazioni sembra essere il primo su Dove Viaggi.



from Dove Viaggi https://ift.tt/xJmN8Ci
via IFTTT

Commenti