Come difendere il mare dall’inquinamento da plastica? Risponde Worldrise

Ormai è cosa nota: la plastica in mare è la principale fonte di inquinamento che minaccia la salute del Pianeta e dei suoi abitanti, compreso l’uomo. Secondo un report presentato dal World Economic Forum, ogni anno circa 8,8 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono in mare: è come se un camion della spazzatura scaricasse il suo contenuto ogni minuto dell’anno nell’oceano. Gran parte di questi rifiuti derivano da fonti terrestri e arrivano in mare attraverso i fiumi. Di questo passo, si stima che nel 2050 il peso complessivo della plastica presente negli oceani supererà quello degli animali marini.

Un problema allarmante, dunque, che Worldrise affronta con la Campagna 30×30 Italia dedicata a sensibilizzare le persone sull’importanza del mare nelle nostre vite e con l’obiettivo di proteggere almeno il 30 per cento dei mari italiani entro il 2030 tramite l’istituzione e la promozione di Aree Marine Protette (AMP).

Plastica: l’inquinamento dei monouso

Il problema non è tanto la plastica come materiale ma l’uso sconsiderato che ne facciamo, eleggendo a monouso un materiale ideato e progettato per durare per sempre. Proprio questo comportamento irresponsabile da parte dell’essere umano, sta compromettendo la salute di molti ecosistemi terrestri e marini. Per dare un’idea di tutta la plastica prodotta ogni anno, il 40% viene utilizzata e buttata via qualche secondo dopo. Un esempio lampante sono i bastoncini pulisciorecchie, piccoli oggetti della vita di tutti i giorni che vantano il primo posto per rifiuto numero uno al mondo trovato sulle spiagge, perché una volta utilizzati e gettati negli scarichi, viaggiano indisturbati fino all’Oceano.

La plastica, tuttavia, rimane ancora uno dei materiali più utilizzati in quanto è comodo, leggero e versatile. I problemi che derivano dal suo utilizzo monouso sono molteplici. Prima di tutto, lo smaltimento che generalmente non avviene nel modo corretto. In media solo il 15% viene riciclata a livello mondiale, mentre il resto della plastica utilizzata viene liberata nell’ambiente o finisce nel bidone della raccolta indifferenziata. Ricordiamoci che la plastica abbandonata per strada, in un parco o smaltita scorrettamente è destinata a raggiungere il mare.

Mediterraneo, una ricca biodiversità da proteggere

Il Mar Mediterraneo, in particolare, è un bacino piccolo e semichiuso, che comunica con l’Oceano solo attraverso lo Stretto di Gibilterra, e ciò lo rende una vera e propria trappola per i rifiuti. Studi recenti hanno affermato che il Mar Tirreno è la zona con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo. Questo rappresenta una grave minaccia per il Mediterraneo, vero e proprio hotspot di biodiversità, che quotidianamente viene lesa e danneggiata a causa dei livelli di inquinamento.

La plastica, infatti, essendo un materiale pensato per durare il più a lungo possibile, non si biodegrada mai. Affinché questo avvenga, sarebbe necessario un batterio in grado di trasformarlo in un’altra sostanza. La plastica si limita a de-gradarsi (frammentarsi) in pezzettini minuscoli: queste microplastiche diventano nutrimento per la fauna che muore così di inedia, soffoca letteralmente gli ecosistemi marini e danneggia anche l’essere umano cibandosi di animali che hanno ingerito microplastiche.

Cosa può fare ciascuno di noi per salvare il mare dalla plastica?

Tutti possono dare il proprio contributo per combattere l’inquinamento da plastica dei nostri mari. Oltre al corretto smaltimento delle materie plastiche monouso e a diminuire al massimo il loro consumo, ecco qualche regola da tenere a mente nella vita di tutti i giorni e in vacanza:

1- adottare alternative ai prodotti in plastica monouso: acquistare prodotti sfusi se possibile, utilizzare la borraccia al posto delle bottigliette in plastica, prediligere packaging in materiali ecocompatibili (cartone, latta, vetro);

2- prestare attenzione agli ingredienti che compongono i prodotti per la cura del corpo come bagnoschiuma, dentifrici e scrub: questi possono contenere microplastiche che attraverso le tubature di scarico possono raggiungere il mare;

3- non usare le cannucce: anche se prodotte in plastica biodegradabile sono ugualmente di difficile smaltimento;

4- usare contenitori riutilizzabili per il pranzo al sacco;

5- sostituire le stoviglie di plastica con quelle in carta o in bambù.

L’impegno di Worldrise

È fondamentale informarsi per diventare consumatori e consumatrici consapevoli e dunque responsabili. Per questo Worldrise, Onlus impegnata da dieci anni per la tutela e conservazione degli oceani, si occupa di sensibilizzare le persone sull’importanza del mare per la nostra sopravvivenza e ha lanciato la Campagna 30×30 Italia a cui oggi aderiscono oltre 60 associazioni di tutela ambientale presenti su tutto il territorio nazionale, proprio con l’obiettivo di proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030 tramite l’istituzione e la promozione di Aree Marine Protette.

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