Arabba d’estate, tra sentieri geologici e laghi smeraldo

Ad Arabba, nel comune di Livinallongo, ai piedi del Massiccio del Sella, l’equilibrio e il benessere interiore si ritrovano nella natura. Una forza trasformatrice e rigeneratrice che esprime tutto il suo potere con attività active e sportive ma anche storico-culturali.

Dove si trova Arabba

Arabba – Rèba, in lingua ladina – è tra i paesi più caratteristici dell’arco alpino. Si trova a 1602 metri di altitudine nella valle di Fodom, raccolta nell’abbraccio delle vette del Gruppo del Sella, ai piedi del Passo Pordoi e del Passo Campolongo e verso sud della Marmolada.

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© Roberto De Pellegrin

Perché è famosa Arabba?

Arabba è nota tanto agli sciatori e snowborder quanto dai biker e trekker perché dal piccolo centro partono alcuni degli itinerari più spettacolari di tutte le Alpi.

Sono il tour (o skitour) della Grande Guerra e il Sellaronda, il celebre “giro dei 4 passi” da fare in bici o sci-ai-piedi.

Con pochissimi impianti – attivi tutto l’anno – si raggiunge il punto più alto delle Dolomiti: la Marmolada (3.343 metri di altitudine), il posto ideale dove fare scialpinismo o ciaspolare, praticare l’arrampicata su cascate di ghiaccio e d’estate perdersi in lunghe camminate rigeneranti. In cima a Porta Vescovo ce n’è anche per chi desidera (semplicemente) godere di uno splendido panorama, gustando i buoni piatti della cucina ladina.

Basta mettersi comodi su uno sdraio della terrazza del Rifugio Luigi Gorza di Porta Vescovo e scegliere dove orientare lo sguardo: sull’immenso ghiacciaio della Regina delle Dolomiti da un lato o sul massiccio del Sella, che spazia fino al gruppo delle Tofane, passando per i Bec de Roces, dall’altro.

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© Roberto De Pellegrin

Cosa fare ad Arabba in estate

Nel cuore delle Dolomiti bellunesi basta già passeggiare nelle foreste di latifoglie per calmare i pensieri e risvegliare i sensi. O salire in sella a una mountain bike (o e-bike) e pedalare lungo uno dei tanti itinerari disponibili per fare il pieno di benessere.

Attività per il benessere psico-fisico

In quota, risalendo con gli impianti fino all’Altipiano del Cherz, la bellezza della natura invita a stendere una coperta e a rimanere sdraiati sui prati in meditazione.

Ma per chi non vuole stare fermo, ci sono tanti itinerari trekking per tutti i livelli. Come quello che da Pieve di Livinallongo porta alla cascata di Retiz, incastonata nella roccia, o la passeggiata Viel dal Pan (la Via del Pane), che da Porta Vescovo conduce in circa due ore al Passo Pordoi (sentiero numerato 601).

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Castello Andraz © Arabba Fodom Turismo

Escursioni storico-artistiche per nutrire lo spirito

Chi è in cerca di tesori artistico-culturali può trovarli al Castello di Andraz, un fortilizio medioevale (il più alto d’Italia) costruito su uno sperone roccioso, oggi sede di un Museo dedicato alla memoria dell’area Ladina dell’Alto Agordino.

O ancora, ripercorrere i luoghi della Grande Guerra o andare alla riscoperta di vecchie tradizioni nelle cosiddette vicinìe.

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© Roberto De Pellegrin

Percorsi trekking ad Arabba

Zaino in spalla, scarponi e bastoncini ad Arabba si fa trekking tra sentieri nei boschi e prati, lungo torrenti e tra rocce dolomitiche dalle forme bizzarre che impressionano per la loro verticalità. Ce n’è per tutti i livelli.

Sentiero Geologico di Arabba

Il Sentiero Geologico di Arabba è un percorso ad anello che parte e arriva a Porta Vescovo (quota 2.478, il giro completo richiede 7/8 ore ma può essere percorso anche a tappe).

Come suggerisce il suo nome, è interessante dal punto di vista geologico oltre che per quello botanico e storico (attraversa zone teatro di avvenimenti bellici della Grande Guerra). E anche il paesaggio non delude mai: si parte con la vista sulla Marmolada e sul gruppo del Sella, raggiunta la vetta Pizac si svelano il Col di Lana, Tofane, Averau, Nuvolau, Lastoni di Formin e Croda da Lago, Sorapis e Antelao.

Strada de la Vena

A tema storico-culturale è la Strada de la Vena, che si snoda sull’antica via del ferro usata fin dal Medioevo da minatori e commercianti. L’itinerario collega la valle di Fodom a Colle Santa Lucia, dove il minerale veniva estratto.

Lungo il percorso è possibile visitare le antiche miniere del Fursile il Castello di Andraz (durata 5 ore).

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Lago Boè © Roberto De Pellegrin

Trekking Bec de Roces

Da mettere in lista è anche l’anello panoramico tra le torrette del Bec de Roces.

Il percorso completo richiede circa sei ore di cammino, due per la salita dal centro di Arabba al rifugio e quattro per l’itinerario. Ma nel periodo estivo si può prendere la seggiovia che dal Passo Campolongo porta all’ultimo tratto del giro.

E qui, passando per pinnacoli di rocce corallifere – tra cui il Sasso Quadro – con la vista sulla catena di Porta Vescovo, la Marmolada, il Civetta e il Pelmo, si arriva in un paio di ore – e non senza un po’ di sana fatica – al lago Boè, specchio d’acqua e prezioso dono della natura.

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Biker in MTB Altipiano Cherz
Altipiano Cherz © Arabba Fodom Turismo Nicolo Miana

Percorsi bike ad Arabba e dintorni

Single trail e off-road per i biker che non temono i dislivelli; percorsi più moderati, da fare anche in e-bike, per chi non ha le gambe allenate alla fatica della salita.

Panorami Tour Arabba

Per chi ama la MTB, il Panoramic Tour Arabba è tra i più percorsi più adrenalinici, anche se comincia in discesa.

Dal centro di Arabba si sale in funivia fino alla cima di Porta Vescovo“. Qui si imbocca il Trail Porta Vescovo Rosso e in picchiata si scende in direzione Passo del Pordoi. Da qui, con la Telecabina Fodom, si può decidere di continuare e raggiungere la cima del Passo fino all’Ossario.

Anche il ritorno ad Arabba non è meno divertente: un’emozionante discesa enduro che termina esattamente da dove si era partiti.

Sentieri per bici da strada

Per gli amanti della bici su strada Arabba è una sorta di ombelico del mondo. Al centro delle Dolomiti, il piccolo centro abitato è inserito nel Sellaronda o Dolomites Bike Day.

Un ciclista allenato può sfidare i 33 tornanti del Passo Pordoi e in cima rendere omaggio al monumento del “Campionissimo” Fausto Coppi. O ancora, può affrontare il Campolongo, il Falzarego, il Valparola, e ancora il re Passo Giau o il temutissimo Passo Fedaia, che tanto caro fu a Marco Pantani.

Arabba vecchio mulino
© Arabba Fodom Turismo

Andare alla scoperta delle “vicinìe” ad Arabba

A fronte di tante pedalate strong ce n’è anche per chi pedala slow per strade bianche o asfaltate, ma poco frequentate. Piacevole e insieme interessante è il giro che da Arabba porta a fare un tuffo nel passato delle vicinìe.

Le vicinìe sono antiche aggregazioni di persone che vivevano vicini, di cui si è trovata traccia già a partire dall’anno mille. Piccole comunità, insomma, che avevano scelto di condividere e gestire in maniera collettiva alcuni beni della natura, tra cui boschi, pascoli, prati.

Tuttora esistono 18 vicìnie nel Comune di Livinallongo del Col di Lana, ma nonostante il riconoscimento che gli viene attribuito il parere degli abitanti di questi microcosmi d’altri tempi non viene più considerato vincolante a livello amministrativo.

È comunque un tesoro da non perdere e un’eredità che si sta cercando di recuperare. Tant’è che ogni venerdì d’estate vengono organizzati percorsi guidati all’interno dei piccoli borghi, dov’è possibile incontrare anziani che raccontano la loro vita e anche giovani residenti che hanno deciso nonostante la difficoltà di vivere in questi luoghi isolati, soprattutto d’inverno (info e prenotazioni: arabba.it).

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Castello di Andraz © Arabba Fodom Turismo

Visita al Castello di Andraz, il più alto d’Italia

Se c’è un simbolo della valle di Fodom quello è il Castello di Andraz. Costruito nel 1027 fu sede amministrativa e militare e raggiunse il massimo splendore sotto la guida dei principi-vescovi di Bressanone (tra i quali Nicolò Cusano fu senz’altro l’ospite più illustre).

Sorge su un grande sperone di roccia trasportato a valle durante l’ultima glaciazione e per questo è riconosciuto come il castello più alto d’Italia (nonché il più antico delle Dolomiti).

Venne bombardato dagli austriaci durante il conflitto del 1915-18 ma non fu mai distrutto. Oggi è Patrimonio dell’UNESCO e visitarlo con una guida è l’occasione per scoprire com’era la vita tra le sue stanze, le gallerie e i cortili (aperto da giugno a ottobre).

Franz guida alpina storica Arabba
Franz Pozzi Bruner © Cristina Piccinotti

A casa di Franz

Spingendosi poco oltre il maniero, verso la vicinia di Castello, è facile trovare il signor Franz Pozzi Bruner intento a fare qualche lavoro in o fuori la sua casa. Qualsiasi sia l’attività in corso d’opera, sarà disponibile a scambiare quattro chiacchiere.

Nato a Solda, Franz ha lavorato in giro per l’Italia e in Austria e dal 2019 è uno dei quattro residenti del piccolo borgo. Si definisce un abitante del Tirolo e tra queste montagne che furono teatro di scontri sanguinosi tra “fratelli” – dice lui – ha trovato il suo buen retiro. Ma non solo: arrivato alla pensione, per non annoiarsi, si è “inventato” la professione di guida alpina storica, titolo che gli permette di accompagnare piccoli gruppi di turisti e curiosi alla scoperta dei dintorni di Castello, alla scoperta delle vicende di un passato che non deve essere dimenticato. 

«La storia qui è dappertutto», ci dice Franz, «persino in questo pezzo di legno nel quale ho trovato incastonato un proiettile della Prima Guerra Mondiale» (nella foto sopra). E se basta un albero per raccontare vicende del passato, è solo immaginabile quello che si cela tra queste cime.

Quando andare ad Arabba

Arabba è una località poco affollata tutto l’anno, anche in alta stagione. Un paradiso dello sci d’inverno (fa parte del comprensorio sciistico del Dolomiti SuperSki) e un regno degli sport outdoor e delle vacanze all’insegna della tranquillità, della pace e del relax in natura per tutta l’estate.

Il suo piccolo centro e le montagne intorno si sono preservate autentiche e integre rispetto ad altre destinazioni vicine e più blasonate (Ampezzo, val Badia e Val di Fassa). E anche questo è un valido motivo per cui sceglierla.

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Come arrivare ad Arabba

In treno:

chi arriva da nord il collegamento ferroviario più importante è la linea del Brennero (Innsbruck – Bolzano). Dalla stazione di Bolzano è poi necessario proseguire con gli autobus della SAD fino a Corvara (BZ) e poi con autobus DolomitiBus o con un servizio taxi. Chi arriva da Milano o dal centro Italia ha a disposizione due linee ferroviarie principali: la Venezia-Mestre-Ponte nelle Alpi-Calalzo e la Padova-Calalzo, via Castelfranco e Feltre. Le principali stazioni sono Feltre, Belluno e Calalzo. Arrivati a Calalzo, la rete di autobus di linea o il servizio privato taxi portano a Cortina e alle altre località dell’alto bellunese.

In auto: 

Da Bolzano/Verona si percorre l’autostrada del Brennero fino all’uscita Egna-Ora. Qui si prosegue per le valli di Fiemme e Fassa, quindi superato  il Passo Pordoi fino ad Arabba.
Da Venezia, Treviso e Padova l’A27 porta fino a Belluno. Da qui si prosegue per Agordo-Alleghe e Caprile fino a Livinallongo-Arabba.

Altre info sul sito ufficiale di Arabba

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