The Ocean Race: 10 cose da sapere sulla regata che fa il giro del mondo

Tra le regate che fanno il giro del mondo, la Ocean Race è la più dura e straordinaria di tutte. La gara di vela, che si tiene ogni tre anni, per la prima volta quest’anno ha fatto tappa anche in Italia.

Partite da Alicante il 15 gennaio, le barche in gara sono arrivate a Genova negli ultimi giorni di giugno. Nel capoluogo ligure per nove giorni è stato allestito The Ocean Live Park, una sorta di fiera per accogliere le imbarcazioni che via via giungevano in porto e un luogo d’incontro e confronto per celebrare il mondo della vela con concerti, show cooking, conferenze.

Tra novità e curiosità, ecco 10 cose da sapere sulla The Ocean Race 2023, la regata più lunga di tutte, che fa il giro del mondo.

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Paracadusti Ocean Race 2023 © Alessandro Danise
© Alessandro Danise

The Ocean Race 2023: per la prima volta fa tappa in Italia

In questa prima edizione che ha toccato anche l’Italia, il Comune di Genova, in collaborazione con Cooperativa Dafne, ha allestito un Padiglione Sostenibilità all’interno della Fiera allestita per accogliere le imbarcazioni, e non solo.

Sono stati organizzati, contestualmente, oltre 50 eventi tra talk e laboratori, che hanno riunito più di sessanta relatori provenienti dal mondo dell’università, della ricerca e dell’imprenditoria.

Perché The Ocean Race è una gara prestigiosa, sì, ma anche un evento sportivo connesso alla difesa del mare.

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10 curiosità da sapere su Ocean Race 2023

Francesca Clapcich con la sua famiglia negli spazi del The Ocean Live Park allestito a Genova
Francesca Clapcich con la sua famiglia negli spazi del The Ocean Live Park allestito a Genova

The Ocean Race 2023: una velista italiana sulla barca vincitrice

The Ocean Race 2023 rimarrà nella storia della vela italiana grazie al nome di Francesca Clapcich. Grazia a lei l’Italia può ora vantarsi di avere una velista vincitrice dell’Ocean Race.

La triestina è stata membro dell’equipaggio della barca vela americana battezzata “11th Hour”. Ma non è tutto: è anche la prima volta che il primo posto è stato conquistato da una barca americana.

Ed è curioso che l’appassionata velista Wendy Schmidt, presidente della Fondazione che ha dato vita al progetto velistico “11th hour”, sia anche lei protagonista di un recente record. È stata la prima donna ad aver vinto la Barcolana 2022: la regata del Golfo di Trieste che ha coinvolto nella scorsa edizione duemila barche.

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2 Orche interagiscono con i timoni delle barche a vela, nello Stretto di Gibilterra
Stretto di Gibilterra, un’orca interagisce con i timoni delle barche a vela

The Ocean Race 2023: protagoniste le orche

Hanno partecipato anche loro alla regata: le orche. Riprese in un emozionante video (che vi proponiamo qui sotto), durante la regata i grossi cetacei hanno interagito con i timoni delle barche a vela, chiaramente creando non poche apprensioni.

“È difficile interpretare le ragioni di tale comportamento – fa sapere Fulvio Garibaldi, biologo marino, docente all’università di Genova – in passato comportamenti simili sono stati descritti come presunti attacchi alle barche, mentre il video in questo caso mostra un comportamento più di curiosità, come se le orche cercassero di capire chi fossero gli invasori. Poi, bisognerebbe capire se si trattasse di individui della popolazione di orche di Gibilterra forse più abituati alle interazioni con gli uomini oppure di orche vaganti, in alcuni casi più aggressive”.

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Edoardo Brodasca fondatore di Surfstainable un progetto che unisce surf e ambiente
Edoardo Brodasca, fondatore di Surfstainable

The Ocean Race 2023: quali sono le azioni concrete a difesa del mare?

È il fondatore del Posidonia Green Project e all’Ocean Race ha parlato di quanto cavalcare le onde possa fare bene all’ambiente. Edoardo Brodasca di professione è un comunicatore, ma nel suo Dna c’è anche la grande passione per il surf. Unendo le sue competenze ha dato vita a Surfstainable, un movimento di surfisti e ocean lovers che promuove azioni per la difesa del mare.

“Tra le tante attività facciamo la pulizia delle spiagge, nelle quali non ci limitiamo solo a raccogliere i rifiuti bensì il nostro agire è collegato alla scienza, per questo applichiamo il protocollo “Marine litter watch” andando ad analizzare i rifiuti – dice Brodasca – E quando si è individuato il rifiuto più presente, non sottovalutiamo l’importanza dell’effetto danno di immagine, facendo una campagna di shaming indirizzata alle aziende produttrici dei rifiuti abbandonati”.

Ma Surfstainable sta lanciando anche un altro progetto di scienza partecipata (citizen science) “Dentro le tavole dei surf è possibile inserire dei dispositivi che raccolgono i dati di temperatura, così da contribuire in collegamento sempre con enti scientifici al monitoraggio del riscaldamento degli oceani – conclude Brodasca – inoltre, stiamo promuovendo materiali ecosostenibili per la realizzazione delle tavole. I surf tradizionali sono molto inquinanti ma l’alternativa a parità di prestazione e di costo esiste”.

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Tra l’altro anche le barche a vela dell’Ocean Race hanno navigato raccogliendo dati nelle “zone grigie” dove la scienza non arriva. E Giancarlo Pedote, velista orgoglio italiano, salperà per l’ambiente al Vendée Globe 2024, la regata che fa il giro del mondo in solitaria. Raccoglierà dati di temperatura, CO2, pressione, punto di rugiada, irraggiamento grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale e tecnologie di sensing brevettate dal Gruppo Prysmian. Il progetto si chiama “Sailing4ocean” ed è in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC). I dati raccolti dall’Imoca Prysmian Group saranno inoltre utilizzati dal progetto del decennio dell’oceano delle Nazioni Unite “PredictOnTime” per fornire nuovi servizi, prodotti e capacità di previsioni marine basate su sistemi innovativi e integrati a livello globale. Il tutto a favore della sicurezza in mare.

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Amerigo Vespucci in mare con le Stelle Tricolore attraversano i cieli di Genova
L’Amerigo Vespucci in mare, con le Stelle Tricolore attraversano i cieli di Genova

The Ocean Race 2023: ospite d’onore l’Amerigo Vespucci

Ha salutato le barche a vela dell’Ocean Race anche l’Amerigo Vespucci, “la nave più bella del mondo”, pronta anch’essa a salpare per un giro del globo. Solcherà nei prossimi 20 mesi tre oceani, toccando 28 paesi e 31 porti. Oltre alla tradizionale formazione degli allievi della Marina, il viaggio che compirà il Vespucci è all’insegna della diplomazia navale e della promozione culturale. Il Vespucci sarà “ambasciatore del Made In Italy” in ogni angolo del pianeta, portando cultura, storia, innovazione, industria ed enogastronomia. E lo farà sotto l’insegna dell’Unesco.

Saranno 217 i membri dell’equipaggio e 126 gli allievi compreso un allievo ucraino. Lo spettacolo all’Ocean Race è raddoppiato quando nei cieli sopra il Vespucci hanno volteggiato le acrobatiche “Frecce Tricolori”.Con questo incarico per il Vespucci, salgono a 11 le navi della Marina Militare che operano fuori dal Mediterraneo, un record.

Citta' del Capo panorama barca a vela in mezzo al mare
Città del Capo, panorama. La città è tappa classica dell’Ocean Race

The Ocean Race 2023: la tappa più lunga (in 50 anni di storia)

Da Città del Capo a Itajaì, dal Sudafrica al Brasile. Mai nella storia dell’Ocean Race – in cinquant’anni – era stata pensata una tappa così lunga. L’asticella della competizione si è alzata e i velisti hanno dovuto affrontare in alto mare 12.750 miglia nautiche che corrispondono a 23.613 chilometri.

A gonfie vele per Capo di Buona Speranza, Capo Horn e per l’inaccessibile Punto Nemo, il punto più lontano dalle terre emerse. Città del Capo è ormai appuntamento fisso dell’Ocean Race: ben 11 edizioni su 13 hanno visto la città tappa della manifestazione e con questa è l’ottava volta consecutiva.

The Ocean Race team members meet at the pontoon as GUYOT environnement - Team Europe did not keep clear of 11th Hour Racing Team and there was a collision and damage on the boats.
La barca Guyot dello skipper Benjamin Dutreux con il suo team dopo la collisione

The Ocean Race 2023: un brutto incidente

L’Ocean Race 2023 sarà anche ricordata per un brutto incidente: la barca Guyot dello skipper Benjamin Dutreux ha avuto una collisione con la 11th Hour, dopo appena 17 minuti dall’inizio dell’ultima tappa la cui partenza era l’Aja e l’arrivo Genova.

“La loro barca è sbucata davanti a me all’improvviso e quando ho virato era troppo tardi, me ne assumo tutte le responsabilità”, ha commentato Dutreux.

È stato un impatto molto forte ma per fortuna non ha causato alcun ferito e non ha compromesso la vittoria allo scafo 11th hour, fino a quel momento in testa alla classifica. Infatti, nonostante dopo la collisione la barca abbia dovuto fermarsi, la Giuria Internazionale di World Sailing ha assegnato al team 4 punti di riparazione, sulla base dei risultati ottenuti fino ad allora nella regata; punti che sono bastati agli americani per rimanere primi.

Individui di Pinna nobilis, un mollusco a rischio estinzione
Individui di Pinna nobilis, un mollusco a rischio estinzione © Foto di Marco Colombo

The Ocean Race 2023: cos’è il Pinna nobilis e come si può difendere

“Salvare la Pinna nobilis il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo”. È il grido partito dai padiglioni dell’Ocean Race, con l’intervento di Francesco Tomasinelli – divulgatore scientifico e volto di Geo. Il naturalista ha raccontato per conto di Triton research il progetto europeo Life Pinna che punta a fermarne l’estinzione, cominciata nel 2016 a seguito di un’epidemia causata dal protozoo Haplosporidium pinnae, e probabilmente, anche da altre specie di batteri.

In che modo? I ricercatori stanno proteggendo gli ultimi sopravvissuti e ripopolando le aree marine protette con discendenti nati in cattività.

La Pinna nobilis, nome comune Nacchera di mare, è una sorta di “cozza gigante” molto longeva, che può vivere 45 anni e la cui conchiglia può raggiungere 120 centimetri. È un animale endemico che si trova solo nel Mare nostrum.

E anche in questo caso, la scienza partecipata è di fondamentale importanza: “Se quest’estate in vacanza doveste avvistare una Pinna, segnalatelo sul sito www.lifepinna.eu“, è l’appello di Tomasinelli.

The Ocean Race VO65 Sprint Cup 2022-23 Day 3 onboard WindWhisper Racing Team
The Ocean Race 23, giorno 3, WindWhisper Racing Team

The Ocean Race 2023: evento e partner green

L’Ocean Race veste green con Helly Hansen, partner ufficiale dell’organizzazione. Tanti equipaggi indossano la nuova Skagen Offshore Jacket, cerata per il 50% in plastica riciclata, molta della quale è Ocean Bound, cioè plastica recuperata dall’oceano.

La plastica proviene dalla fascia costiera profonda, in contesti in cui la gestione dei rifiuti è carente. La tecnologia viene incontro a problemi complessi ma senza compromettere né l’estetica né le prestazioni di livello professionale.

Per i velisti d’altura, infatti, sono parole d’ordine la protezione dall’acqua e dal vento e allo stesso tempo un tessuto traspirante. “La cerata Skagen soddisfa tutti questi requisiti, siamo orgogliosi che abbia ricevuto il German Design Award”, dice ​Øyvind Vedvik, sailing category managing director di Helly Hansen. Nello specifico, il poliestere arriva dalla raccolta effettuata dall’organizzazione Ocean Cycle in tre zone dell’Indonesia, mentre il nylon viene fornito da Center Union, un’organizzazione di Taiwan che recupera le reti da pesca e le boe.

Lessico e Nuvole, una guida scientifica e linguistica sul Cambiamento climatico
Lessico e Nuvole, una guida scientifica e linguistica sul cambiamento climatico

The Ocean Race 2023: spazio ai libri

Spazio anche ai libri alla fiera dell’Ocean Race. “Lessico e nuvole: le parole del Cambiamento climatico” è la guida scientifica e linguistica nata da un progetto dell’Università di Torino.

A raccontare il progetto in fiera sono intervenute due docenti dell’ateneo: la climatologa Elisa Palazzi e la linguista Maria Cristina Caimotto. Ai piedi delle barche a vela si è parlato di come orientarsi nella complessità del tema, ad esempio, ragionando su quelli che possono sembrare eventi controintuitivi del riscaldamento globale come le ondate di freddo o i nubifragi e che invece ne sono precisa conseguenza.

Così come si è riflettuto sulle parole giuste da usare, evitando i termini che spesso la società sceglie distorcendo la questione e alimentando quell’immobilismo di cui siamo testimoni. Un esempio? Non dire cambiamento climatico ma “crisi climatica”.

Come si legge nella guida: “La parola Climate change suona piuttosto passiva e gentile, mentre gli scienziati ci parlano di un fenomeno che rappresenta una catastrofe per l’umanità. In effetti, “cambiamento” è un termine neutro: si può cambiare in peggio ma anche in meglio”. Il libro è scaricabile gratuitamente in formato digitale sulla piattaforma zenodo.org.

Il progetto del Genoa per la difesa del mare
Locandina de “In goal per il mare”, il progetto del Genoa per la difesa del mare

The Ocean Race 2023: cos’è il progetto “In Goal per il mare” firmato dal Genoa

All’Ocean Race anche il calcio parla di sostenibilità grazie al Genoa che racconta il progetto “In Goal per il mare”: tutte le reti che il grifone ha fatto nel campionato appena concluso diventeranno ore di pulizia delle acque liguri. “Sono 53 i goal della stagione 2022/23 che corrispondono a 53 ore di pulizia per il nostro mare – dichiara Fabrizio Ferrari, responsabile CSR Genoa Cfc – il progetto è in collaborazione con Casa della salute, official medical partner del club e le operazioni di raccolta sono effettuate dalla Guardia costiera ausiliaria di Genova. Se i lavori continueranno con questi risultati a fine ore avremo raccolto circa 150 kg di rifiuti“.

I rifiuti sono stati analizzati grazie al Genova Marine Center (Stazione zoologica Anton Dohrn) e in fiera ne parla Paolo Guidetti, Dirigente di ricerca e coordinatore del Genova Marine center. Non è la sola iniziativa del club rossoblù per la sostenibilità. Una sostenibilità che come ricorda Ferrari è integrale e comprende anche l’inclusione. Ad esempio, insieme al CNR con la ricercatrice Francesca Garaventa e con la fondazione Nave Italia, i ragazzi del “Genoa special” sono stati coinvolti in un’operazione di raccolta delle microplastiche. “Un problema davvero preoccupante: si stima che ogni giorno in mare ci finisca tanta plastica quanto l’equivalente del carico di 500 container e nel mar Ligure ci siano circa quattro microplastiche ogni metro cubo”, dice Garaventa.

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