Cosa fare e cosa vedere a Sondrio e dintorni, tra palazzi storici, borghi ed escursioni

Adagiata al centro della Valtellina, Sondrio è una piccola cittadina situata alla confluenza del torrente Mallero con l’Adda, protetta dai rilevi delle Alpi Retiche, a nord, e quelle Orobiche, a sud. Una posizione strategica che ha segnato la sua storia secolare, di cui restano importanti testimonianze nel suo bel centro storico, tra vie e piazze che ricalcano l’antica toponomastica, palazzi nobiliari, chiese, castelli e nel quartiere contadino Scarpatetti, con le sue belle case in pietra e tetti in ardesia.

Storia e tradizioni si ritrovano anche nei dintorni, lungo i pendii punteggiati da antichi edifici rurali e mulini oggi recuperati e, soprattutto, dai terrazzamenti di vigneti eroici aggrappati alla montagna, da cui nascono i rinomati vini della Valtellina. Una natura severa ma generosa che dalla città risale la Valmalenco, scandita dalle selvagge gole delle Cassandre e da borghi sospesi nel tempo, fino a raggiungere le vette alpine d’alta quota, dell’Alpe Palù e dei gruppi del Bernina, del Disgrazia e dello Scalino, luoghi spettacolari per fare escursioni in estate e sport sulla neve in inverno.

Cosa vedere a Sondrio

La visita di Sondrio parte dal bel centro storico che, grazie alle sue dimensioni contenute, si visita facilmente e piacevolmente a piedi. Passeggiando tra piazze e vie, si raggiungono chiese, palazzi signorili e antichi luoghi, che scandiscono altrettante tappe alla scoperta della storia secolare e le tradizioni della città valtellinese.

Piazza Garibaldi

Piazza Garibaldi Sondrio
Uno scorcio di Piazza Garibaldi, cuore del centro storico di Sondrio (Ph. VisitaSondrio)

Creata dagli Asburgo agli inizi dell’Ottocento come porta di ingresso alla città, oggi è il cuore di Sondrio. Deve il suo nome al monumento bronzeo di Garibaldi, realizzato dallo scultore Confalonieri nel 1909, posto al centro della piazza, delimitata, tutto attorno, da eleganti palazzi d’epoca: il Teatro Sociale, progettato da Luigi Canonica in stile neoclassico e ispirato alla Scala, è il più antico edificio della piazza inaugurato nel 1824; Casa Lambertenghi, del 1826, la Banca d’Italia e la sede della Banca Popolare di Sondrio; il Grand Hotel della Posta, oggi un raffinato boutique hotel 4 stelle superior, con arredi e capolavori artistici che conservano l’atmosfera di un tempo; infine, in posizione defilata, il cinquecentesco Palazzo Martinengo, dove, nel giardino, si trovano parte delle mura medievali e l’obelisco in marmo bianco.

Palazzo Pretorio e la Collegiata

Palazzo Pretorio a Sondrio
Palazzo Pretorio a Sondrio (Ph. VisitaSondrio)

Piazza Campello è il luogo d’incontro del potere religioso e politico. Simbolo del primo, è la Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio (patroni della città), la chiesa principale di Sondrio: di origini medievali, ha subito diverse ristrutturazioni nel tempo fino ad assumere l’attuale stile del primo Settecento.

Di fronte, il Palazzo Pretorio, un edificio cinquecentesco di proprietà della famiglia valtellinese dei Pellegrini, è stata sede del governo grigione, poi del tribunale giudiziario sotto Napoleone e, infine, della Municipalità di Sondrio a partire dal 1861. Delle sue origini restano il portale d’ingresso a bugna di diamante e gli stemmi dei governatori grigioni mentre il resto della struttura è frutto di una ristrutturazione a inizio Novecento che l’ha impreziosito di decorazioni a graffito e affreschi sulle pareti esterne. Da visitare anche il cortile interno, con portico e loggiato a due ordini ma soprattutto, al primo piano, la stüa Rigamonti, di periodo rinascimentale, situata in origine nell’omonimo palazzo e oggi ufficio del Sindaco.

Le stüe di Sondrio

stüa Rigamonti all'interno di Palazzo Pretorio Sondrio
La stüa Rigamonti all’interno di Palazzo Pretorio (Ph. Francesca Pace)

La stüa era il cuore delle case tradizionali, presente sia in quelle più semplici che in quelle nobiliari. In dialetto valtellinese, significa stufa ma il termine fa rifermento all’intera stanza che la conteneva: totalmente rivestita in legno, solitamente di cirmolo – resistente agli sbalzi di temperatura, ai tarli e dal gradevole profumo balsamico – che dava forma a pregiate boiserie e soffitti a cassettoni finemente lavorati, veniva riscaldata da una stufa in maiolica. La stüa era, però, considerata un bene mobile, che poteva essere smontata e trasferita, spesso come dote delle donne, in altre case oppure venduta.

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A Sondrio, oggi, rimangono tre pregevoli esempi. Oltre alla già citata stüa Rigamonti a Palazzo Pretorio, si possono ammirare la stüa Carbonera, del XVI secolo, che si trova a Villa Quadrio, e la stüa Salis di Palazzo Sassi de’ Lavizzari, del XVII secolo, l’unica ad aver mantenuto la sua posizione originaria, con pareti scandite da cariatidi e il soffitto impreziosito da un grande pannello con nove stemmi delle famiglie imparentate con i Salis.

Palazzo Sertoli

Di grande pregio architettonico e artistico, Palazzo Sertoli è un complesso di tre edifici comunicanti tra loro – Sertoli, Giacconi e Paribelli – disposto a sud della storica piazza Quadrivio. Le strutture risalgono al Sei-Settecento e affacciano, all’interno, su due corti e un giardino nobiliare.

Il palazzo è noto soprattutto per lo spettacolare Salone dei balli, in stile rococò, sviluppato su due piani: un ambiente di grande effetto scenico, completamente decorato con stucchi, dipinti, affreschi trompe-l’oeil che ampliano lo spazio, ed eleganti logge e balconcini.

interni di Palazzo Sertoli
I preziosi interni di Palazzo Sertoli (Ph. VisitaSondrio)

All’interno si possono, inoltre, ammirare capolavori della collezione della nobile famiglia Sertoli ampliata con opere del Credito Valtellinese, attuale proprietario: da ammirare il Giudizio Universale di Michelangelo di Giulio Campi (1564), La Madonna con Bambino di Bernardino Lanino (1512-1583) e il Cenacolo di Andy Warhol (1978).

Nei giardini, invece, è esposta una preziosa collezione di sculture dei maggiori artisti italiani, tra i quali Mario Negri, Pietro Scampini, Lidia Silvestri, Pietro Consagra e Arturo Martini.

Museo MVSA

 Palazzo Sassi de' Lavizzari sede del MVSA Sondrio
Palazzo Sassi de’ Lavizzari sede del MVSA (Ph. VisitaSondrio)

Ospitato all’interno del Palazzo Sassi de’ Lavizzari, il MVSAMuseo valtellinese di storia e arte – è l’occasione per scoprire la Valtellina, dalle origini fino ai tempi recenti. Diviso in sei sezioni, si ripercorrono gli antichi nuclei abitativi, dalla preistoria fino all’epoca medievale, i luoghi della fede, le pregiate collezioni artistiche, in particolare quella della famiglia Ligari, con capolavori dell’antichità, moderni e contemporanei, fino ai personaggi più importanti della città di Sondrio.

Quartiere Scarpatetti

case in pietra nel quartiere Scarpatetti
Le tipiche case in pietra nel quartiere Scarpatetti (Ph. VisitaSondrio)

È un angolo di Sondrio davvero suggestivo dove fare un salto nel tempo. Si accede da piazza Quadrivio, che deve il suo nome alla sua funzione originaria di luogo di transito e sosta dei carri che entravano in città da Ponta de Prada, la porta orientale. Ma la piazza delimitava anche il passaggio tra la zona nobiliare, con i suoi bei palazzi, e il quartiere contadino Scarpatetti, dove sono rimaste praticamente intatte le tipiche case in pietra rurali, con tetti in ardesia, ballatoi in legno che si arrampicano sulla roccia e sostegni dei lumi a petrolio.

Camminando tra gli stretti vicoli del quartiere, s’incontra anche la piccola cappella della Madonna dell’uva con una statua lignea del XVII sec. di grande pregio.

Cantina Marsetti

botti Cantina Marsetti
La produzione vinicola tra le antiche mura della Cantina Marsetti (Ph. Francesca Pace)

Nell’antico quartiere Scarpatetti, si trova la Cantina Marsetti, l’unica cantina presente nel centro di Sondrio con tanto di piccola vigna, oltre a 12 ettari sparsi nei dintorni della città. Si accede attraverso una ripida scalinata che scende per due piani nel sottosuolo dove, nelle grandi botti disposte tra le antiche mura in pietra, vengono prodotti i tradizionali vini locali, come il Rosso di Valtellina, il Valtellina Superiore Grumello e il più pregiato Sfursat di Valtellina. A questi si è aggiunta, dal 2020, la linea IGT Alpi Retiche “IM” (“io sono”), che pone attenzione alla sostenibilità ambientale e ha dato vita al rosso IMperfetto, al rosato IMpallidito e al bianco IMpaziente.

Oltre alla visita della cantina si può prenotare una degustazione di 4 o 7 vini, oppure partecipare a diverse attività durante l’anno come il pic-nic nel vigneto cittadino o la vendemmia didattica in autunno.

Castello Masegra

Castello Masegra sede del Museo Storico e del CAST
Il Castello Masegra sede del Museo Storico e del CAST, il Castello delle Storie di montagna (Ph. VisitaSondrio)

Sobrio e imponente, il Castello Masegra domina Sondrio, in posizione strategica, all’imbocco della Valmalenco ed è l’unica struttura militare cittadina rimasta dopo la distruzione di tutte le fortificazioni valtellinesi da parte dei Grigioni nel 1639. Di origini medievali, ha subito nel corso dei secoli diverse ristrutturazioni per adattarlo alle varie funzioni: da quella militare a residenza privata delle famiglie dei Capitanei, dei Beccaria e dei Salis, a caserma, dopo essere stato donato al Demanio in seguito al ritiro dei Grigioni e il ritorno della Valtellina al Ducato di Milano.

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Un luogo simbolico, dunque, per la storia locale che oggi ospita, nelle antiche scuderie, il Museo Storico Castello Masegra che ripercorre i tre secoli di dominazione dei Grigioni in Valtellina (1512-1797). In altri spazi invece, è stato allestito il CAST, il CAstello delle Storie di montagna, un percorso espositivo e multimediale dedicato alla cultura alpina e al territorio locale.

Cosa vedere nei dintorni di Sondrio

Ponte delle Cassandre

Ponte delle Cassandre che sovrasta il Mallero
Il Ponte delle Cassandre che sovrasta il Mallero a quasi 100 metri di altezza (Ph. VisitaSondrio)

È un ponte ciclopedonale sospeso a quasi 100 metri sopra il Mallero che collega, lungo i suoi 145 metri, le frazioni di Ponchiera e Mossini. Inaugurato nel 2021, deve il nome alle Cassandre, le gole selvagge nelle quali si getta il torrente uscendo dalla Valmalenco.

Oltre alla vista unica che offre, permette di seguire un itinerario ad anello alla scoperta di una zona suggestiva e poco conosciuta, che dal centro di Sondrio passa tra la Via dei Terrazzamenti e la Strada del Vino, tra sentieri nel bosco e vigneti eroici, girando attorno alle gole spettacolari.

Valle dei Mulini

pila di Cà d’Albert a Castello dell'Acqua
La vecchia pila di Cà d’Albert, oggi ripristinata, a Castello dell’Acqua (Ph. Francesca Pace)

La Valle dei Mulini è un percorso che si snoda lungo i pendii delle Orobie, nel territorio di Castello dell’Acqua, a sud di Sondrio, creato grazie al recupero, ad opera della Comunità Montana della Valtellina, delle antiche strutture rurali ormai dismesse e che oggi diventano occasione per fare una piacevole escursione tra fitti boschi di castagni sulle tracce della storia e delle tradizioni locali.

La ricchezza di corsi d’acqua, dell’Adda e dei torrenti Malgina e Armisa che scorrono a valle, era particolarmente favorevole al funzionamento di opifici che sfruttavano la forza idrica. Ne sono un esempio il mulino e la pila di Cà d’Albert: mentre il primo era usato per la macina del grano saraceno, ingrediente principale dei famosi pizzoccheri, la pila serviva alla pilatura dei cereali e delle castagne.

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Più avanti, lungo il sentiero, si trova la Fucina Cavallari dove, per due secoli, sono stati forgiati attrezzi di ferro per le attività quotidiane: rimasta in funzione fino al 1980, venne abbandonata; oggi ripristinata per conservare una parte dell’antica cultura rurale. Questi opifici sono esempi affascinanti di come l’ingegno dell’uomo ha saputo trovare soluzioni efficaci e mai banali per rispondere, con i semplici mezzi a disposizione, a necessità quotidiane.

Via dei Terrazzamenti

 

Via dei Terrazzamenti
Un tratto della Via dei Terrazzamenti, il percorso ciclopedonale che corre lungo la valle (Ph. VisitaSondrio)

La Valtellina è famosa per i suoi vini rinomati e la Via dei Terrazzamenti è il percorso ciclopedonale ideale per scoprirne le origini e le cantine più rinomate. La Via si snoda per 70 chilometri da Morbegno a Tirano passando da Sondrio, da dove si possono percorrere alcuni tratti che corrono a mezza costa, tra i 300 e 700 metri di quota, tra vigneti e meleti, sostenuti dai tradizionali muretti a secco sul ripido fianco roccioso del monte.

Proprio per la morfologia del territorio, duro e difficile da lavorare, la viticoltura valtellinese è definita eroica, e obbliga ancora oggi a una lavorazione quasi totalmente manuale. Ma il risultato sono vini pregiatissimi, dalla forte identità, come il Sassella, l’Inferno e lo Sforzato.

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Chiuro

filari delle vigne nei dintorni di Chiuro
I filari delle vigne che disegnano i dintorni di Chiuro e della valle (Ph. Roberto Moiola)

Lungo la Via dei Terrazzamenti, Chiuro è considerata la capitale enologica della Valtellina, con la più vasta area terrazzata d’Italia. È qui, tra i pendii soleggiati esposti a sud, disegnati da filari dei vitigni sostenuti tenacemente da muretti a secco, che nascono alcuni dei vini più rinomati, come il Valtellina Superiore DOCG o lo Sforzato da meditazione, e hanno sede alcune delle principali case vinicole valtellinesi. Tra queste la Casa Vinicola Pietro Nera, con una lunga tradizione nella produzione di vini di alta qualità – oltre ai classici, anche il Rosso di Valtellina D.O.C. e gli I.G.T. Terrazze Retiche di Sondrio –  ma anche nella valorizzazione del territorio.

Chiesa Valmalenco

veduta dall'alto di Chiesa Valmalenco
Una veduta dall’alto di Chiesa Valmalenco (Ph. Francesca Pace)

Distante da Sondrio solo 24 chilometri, Chiesa Valmalenco è uno dei centri turistici più noti della Valtellina. Attraversato dal torrente Mallero che scorre fino a valle, è circondato dalle vette delle Alpi Retiche, dal Massiccio del Bernina, il Gruppo dello Scalino e dai monti della Val Bregaglia che ne fanno un’apprezzata ski area in inverno e il punto di partenza per escursioni ad alta quota in estate, tra laghi, alpeggi e passi montani.

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Chiesa Valmalenco è anche il punto di partenza per andare alla scoperta di piccoli borghi che sembrano rimasti fermi nel tempo. Come Scilironi, una manciata di case arroccate sulla montagna e collegate tra loro da strette e ripide gradinate spesso intagliate nella pietra.  Un luogo molto suggestivo soprattutto in inverno, quando le abitazioni sono illuminate con le luci natalizie che lo fanno sembrare un piccolo presepe.

Alpe Palù

L’Alpe Palù è la montagna di casa a Chiesa Valmalenco dove, in estate, i 60 chilometri di piste della ski area si trasformano in perfetti percorsi per escursioni in quota. Dal centro del paese si raggiunge la cima con la Snow Eagle che, con una capacità di 160 persone, è una delle funivie più grandi del mondo e compie un balzo, ad unica campata, da 980 a 2.080 metri in poco meno di 4 minuti.

Il lago Palù
Il lago Palù, una delle mete più suggestive per fare escursioni in quota in Valmalenco (Ph. Francesca Pace)

Dalla stazione di arrivo, dopo aver ammirato lo spettacolare panorama sulla valle e le cime attorno, partono diversi e facili sentieri sterrati tra fitte pinete. Lungo la strada, malghe e rifugi offrono ottimi punti panoramici e di ristoro, come il rifugio Motta e la malga Rundai, dove gustare i piatti tipici della cucina valtellinese, come i pizzoccheri, gli sciatt e la polenta taragna.

Una meta classica ma sempre di grande effetto è il lago Palù, uno specchio d’acqua naturale dove seguire il percorso ad anello lungo le sponde per poi rilassarsi sulle sue belle spiaggette, rinfrescarsi nelle acque limpide oppure al rifugio Palù, perfetto per una sosta culinaria.

Tirano e il trenino rosso del Bernina

A 25 chilometri da Sondrio c’è un’altra meta d’obbligo per un’escursione nei dintorni di Sondrio: il borgo di Tirano, famoso per la sua scenografica chiesa, luogo di arrivo del Cammino mariano delle Alpi – il Santuario della Madonna di Tirano – ma soprattutto per essere il capolinea italiano del Trenino rosso del Bernina, itinerario ferroviario entrato a far parte del Patrimonio Unesco nel 2008. La cittadina, a un passo dal confine svizzero, è il punto d’incontro, geografico e culturale, tra le palme della “mediterranea” Valtellina e le vette innevate dell’Engadina.

santuario della Madonna di Tirano e il trenino rosso del Bernina
Il santuario della Madonna di Tirano e il trenino rosso del Bernina (iStock)

E proprio la tratta che collega Tirano a St. Moritz, con le sue pendenze da record, i suoi 196 tra ponti e viadotti, le sue 55 gallerie e i suoi panorami unici, fa da richiamo: oltre ad essere un capolavoro di ingegneria ferroviaria, il Trenino rosso del Bernina è il miglior modo per godersi il paesaggio di questa zona transfrontaliera. Gli highlights da non perdere? L’Ospizio Bernina, a 2.253 metri sul livello del mare, la vista sul ghiacciaio del Morteratsch dalla celebre curva di Montebello (a 180°) e il viadotto elicoidale di Brusio.

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Orto Botanico di Caspoggio

primule nell'Orto Botanico di Caspoggio
La fioritura delle primule, una delle 60 specie autoctone presenti nell’Orto botanico d’alta quota a Caspoggio (Ph. SondrioeValmalenco)

Una nuova occasione per fare un’escursione in Valmalenco è l’Orto botanico d’Altura, inaugurato a luglio 2023 a Caspoggio. Si tratta di un piccolo scrigno di biodiversità, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, dedicato allo studio e valorizzazione della flora locale e alla divulgazione dell’importanza delle piante nella cultura e nella tradizione della regione.

Il percorso si snoda tra una sessantina di specie vegetali autoctone – dal pino mugo all’erba Iva, tarassaco, celidonia, o malva – suddivise in otto aiuole tematiche in base al loro impiego come la cosmesi o la medicina tradizionale.

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