Parte da Tricarico e arriva a Matera, su un percorso di un centinaio di chilometri, suddiviso in sei tappe, la Via Lucana.
Il nuovo itinerario del Cammino Materano, il terzo, appena inaugurato, attraversa campagne addomesticate ma libere da auto e capannoni, poche strutture agricole. E si sviluppa lungo sentieri e colline in cima alle quali sono arroccati i piccoli borghi della Basilicata dove i viandanti troveranno un’accoglienza semplice, ma vera e sincera.
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La Via Lucana: dalle lotte per il riscatto del Sud alla libertà contadina
“Io sono uno degli altri”. Il murale dedicato a Rocco Scotellaro accoglie i viandanti all’inizio del cammino.
Tricarico, punto di partenza della Via Lucana, è la patria orgogliosa di questo figlio morto giovanissimo e di cui si celebra proprio in queste settimane il centenario della nascita.
Forse non è strano, lontano da qui, non conoscere l’opera letteraria e politica di Scotellaro, ma sarebbe un peccato decidere di mettere sotto i piedi questa strada senza prima averlo letto e apprezzato.
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“Poeta della libertà contadina” lo definì Carlo Levi, con le sue poesie e come sindaco poco più che ventenne regalò un sogno al poverissimo popolo Lucano: fu il protagonista delle lotte per il riscatto dei cafoni del Sud, e consegnò a Tricarico nell’immediato dopoguerra un ospedale, le scuole e l’emancipazione dall’analfabetismo degli ultimi. L’autodeterminazione.
“È fatto giorno. Siamo entrati in giuoco anche noi con i panni e le scarpe e le facce che avevamo”. Morì ad appena trent’anni, ma le sue poesie, il romanzo L’uva puttanella e l’indagine Contadini del Sud sono fondamentali per comprendere la terra che si va a calpestare.
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La Via Lucana: un’alternativa ai modelli turistici tradizionali
La Via Lucana, appena inaugurata, è il terzo itinerario del Cammino Materano, un progetto realizzato da un gruppo di ragazzi pugliesi proprio con l’intento di dare (e di darsi) un’altra opportunità, di cercare per il Meridione un’alternativa ai modelli turistici tradizionali.
Parte da Tricarico per arrivare in sei tappe (e un centinaio di chilometri) a Matera, capitale europea della Cultura nel 2019. Se camminare per giorni nel mezzo della natura è il modo migliore per lasciarsi alle spalle la frenesia della vita cittadina, farlo in queste terre è la sublimazione della voglia di evasione che andiamo rincorrendo.
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Le tappe della Via Lucana
La Basilicata sarà pure regione marginale, ma è sicuramente (e forse proprio per questo) il miglior regalo che possiamo farci
Intere giornate di viandanza in beata solitudine, nel cuore di campagne addomesticate ma libere da auto e capannoni, poche strutture agricole lontane dai sentieri e colline che si alzano tutto intorno in cima alle quali vigilano i borghi che ci accoglieranno.
Da Tricarico a Grassano: prima tappa della Via Lucana
Scendendo da Tricarico e prima di affrontare la salita per Grassano, vale la pena compiere una piccola deviazione per una sosta al Ristoro dell’Anno Santo, la storica pompa di benzina con bar annesso che aprì Michele Mulieri, il contadino ribelle cantato proprio da Scotellaro, il cafone guerriero che si insignì del titolo di presidente dell’autoproclamata Repubblica dei Piani Sottani, un fazzoletto di terra sulla via Appia, un trivio tra le strade per Potenza e Matera. Un luogo mitico fermo nel tempo.
Immersi nei ripidi campi di grano si conquista la meta della tappa: Grassano fu la prima destinazione del confino di Carlo Levi, “piccola Gerusalemme immaginaria” la definì, e a ogni passo targhe di marmo ricordano l’autore di Cristo si è fermato a Eboli.
Due fiumi segnano questo pezzo di Basilicata, e danno il senso della marcia al viandante: il Bradano e il Basento scorrono paralleli verso lo Ionio, formando due valli straordinarie, verdissime e pacifiche, non antropizzate, con poche strade, dove flora e fauna hanno l’habitat ideale per essere padrone del territorio. Nel mezzo dei due corsi d’acqua si alternano in successione un’infilata di colline che segnano il percorso della Via Lucana.
La Via Lucana, secponda tappa: alla conquista di Grottole
Si scende a precipizio da Grassano per risalire a perdifiato sul colle che ospita l’Abbazia di Sant’Antonio Abate, che presto tornerà in funzione per dare ospitalità ai pellegrini: un luogo incantato da cui si domina il paesaggio a 360 gradi.
Ore di cammino immersi nelle spighe di grano, tra i fiori rossi della sulla e dei papaveri, il bianco del lino delle fate che brilla ondeggiando al vento e sterminati campi color lilla dei fiori di lino. Uniche compagne, le orme di lupi e cinghiali che si rincorrono nell’immancabile fango di questa primavera bagnata.
In una giornata di pace e silenzio come questa i pensieri volano come le poiane che volteggiano indisturbate. Poi la salita si fa sempre più dura, mentre querce e lentisco regalano un po’ d’ombra.
Anche Grottole va conquistata con sudore e fatica ma ad accogliervi c’è il bar Quaranta che, come il Mi Sa’di Grassano, offre bibite e birre il pomeriggio per trasformarsi in trattoria dalla cucina casareccia all’ora di cena: pasta fatta rigorosamente in casa, con peperone crusco e mollica fritta, salsicce, ciambotta, formaggi delle ormai rarissime mucche podoliche. Il borgo è piccolo e raccolto intorno alla Chiesa Diruta, animato in questi giorni dai giovani della Scuola europea per attivatori rurali di comunità.
Da Grottole a Miglionico: terza tappa della Via Lucana
Miglionico è meta della terza tappa: uno dei borghi più belli d’Italia, molto curato intorno al bellissimo Castello del Malconsiglio dove si consumò nel XV secolo la Congiura dei Baroni, raccontata da un’affascinante installazione multimediale. Da qui, nelle giornate limpide, si vede il faro di Taranto.
Lasciato il paese, il paesaggio cambia senza perdere fascino: il bosco Cornicchio, una fitta faggeta dove gli abitanti di Miglionico si nascosero dai tedeschi durante la guerra, lascia il posto a una foresta di querce.
Nel mezzo una radura magica, con la chiesetta della Madonna della Porticella fatta costruire da Ettore Fieramosca e una quercia monumentale, luogo di riunioni esoteriche, briganti, rivoluzionari e carbonari e, purtroppo, anche di qualche suicidio.
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Da Miglionico a Pomarico: quarta tappa della Via Lucana
A Pomarico (il nonno materno di Vivaldi era di qua) merita una visita il Palazzo Marchesale Donnaperna: all’interno, un prezioso Archivio storico comunale, recuperato grazie a sei anni di lavoro dei volontari del paese. Di fronte, impossibile rinunciare a una cena da Lancione, con il miglior pesce del territorio.
Quinta tappa, Montescaglioso, la più lunga
La tappa più lunga della Via Lucana (23 km), dopo aver superato il Bradano e attraversato i lunghi rettilinei della piattissima vallata, porta a Montescaglioso, da conquistare salendo un ripido calanco e famoso per la straordinaria Abbazia di San Michele Arcangelo.
Da qui si riscende nella piana e si prende direzione nord per costeggiare il profondo canyon costellato di case grotta e chiese rupestri che conduce a Matera.
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Ultima tappa: l’arrivo a Matera
Il cammino non può che chiudersi tra le mura di Palazzo Lanfranchi, davanti alla commovente Lucania ’61, l’opera dipinta da Carlo Levi per descrivere la regione Basilicata, “il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere”.
Filo conduttore di questo grande dipinto è proprio la figura di Rocco Scotellaro, che appare dalla nascita alla morte e che è uomo sulla piazza, al centro del suo popolo che lo ascolta attento, pronto al riscatto.
La tappa in più
“Ma nei sentieri non si torna indietro”, scriveva Scotellaro. Allora è giusto fare un altro passo, approfittare di trovarsi in questo luogo magico e prendere un mezzo dalla Città dei Sassi per raggiungere Aliano.
Tra strade tortuose arrampicarsi sui calanchi per visitare i luoghi in cui tutto è nato, entrare nella casa del confino di Carlo Levi, aggirarsi tra i vicoli e le abitazioni di questo borgo fuori dal mondo, “in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione”.
Via Lucana: cosa c’è da sapere
Il Cammino Materano, progetto dell’associazione In Itinere, è un Itinerario Culturale costruito sul modello delle Cultural Routes del Consiglio d’Europa. È composto da sei percorsi che, tra Puglia e Basilicata, convergono tutti su Matera, Capitale europea della Cultura 2019.
La Via Peuceta (che parte da Bari) e la Via Ellenica (da Brindisi), le prime a essere inaugurate, rappresentano oggi il fiore all’occhiello dei cammini pugliesi.
Da aprile è fruibile anche la Via Lucana (che parte da Paestum), strutturata nel suo ultimo tratto, interamente in Basilicata: da Tricarico, passando per Grassano, Grottole, Miglionico, Pomarico, Montescaglioso, fino appunto a Matera. Sei tappe per circa 110 km.
Sul sito del Cammino Materano è possibile scaricare le tracce gps della Via Lucana, trovare la descrizione delle singole tappe (con lunghezze, ore di percorrenza, altimetrie e tipo di fondo), il form per richiedere la Credenziale (obbligatoria), i contatti dei referenti di tappa, l’elenco delle strutture di accoglienza e dei bar/ristoranti convenzionati col cammino (mediamente 25 euro a persona per notte+colazione e 18-20 euro per la cena), oltre alle indicazioni di tutti i servizi sul territorio.
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