A Grado si arriva attratti dal contesto storico e culturale dell’isola e del suo borgo – fondato dai Romani nel II secolo d.C, influenzato dalla vicina Venezia, prima, e dall’impero austro-ungarico, poi – e si resta affascinati dal suo ambiente naturale. Otto chilometri di spiagge, tutte rivolte a sud e sempre esposte al sole (perfette per fare il pieno di vitamina D), dall’aria pulita particolarmente ricca di iodio e dal paesaggio, disegnato da una laguna e due oasi protette, dove la natura regna incontrastata, offrendo ai viaggiatori una vacanza all’insegna del verde e del blu.
Grado, l’isola del benessere e della natura nell’Alto Adriatico, è un microcosmo di 32 km e oltre 16.000 ettari di terra e di mare, incastonato tra le foci del Tagliamento e quelle dell’Isonzo. Un’oasi green, sospesa nel tempo, da esplorare lungo l’antica idrovia Litoranea Veneta, che collega Venezia con la foce dell’Isonzo e Trieste, percorsa già in epoca romana tra Chioggia e Aquileia, e tra un centinaio di isolotti soggetti ai moti perenni delle maree che si uniscono all’acqua dolce dei fiumi creando habitat e microclima ideali per numerose specie ittiche e di uccelli.
Laguna di Grado: un’oasi green tutta da esplorare
Intorno all’antico borgo marinaro di Grado, si estende un paesaggio verde punteggiato di olmi, pioppi, ginepri e pini, ricamato da barene, canaletti e velme (fondali poco profondi), paradiso di crostacei e molluschi. In questo angolo di Friuli Venezia Giulia, la natura si presta a un ampio ventaglio di attività, tutte all’insegna di un turismo slow: dalle escursioni in barca, al birdwatching, fino alla fotografia naturalistica.
Un ecosistema scandito da isole e isolotti (o mote), dove sorgono i tradizionali casoni – le antiche abitazioni dei pescatori dal caratteristico tetto di canne palustri – molti aperti ai turisti e che meritano di essere esplorati. A Mota Safon, ad esempio, si può ammirare il cason che ha stregato il cineasta e poeta Pier Paolo Pasolini: proprio qui, nel 1969, è stata ambientata una scena della famosa pellicola Medea interpretata da Maria Callas.
Su altre isole, come l’Isola Anfora, Porto Buso e Francamela, nell’estremità occidentale della Laguna, sono invece protagonisti romantici ristorantini, locande e trattorie d’approdo, dove assaporare antiche ricette a km0 durante una sosta golosa. Degustazioni di piatti tradizionali si possono anche fare a bordo delle imbarcazioni che tutti i giorni offrono, a chi approda in laguna, l’opportunità di visitare le sue attrazioni naturali.
All’estremità orientale, invece, è di casa l’isola di Barbana, un’altra oasi di pace immersa nel silenzio e abitata da una comunità di monaci benedettini: qui è possibile visitare il famoso Santuario della Madonna di Barbana, in stile neoromanico, con una piccola cappella nel bosco costruita nel 1854. È una nota meta di pellegrinaggio ma si offre anche ai visitatori occasionali come tappa contemplativa, tra pini marittimi, magnolie e cipressi.
Isola di Grado: escursioni e birdwatching nelle sue riserve naturali
Il moto delle maree insieme al lento e ordinato viavai delle batèle – le imbarcazioni a fondo piatto senza chiglia con cui si spostano gli abitanti dell’isola e i pescatori – ricordano che in questi luoghi è ancora la natura a dettare le regole. È facile intuirlo mentre ci si inoltra nelle due riserve protette, della Valle Cavanata e delle Foci dell’Isonzo.
Raggiungibile da Grado lungo vie ciclabili panoramiche, che sembrano librasi in volo su acqua e boschi, la Riserva naturale della Valle Cavanata occupa la parte più orientale della laguna. La scoperta di questo luogo, un tempo utilizzato come valle da pesca, ha inizio nel moderno Centro visite interattivo con video per approfondire le caratteristiche di questo particolare ecosistema e da cui partono itinerari pedonali e ciclabili.
La natura poi fa il resto, facendo mostra di sé con barene, boschi e piccole spiagge dove vivono e nidificano molteplici specie di uccelli: un paradiso per gli appassionati di birdwatching che trovano postazioni ravvicinate, biciclette e binocoli a noleggio. Non mancano poi anche aree picnic all’aperto e al coperto per godersi l’intera giornata immersi nel verde. Per non perdere neanche uno spot, è attivo il nuovo tour virtuale con tutte le attrazioni geolocalizzate, informazioni su flora, fauna e territorio.
Spingendosi ancora più a est, fuori dall’habitat strettamente lagunare, l’ultimo tratto dell’Isonzo scolpisce l’estrema propaggine di pianura padana con un ecosistema unico: è il regno della Riserva naturale Foci dell’Isonzo, un luogo dove boschi si alternano a zone paludose, falchi di palude incontrano picchi neri, mentre i bianchi cavalli Camargue vivono e galoppano in libertà.
Il cuore della riserva è l’Isola della Cona, attrezzata con il Centro visite, la foresteria, e capanni per il birdwatching e la fotografia naturalistica. Per visitarla si possono seguire due i tracciati: il più breve, un itinerario ad anello di 45 minuti che permette di raggiungere l’Osservatorio della Marinetta; l’altro, è un’escursione di circa 3 ore che tocca i luoghi principali, dai Prati del Biancospino alla Foce. Al tramonto si riparte in barca in direzione laguna, per non perdere neanche uno dei proverbiali scorci dalle sfumature dorate.
Info: marefvg.com
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