Da Cortina a Kitzbühel sulle strade più belle delle Alpi: viaggio on the road (in compagnia di Kristian Ghedina)

Metti l’emozione di guidare un’Audi RS e-tron GT, la Granturismo 100% elettrica, e i modelli Audi RS in mezzo a panorami mozzafiato. Da Cortina, la Regina delle Dolomiti, fino alla cima della Großglockner-Hochalpenstraße, una delle strade più scenografiche del mondo, per poi ridiscendere verso Kitzbühel, in Austria, che ogni anno ospita la tappa più attesa e spettacolare della Coppa del Mondo di sci maschile. Due giorni dedicati alla performance su strada e alla sportività. Oltre 220 km di percorso. E in compagnia di Kristian Ghedina. Un fiume in piena.

Audi e Cortina: gemellaggio all’insegna di sport e ambiente

Se quello di Audi è – come ben noto – l’automotive, da anni la casa dei quattro anelli va oltre il prodotto e, partendo dalla mobilità sostenibile, abbraccia la responsabilità ambientale e sociale. L’obiettivo del marchio tedesco – che è anche title sponsor della Coppa del Mondo di sci e sostiene gli atleti della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) – è infatti quello di trasformare Cortina in un “laboratorio di mobilità consapevole” anche in vista  delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

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Il sodalizio tra Audi e Cortina è iniziato nel 2017 e proprio nella località ampezzana, lo scorso febbraio, la Casa di Ingolstadt ha presentato in anteprima mondiale l’Audi activesphere concept, l’avveniristica crossover 100% elettrica. Insieme a Enel X Way, società della galassia del gigante italiano dell’energia, ha poi implementato un’infrastruttura di ricarica per mettere a disposizione di tutti gli utenti soluzioni e servizi per la mobilità elettrica. 

Audi Driving Experience: la nostra flotta

(ph: Audi)

In occasione dell’Audi Driving Experience siamo partiti dalla località ampezzana direzione Kitzbühel con una flotta di vetture della famiglia high-end: la fiammante elettrica RS e-tron GT; la RS Q8, una delle RS a benzina più potenti di sempre, e i modelli RS6 e RS7. L’inizio l’ha fatta proprio la full electric RS e-tron GT: il viaggio è partito senza pensieri, senza guardare la percentuale di ricarica della batteria. E senza preoccuparci dei chilometri a disposizione. Fa tutto il navigatore, anche suggerire – nel caso – una tappa per la ricarica. Oltretutto, le colonnine su questo tracciato non mancano.

La vettura dal design coupé unico nel suo genere è dotata delle più recenti tecnologie sviluppate dal brand tedesco nel settore motorsport, come le sospensioni pneumatiche e i due motori elettrici (anteriore da 238 Cv, posteriore dai 456 Cv), che insieme erogano una potenza di 598 Cv e una coppia di 830 Nm. In modalità “Boost”, può addirittura contare su di una potenza massima di 646 Cv. L’accelerazione: la vettura prende velocità in 3.3 secondi per coprire lo scatto 0-100 km/h. 

L’Audi RS Q8 è invece la versione più sportiva della gamma Q8. I tecnici di Ingolstadt hanno lavorato per offrire ai clienti un 4.0 biturbo da 600 Cv, abbinato ad un cambio a 8 rapporti, che supera i 300 km/h (con pacchetto dedicato) e per passare da 0 a 100 km/h ha bisogno di meno di 4 secondi. Può vantare le quattro ruote sterzanti e la trazione è integrale. Ha un motore V8 biturbo da 4.0 litri e una potenza di ben 591 cavalli. Inoltre: un sistema ibrido a 48 volt lavora “dietro le quinte” per migliorare l’efficienza dei consumi. 

La RS e-tron GT (ph: Audi)

Infine, l’Audi RS 6 Avant e l’Audi RS 7 Sportback Performance: le RS 6 ed RS 7 più potenti e veloci. Il V8 4.0 TFSI biturbo arriva a erogare 630 cavalli e la coppia massima arriva a 850 Nm. Entrambi i modelli performance scattano da 0 a 100 km/h in 3,4 secondi.

Grossglockner: tornanti, vette imponenti e paesaggi mozzafiato

La Grossglockner Hochalpenstrasse, Strada Alpina del Grossglockner, è una strada di fama mondiale. Inaugurata nel 1935 e nel 2015 dichiarata monumento nazionale, si snoda nel cuore delle Alpi attraverso la Carinzia e il Salisburghese aprendo la vista sui giganti del Tirolo orientale. In questo capolavoro d’ingegneria stradale, che conserva ancora oggi il suo fascino originario, tre regioni nel cuore dell’Austria si fondono in un’esperienza unica di viaggio con panorami spettacolari. 

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Grazie alla Grossglockner Hochalpenstraße, quelli che un tempo erano i territori degli scalatori esperti, sono diventati luoghi accessibili a tutti. Dalla sua apertura, quasi ottant’anni fa, la strada è stata infatti ampliata e resa più sicura. All’alta montagna e alla veduta del Grossglockner – la cima più alta dell’Austria con 3.798 metri – si sono aggiunti esposizioni e musei, si sono facilitati gli accessi a rifugi e alpeggi, si sono creati centri per i visitatori, parcheggi e punti di informazioni. Arrivando dall’Italia, la strada collega Heiligenblut, in Carinzia, con Fusch an der Glocknerstrasse, nel Salisburghese.

La Grossglockner Hochalpenstraße (ph: Audi)

I 36 tornanti della Strada Alpina sono un piacere per chi viaggia. E vede trasformare i finestrini in “quadri” in movimento. Alla “Kaiser-Franz-Josefs-Höhe“, al termine della diramazione dalla strada per il passo, la vista si apre sul Pasterze, il ghiacciaio più lungo delle Alpi orientali che, purtroppo, a causa del cambiamento climatico si sta ritirando sempre di più. Uno dei punti più suggestivi da cui ammirare il panorama è senz’altro la torre di osservazione Swarovski.

La strada, interamente compresa nel cuore del Parco Nazionale Alti Tauri, si snoda per 48 chilometri. Il pedaggio costa 40 euro (30 euro per le moto). La Strada alpina del Großglockner è aperta da inizio maggio a inizio novembre. Info: grossglockner.at

In auto con Kristian Ghedina: una vita a mille all’ora

Guidare in compagnia di Kristian Ghedina, o accanto a lui sul sedile del passeggero, è un’esperienza nell’esperienza. Cadorino classe 1969, il “Ghedo” è entrato nella storia dello sci alpino italiano come uno dei migliori specialisti delle prove veloci degli anni ‘90: in Coppa del Mondo ha vinto 12 libere e 1 supergigante. E poi: medaglie mondiali e numerosi titoli italiani. Col suo sorriso di eterno ragazzo – innamorato della montagna, ma soprattutto della velocità e del rischio – è un fiume in piena: senza avere l’aria del campione racconta aneddoti e storie di vita, delle sue avventure nel circo bianco, dei suoi compagni di allora, soprattutto dell’amico Peter Runggaldier.

Uno dei momenti leggendari della carriera di Kristian Ghedina: il 24 gennaio 2004, l’azzurro chiude la discesa sulla Streif con una spettacolare spaccata sull’ultimo salto. In realtà, Ghedina ha anche vinto a Kitzbühel, primo italiano, nel 1998.

Ma anche del coma dopo un incidente d’auto e delle innumerevoli fratture – alle costole e alle vertebre, alla scatola cranica e ai polsi, alla clavicola, alla scapola, al naso, all’orecchio. E poi: della famiglia, della compagna Patrizia Auer, la “Patti”, del figlio di tre anni Natan e del secondogenito Brayan: “È nato il 28 marzo 2023, proprio nel giorno del centenario dell’Aeronautica militare italiana – insomma, è destinato alla velocità”, scherza Kristian. 

Tutti gli sport di Kristian Ghedina

Oltre allo sci, Ghedina ha provato tutti (o quasi) gli sport adrenalinici: automobilismo; Formula 3000; motociclismo; motoslitta. Ma anche hockey, tennis, paracadutismo – solo per citarne alcuni. In questo periodo è preso da un’altra avventura: le gare di motonautica offshore. Chiedo: “Ma che sport di velocità ti manca?”. Ci pensa un attimo e risponde: “Non saprei”. Già perché il campione ampezzano non si tira indietro quando si parla di velocità, sulla neve oppure in un autodromo, o alla guida di un bolide, magari sulla superficie di un corso d’acqua, mare o fiume o lago che sia. “Ho anche fatto un giro sull’Aermacchi delle Frecce Tricolori. Lì, dopo un po’, mi sono però sentito male”. 

Tra una videochiamata col figlio Natan (“In questo momento sono tutti e tre a casa a Varna, vicino a Bressanone, a cimentarsi con lo sciroppo di sambuco”), racconta di quando studiava da queste parti, a Lienz, in Austria, e di come da ragazzo facesse il tragitto fino a Cortina in autostop; di quanto odiasse la scuola (“Aspettavo la campanella per andare a sciare, giocare a hockey, correre nel bosco”); degli scherzi; delle scommesse e delle sfide (quella volta che si è messo un uovo crudo intero in bocca…). E poi: dell’orgoglio; di quanto preferisce arrangiarsi e non chiedere aiuto ad altri e di quanto i social stanno cambiando – in peggio – le nuove generazioni. 

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I tornanti della Strada Alpina del Grossglockner alla guida della RS e-tron GT Ghedina li affronta come un pilota sportivo: “Se fossi nato in Romagna, probabilmente sarei finito su una moto, oppure al volante di un’auto da corsa. Ma sono nato in montagna, quindi la velocità ho dovuto trovarla sulla neve”. 

Arrivo a Kitzbühel e salita alla partenza della mitica Streif

Kristian Ghedina con il torfeo della Streif davanti al cancelletto di partenza (ph: Audi)

Se il tennis ha Wimbledon, la Formula 1 il Gran Premio di Monaco allora lo sci ha Kitzbühel, la cittadina austriaca che ogni anno – dal 1967  – ospita la tappa più attesa e spettacolare della Coppa del Mondo di sci maschile. Qui hanno vinto e ci sono caduti i più grandi sciatori di sempre – anche Ghedina. Le gare, solo ed esclusivamente maschili, si disputano sulle piste Ganslern e Streif. La prima ospita lo slalom, sulla Streif invece si disputa la discesa libera: è ritenuta la più spettacolare e impegnativa dello sci professionistico. Si scende con una velocità che tocca anche i 150 km/h nella parte finale. Sulla Mausefalle (la “trappola per topi”), ossia la parte iniziale del tracciato si arriva a una pendenza dell’85%. Qui il primo posto l’ha conquistato anche Kristian Ghedina.

Tuttavia, nella storia della pista e dello sci, l’ampezzano è entrato per la spaccata in volo a 137 km/h che fece sul salto finale. Ai 1.665 metri del cancelletto di partenza della Hahnenkamm Bergstation racconta ancora una volta quella “follia”: “L’avevo fatta in prova. Mio cugino mi prese in giro: ‘Vediamo se sei capace pure in gara…’. Non potevo sottrarmi, ho scommesso una pizza e una birra”. Ghedina non vinse la gara, arrivò sesto ma divenne leggenda. Sottolinea: “Molti dicono che avrei potuto arrivare primo se non avessi fatto quella spaccata: non è vero. Forse sarei salito sul podio o sarei arrivato quarto”.

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Ritorno a Cortina, con la mano fuori dal finestrino

Il ritorno verso Cortina dura circa 2 ore e mezza. A pochi chilometri da Cortina Ghedina mi indica il monte Cristallo dove, in un tragico incidente nell’aprile 1985, ha perso la madre Adriana, la prima maestra di sci a Cortina: “È da lei che ho preso la solarità ma anche il gusto della sfida”. Poi, ad un certo punto, abbassa finestrino e tiene la mano fuori mentre, su un breve rettilineo, l’auto raggiunge i 130: “Quando ho fatto la spaccata sulla Streif andavo anche più veloce”.

Il parkour per le auto a Fiames

(ph: Audi)

L’Experience di due giorni si conclude a Fiames, a tre chilometri da Cortina: lì dove sorgeva il vecchio aeroporto oggi c’è un’area riqualificata da Audi, una sorta di “parco giochi” per la mobilità, con attività di parkour per testare i modelli più recenti con il supporto degli istruttori.

In questo proving ground, aperto al pubblico sia nel periodo invernale sia nella stagione estiva, si possono mettere alla prova la potenza, il controllo e la precisione al volante delle vetture a disposizione. Per imparare a guidare da professionisti. Ghedina, che professionista lo è già, si apparta sul bordo della pista per una videochiamata col figlio più grande: “C’è da preparare lo sciroppo di sambuco!”.

Info: myaudi.it

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