In Menzogna romantica e verità romanzesca, (Bompiani, 1961), compare per la prima volta la teoria del desiderio mimetico di René Girard, antropologo e filosofo francese scomparso nel 2015. Un tema analizzato nelle opere di Cervantes, Flaubert, Stendhal, Proust, Shakespeare, Dostoevskij… La molla dei comportamenti umani, per l’autore, è la natura mimetica, cioè imitativa, del desiderio. Che non è innato, ma è, appunto, influenzato e mediato dall’imitazione degli altri. Per Girard la mimesi è il principio di ogni comprensione del mondo.
Desideriamo il desiderio
Scrive Marco Dotti nell’introduzione al saggio: “Ogni volta che entriamo in relazione con qualcuno, si forma un nuovo io e l’identità finisce per non coincidere mai con la biografia di quell’io, ma con l’apertura all’altro partendo da un sé sempre in formazione. Desideriamo il desiderio, ma in fin dei conti è il desiderio che ci desidera. La teoria dei neuroni specchio sembra confermare l’ipotesi”. Nella teoria di Girard, l’imitazione del desiderio è anche un meccanismo sociale che guida le scelte e le aspirazioni delle persone.
La trappola dei social
Se pensiamo ai viaggi, osservare gli altri immersi in esperienze interessanti può risvegliare la voglia di vivere qualcosa di simile. Questa mimesi può fungere da motivazione per uscire di casa. Anche i media, lo sappiamo, giocano da sempre un ruolo fondamentale come stimolo. I social, oggi, hanno poi un impatto ancora maggiore nello scatenare il desiderio mimetico, sia per diffusione sia per modalità di fruizione.
Le persone che utilizzano Instagram & Co. sono 43,2 milioni, il 71,6 per cento della popolazione italiana, secondo il report Digital 2023 di We are social. Un’ora e 47 minuti al giorno in media con gli occhi puntati su contenuti generati dagli altri, inclusi amici, celebrità e influencer. E l’aspetto della condivisione sociale intensifica il desiderio mimetico.
Ma quanto tutto questo può allontanare dall’esperienza autentica di un viaggio, che dovrebbe nascere da inclinazioni personali e non dall’imitazione di ciò che viene presentato come desiderabile? Inseguire l’approvazione e il riconoscimento sociale attraverso la condivisione di esperienze non rischia di distogliere l’attenzione dal vero senso del viaggio?
Il viaggio è solo nelle nostre mani
Quello di Dove, da più di trent’anni, è tutto un altro film. E ve ne accorgerete anche in questo numero di luglio (visitando il sito, ascoltando i nostri podcast, seguendo i contenuti sui social). Storie di viaggio che nascono da giorni di scarpinate tra deserti e borghi, senza manipolazioni, senza filtri, con tutte le informazioni pratiche, di servizio, possibili, per costruirsi un progetto di vacanza personale, godersi emozioni senza alcuna mediazione. Nemmeno la nostra, perché noi siamo solo uno strumento per rompere lo specchio che riflette i desideri degli altri. A Dove scriviamo solo l’incipit della storia, ma il romanzo del viaggio (quello vero) è tutto nelle vostre mani.
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