Area Sacra di Largo Argentina: un museo a cielo aperto ora accessibile. Nel cuore di Roma

L’Area Sacra di Largo Argentina ora è un museo a cielo aperto accessibile a tutti, nel cuore della capitale. Nel sito archeologico, uno dei più importanti e suggestivi nel centro storico di Roma, sono infatti finiti i lavori di valorizzazione grazie ai quali l’area ha aperto ieri al pubblico. Ed è diventata visitabile per la prima volta dalla sua scoperta, avvenuta negli anni Venti, con un nuovo percorso.

Per decenni, infatti, questo sito con la sua storia millenaria e i maestosi resti architettonici è rimasto visibile solo dall’alto, dal piano stradale. Grazie ai fondamentali interventi resi possibili della maison Bulgari, cittadini e turisti possono ora camminare allo stesso livello dei templi ed edifici qui riscoperti.

Ammirarne da vicino i dettagli e ripercorrere l’intera storia dell’area. Dall’età repubblicana all’epoca imperiale e medievale, fino al ritrovamento della vasta piazza lastricata avvenuta nel secolo scorso con le demolizioni degli anni Venti.

Ma ecco che cosa esattamente si può visitare.

Area Sacra di Largo Argentina Roma
Veduta aerea dell’area archeologica nel centro di Roma

Area Sacra di Largo Argentina: cosa vedere

Il cuore del sito, è costituito da quattro templi, che sorgono sulla vasta piazza lastricata. È l’Area Sacra riportata alla luce nel corso dei lavori di demolizione del quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de’ Cesarini e Corso Vittorio che furono eseguiti tra il 1926 e il 1929 al fine di costruire nuovi edifici, e poi sospesi in seguito alle scoperte.

I quattro templi  

I quattro templi, tutti di età repubblicana, sono comunemente indicati con le prime quattro lettere dell’alfabeto, perché la loro identificazione non è ancora del tutto certa.

Il tempio più antico è il C. Costruito nel III secolo a.C. su un alto podio di tufo, preceduto da una scalinata con davanti un altare di peperino ancora oggi integro, era dedicato probabilmente alla dea Feronia. Una divinità della fertilità il cui culto fu introdotto a Roma dopo la conquista della Sabina.

Risale  al III secolo a.C. anche il Tempio A. Di dimensioni molto più piccole, è da identificare, secondo alcuni studiosi, con  il tempio dedicato a Giuturna, la Ninfa delle fonti, fatto costruire in Campo Marzio per un voto del console Gaio Lutazio Catulo dopo la vittoria su Cartagine riportata alle isole Egadi.

All’inizio del II secolo a.C. fu costruito il Tempio D, dedicato ai Lari Permarini, protettori della navigazione, o alle Ninfe, secondo un’altra ipotesi.

Infine, l’ultimo edificio sacro: il  Tempio B, a pianta circolare, costruito alla fine del II secolo, dopo la battaglia di Vercelli del 101 a.C. che pose fine alla guerra contro i Cimbri.

Fu dedicato alla Fortuna huiusce diei, ovvero la Fortuna del giorno presente. La stessa divinità romana che è raffigurata nel grandioso acrolito femminile (un tipo di statua con la testa e alcune parti del corpo realizzate in marmo e altre con diversi materiali) di cui sono stati ritrovati nelle vicinanze del tempio alcuni frammenti. La testa, un braccio e un piede che oggi sono conservati nel Museo della Centrale Montemartini.

Area Sacra di Largo Argentina Roma
La testa di una colossale statua di divinità femminile

La Curia di Pompeo dove fu assassinato Giulio Cesare

Oltre che ai maestosi resti dei templi, l’Area Sacra di Largo Argentina deve la sua fama anche al luogo dove fu assassinato Giulio Cesare: dietro il tempio rotondo di Fortuna, si può infatti vedere il basamento di tufo della Curia di Pompeo, la grande sala di oltre 400 mq, annessa al complesso del Teatro e dei Portici di Pompeo, che ospitò la celebre seduta del Senato delle Idi di marzo del 44 a.C.

La storia dell’Area Sacra di Largo Argentina

Il sito conserva, poi, numerose testimonianze della sua vita ininterrotta per oltre 2000 anni.

Nell’80 d.C. un incendio devastò gran parte del Campo Marzio, compresa l’Area Sacra di largo Argentina, che subì una profonda trasformazione sotto l’imperatore Domiziano: le macerie furono spianate e al di sopra fu costruita una nuova pavimentazione in lastre di travertino, ancora visibile, e la ricostruzione degli alzati dei templi.

Con il V secolo iniziò un lungo periodo di abbandono e trasformazione degli edifici. Probabilmente l’area venne occupata da un complesso monastico, mentre successivamente, tra l’VIII e il IX secolo, furono costruite delle case aristocratiche. Nel IX secolo fu innalzata anche una chiesa all’interno del tempio A, che nel 1132 fu dedicata a San Nicola. In età barocca su questa chiesa medievale si impostò un nuovo edificio sacro, successivamente distrutto.

Frammenti di decorazione architettonica che si possono ammirare in una delle nuove aree espositive

La torre del Papito e il nuovo percorso di visita

Ai margini del complesso archeologico, in angolo tra via Florida e via di S. Nicola de’ Cesarini, è situata una torre di età medievale: la torre del Papito, il cui portico ospita da oggi una delle due nuove aree espositive. L’altra si trova nei locali al di sotto del piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini.

Entrambi gli spazi sono stati allestiti con numerosi reperti provenienti dagli scavi e dalle demolizioni del secolo scorso, tra cui frammenti di epigrafi, sarcofagi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate nell’area.

Ma l’elemento portante del progetto di sistemazione ultimato in questi giorni è il percorso su passerella completamente privo di barriere architettoniche che permette di scendere da via di San Nicola de’ Cesarini a visitare l’area archeologica.

Grazie a una piattaforma elevatrice l’accesso è consentito anche alle persone con mobilità ridotta e all’interno dell’area sono stati eliminati i dislivelli e salti di quota, per rendere agevole la visita anche in sedia a rotelle o con passeggini.

Lungo il percorso i visitatori possono seguire la storia del sito e le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli attraverso una serie di pannelli illustrativi con testi in italiano e in inglese e un ricco corredo fotografico.

Alle persone ipovedenti e non vedenti sono dedicati due grandi pannelli tattili bilingue e in braille comprendenti le indicazioni dell’intero complesso e dei singoli monumenti e con la lettura tattile di due reperti scansionati in 3D (un frammento di lastra con un uccellino che becca un frutto e la testa colossale di statua di culto femminile).

Area sacra di Largo Argentina Roma
Veduta dell’Area sacra di Largo Argentina con i resti dei quattro templi di età repubblicana

Area Sacra di Largo Argentina: la riscoperta negli anni Venti

Tutta l’Area Sacra, uno dei più importanti complessi archeologici della città di età repubblicana, rischiò di essere distrutta durante le demolizioni degli anni Venti che dovevano far posto alla costruzione di palazzi.

Quando venne alla luce il complesso dei quattro edifici sacri, i lavori furono sospesi e fu affidato ad Antonio Muñoz, soprintendente alle Antichità e Belle Arti, l’incarico di sistemare l’area archeologica. Questa fu inaugurata il 21 aprile del 1929 da Benito Mussolini e da allora non ha più subito modifiche significative, fino a oggi.

 

 

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