La rinascita di Salsomaggiore Terme: gli eventi in città e un masterplan firmato dal Politecnico di Milano
Salsomaggiore Terme è pronta al suo ritorno futuro. Sembra passato un secolo e lo è davvero: fu una sera di fine maggio del 1923 quando il foglio locale, Il Gazzettino di Salsomaggiore, dedicava la prima pagina all’inaugurazione dello stabilimento termale “Lorenzo Berzieri”. Lui era il medico che, a metà dell’Ottocento, aveva scoperto, fra Tabiano e Salso “downtown”, le proprietà curative delle acque salsobromoiodiche, fra le più preziose d’Europa. Il sale a queste latitudini era già stato l’oro bianco dei Farnese, ora diventava anche la cura a tante malattie della pelle, del corpo e, in fondo, anche dell’anima.
Negli anni Venti il termalismo era già una realtà per Salsomaggiore: serviva un simbolo che lo rappresentasse. A progettarlo, plasmandolo nelle lusinghe del Liberty, furono chiamati due grandi toscani, l’architetto Ugo Giusti e il decoratore Galileo Chini. Vezzi orientali, divinità sorridenti, un eden floreale ed opulento. Cominciava così l’età dell’oro di questa ville d’eaux emiliana.
Gli eventi per la rinascita di Salsomaggiore Terme
Dopo anni di incertezza e declino, Salsomaggiore Terme posa la prima pietra del suo new deal, a cent’anni esatti da quell’inaugurazione tutta crinoline, velette e glamour. Una serie di eventi, da fine maggio, accompagnerà l’iter di rinascita della capitale emiliana della bellezza che vuole tornare protagonista del panorama del wellness italiano. Si parte con un convegno ed un bel restyling attraverso un masterplan che il Politecnico di Milano ha studiato per conto del Comune, a cementare un legame che già nel 1928 aveva portato l’ateneo milanese, con l’ingegnere Cesare Chiodi, a disegnar il piano regolatore della città.
Poi Oro e Oriente, una mostra diffusa in più luoghi della città, dedicata, fino al 17 settembre, al genio di Galileo Chini di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita; quindi l’attesissimo recupero proprio del Berzieri. Dopo la cessione a Cassa Depositi e Prestiti, l’edificio è passato in gestione al gruppo QC Terme: il work in progress prevede almeno 24 mesi di lavoro e 15 milioni per riportare lo stabilimento ai suoi fasti, dotandolo di tutti i comfort che la modernità richiede, nuovo hotel compreso. Prima, però, serve “maneggiare con cura” e capire l’importanza del “modello Salsomaggiore”: per questo, a celebrare il Buon compleanno, Berzieri! il 26 e 27 maggio arrivano in città architetti, urbanisti e storici da tutta Europa.
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“Sarà un dialogo aperto”, spiega Emilio Faroldi, pro rettore vicario del Politecnico di Milano che, in sinergia col Comune, ha organizzato il convegno internazionale Le città di Igiea. Luoghi termali tra memoria e progetto. Chi è Igiea? Figlia di Asclepio, dio della medicina, è la divinità greca che, in patria, torna, ancora oggi, col suo nome, Υγεία, in tutti gli auguri di buona salute; è la Salus romana e a Salsomaggiore ha un posto speciale: occhieggia come una Venere made in Salso – sguardo ceruleo e capelli rossi -, da un affresco nell’atrio del Berzieri, dipinta dal cremonese Giuseppe Moroni, altra grande firma della bottega salsese.
“Nel primo dopoguerra il Berzieri fece scuola nella corrente artistica del Decó termale: le due giornate mirano a inquadrare tempo, forma e luogo di quel contesto culturale”, aggiunge Maria Pilar Vettori, docente del Politecnico milanese. Passato, presente e futuro si danno appuntamento a palazzo dei Congressi, altro splendido esempio di quella golden age del termalismo di Stato e poi delle Miss Italia. Già: dal 1950, dopo un paio di edizioni a Stresa, la reginetta d’Italia fu sempre incoronata a Salsomaggiore. Anche sotto gli occhi di miss Igiea.
Nel 1992 la fine del termalismo convenzionato e successivamente nel 2010, dopo 60 anni di bellezza, anche il trasloco della Miss: sono gli eventi che hanno segnato la vita della città, ma non scalfito la sua bellezza. Per ripartire si è fatto un po’ come in passato: nel Rinascimento si progettavano le città ideali, chiamando a raccolta le migliori “firme” dell’arte: dopo anni di attesa ed incertezza, Salsomaggiore ha affidato le ansie di una città stratificata, talvolta anche ferita, al sapere visionario di architetti e progettisti. Per rendere concreta e reale quell’utopia in cui l’uomo da sempre prova fondere la sua idea di ieri con lo slancio verso il domani.
Futura: il masterplan del Politecnico di Milano
Nasce anche così il masterplan che il Politecnico di Milano ha realizzato a complemento degli strumenti operativi del nuovo piano urbanistico generale.
“Lo abbiamo chiamato Futura”, spiegano ancora dal Politecnico di piazza Leonardo da Vinci. Una citazione di Lucio Dalla, certamente, ma anche, dopo Igiea, un’altra “miss” o declinazione al femminile per l’energia creatrice che darà nuova vita a Salsomaggiore: Futura è soprattutto un respiro nuovo: “Siamo partiti fin dal 2017 con interviste ai residenti e con un confronto con la città immaginando un luogo policentrico in grado di offrire quella fusione fisica e funzionale che oggi le città europee richiedono”.
Gli interventi riguarderanno i parchi cittadini, la stazione con il suo profilo Liberty dove un tempo arrivavano diretti i treni da Milano e poi via Romagnosi che diverrà una galleria coperta, salotto buono dello shopping che conduce fino alla piazza del Berzieri dove ancora campeggia il pozzo Scotti: sembra un’arca antica e protegge una delle fonti calde e fondanti della fortuna della città. Intorno, le colline di un’Emilia dolce e accogliente sorridono e ringraziano. La food valley garantisce di accontentare ogni capriccio del palato: per questo anche il legame con la frazione di Tabiano e il suo circuito di castelli sarà determinante in questa rilettura della città dove la storia ha sempre creato innovazione e il benessere è alla base della cultura e del genius loci.
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