Dentro Palazzo Madama: dal 22 aprile visite aperte al più importante cantiere di restauro italiano

Palazzo Madama è come il Colosseo per i romani, a Torino, o come il Duomo per i fiorentini. O, più precisamente, è come se il Colosseo circondasse Santa Maria del Fiore e avesse come ingresso la Fontana di Trevi.

Patchwork unico tra i monumenti italiani, inafferrabile anche per chi si ferma a studiarlo un po’ in Piazza Castello, al centro del centro storico, Palazzo Madama è la “facciata senza un palazzo”, per i locali, un monumento dalla “decrepitudine varia”, come scrisse il poeta Guido Gozzano.

La particolarissima struttura patchwork barocco-medievale di Palazzo Madama a Torino (iStock).

Palazzo Madama a Torino: la storia

In pratica Palazzo Madama è un sito antico romano, la Porta Praetoria dell’antica Julia Augusta Taurinorum dal I secolo avanti Cristo, che divenne fortezza medievale intorno al V secolo  alla caduta dell’Impero Romano. Di qui il sito fu poi il fortino gotico dei marchesi del Monferrato, quindi dei Savoia-Acaja, che, aggiungendo torrioni e cortile, ne fecero una castello, una reggia, un palazzo di cerimonie, un teatro.

E ancora, passato al ramo principale della famiglia, quello dei futuri re d’Italia, ecco la nuova facciata “posticcia” capolavoro del genio del barocco Filippo Juvarra. Finito? No, tra XVIII e XX secolo Palazzo Madama ha fatto in tempo a essere anche una base di soldati napoleonici, un osservatorio astronomico, la sede della Corte di Cassazione e del Senato subalpino, una Pinacoteca reale.

Infine, dal 1934 ai giorni nostri, la sede del Museo civico d’Arte Antica con 70 mila reperti.

Una storia patchwork che tocca anche una delle prime ostensioni della Sindone, una lunga serie di tentati restauri, aggiunzioni e migliorie, un brutto bombardamento nel luglio del 1943 e la cerimonia dell’ultimo saluto alla squadra del Grande Torino, scomparso nel disastro di Superga nel maggio 1949.

La facciata Juvarriana di Palazzo Madama, del Settecento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Palazzo Madama: al via le visite al cantiere

Il megarestauro in corso, quello che dovrebbe restituire alla città la facciata barocca con colori tutti nuovi nella primavera del 2023, per poi proseguire con il recupero e consolidamento dell’intero complesso, è quindi un evento epocale.

Ma la notizia è che dal 22 aprile, dopo la presentazione alla stampa dello scorso 13 aprile, chiunque potrà visitare il cantiere di restauro e consolidamento del primo lotto di lavori, interamente finanziato dalla Fondazione CRT con 2,4 milioni di euro.

L’intervento sui decori della facciata dai ponteggi intermedi.

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Cantiere di Palazzo Madama: cosa vedere

Per la prima volta, ogni terzo sabato del mese, si potranno osservare da vicino le decorazioni in marmo, i capitelli e i fregi juvarriani, oltre alle quattro monumentali statue di Giovanni Baratta appena restaurate e consolidate.

Si sale di ponteggio in ponteggio con l’ascensore fino al terrazzo sul tetto della facciata a 28 metri, tra i due torrioni anteriori, per avere una vista sulla città che pochissimi, anche a Torino, hanno potute godere.

Da lassù lo sguardo abbraccia il territorio circostante fino alle Alpi, con in primo piano tutte le principali architetture di Torino: Palazzo Reale, la cappella della Sindone, la Real chiesa di San Lorenzo, la Mole Antonelliana, Palazzo Carignano, i nuovi grattacieli della città all’orizzonte e la Basilica di Superga sulla sua collina.

Si potranno osservare gli interventi sulle decorazioni in marmo (quello originale proviene da Chianocchio, Val di Susa)  e il consolidamento strutturale della trabeazione, ma anche i grandi capitelli delle colonne che decorano il corpo centrale della facciata con gli artigiani scalpellini al lavoro.

I restauratori al lavoro. Il cantiere di Palazzo Madama vede al lavoro, dal marzo 2023, una quindicina di persone.

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Palazzo Madama: perché vederlo ora

Un trattato vivente di storia e architettura italiana ma anche, per i più esperti, un manuale sull’arte del restauro: il palazzo – hanno spiegato Lisa Accurti, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, e il direttore dei lavori, l’architetto Gianfranco Gritella –  è una sfida affascinante.

E questo per la sua storia particolare, i materiali e le tecniche usate all’epoca, la fragilità della struttura e la stratificazione di interventi e manomissioni. Un lavoro che ha coinvolto marmisti e stuccatori, falegnami e ingeneri.

Lo spostamento delle statue allegoriche sul terrazzo della facciata, appena restaurate.

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Prossime visite: sabato 22 aprile, 20 maggio, 17 giugno,16 settembre, 21 ottobre 2023, alle 9.30, 11.30, 14.30 e 16.30, con prenotazione obbligatoria dal venerdì al mercoledì antecedenti alla data al Tel. 011.52.11.788 o con la mail prenotazioniftm@arteintorino.com. Aperta anche ai disabili, la visita ha posti limitati e può essere posticipata in caso di maltempo.

Per ogni altra informazione: palazzomadamatorino.it

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