Castelsaraceno, vacanze all’aria aperta nel cuore della Lucania

A guardarlo dall’alto il piccolo borgo di Castelsaraceno ha la forma di un cuore. Un cuore pulsante fatto di casette strette l’una all’altra e vicoli tortuosi che sfociano in deliziose piazzette.

Abbarbicato sullo sperone chiamato La Tempa, con il suo migliaio di abitanti che si conoscono tutti per nome, questa cittadella si trova nel centro della Basilicata, tra il Parco Nazionale del  Pollino e il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano d’Agri Lagonegrese, a metà strada tra i suggestivi sassi di Matera e l’incantevole litorale tirrenico di Maratea.

Di origini antiche – i primi insediamenti risalgono al 1031 ai tempi dei Saraceni – Castelsaraceno, in provincia di Potenza è il punto di partenza perfetto per scoprire una regione che conserva ancora intatto il suo contatto primordiale con la natura, preservandolo con ben 5 parchi naturali ricchi di specie endemiche e animali selvatici.

Castelsaraceno
Gli oltre mille scalini sospesi a 80 metri di altezza del ponte tibetano più lungo del mondo. Foto di visitcastelsaraceno.info

Il ponte sospeso tra i due Parchi è il più lungo al mondo

Castelsaraceno ha saputo interpretare a pieno lo spirito di conservazione del territorio e della sua natura con uno sguardo attento al futuro, anche attraverso progetti ambiziosi. Come il ponte tibetano più lungo del mondo un’opera ingegneristica senza eguali che, da due anni, collega simbolicamente il Parco Nazionale del Pollino, proprio da Castelsaraceno, al Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese con 586 metri di lunghezza e 80 di altezza.

Realizzato con 24 tonnellate di acciaio e oltre 1000 traversine calpestabili è una struttura che attrae visitatori da tutto il mondo e ha un testimonial d’eccezione: Aaron Durogati, pilota professionista di parapendio, atleta Red Bull e alpinista.

Attraversarlo è un’esperienza emozionante, ma sicura e adatta a tutti, che permette di vivere un momento di pura connessione con la natura godendo di un paesaggio suggestivo e incontaminato tra calanchi, torrenti e praterie sconfinate.

L’ingresso al ponte, e ai suoi 1160 passi sospesi nel vuoto, è possibile tutti i giorni dell’anno (nel periodo invernale gli orari sono dalle 10 alle 15) con la possibilità di prenotare direttamente on line sul nuovissimo sito visitcastelsaraceno.info.

Trekking, passeggiate e mountain bike, qui si vive la natura a 360 gradi

Casteddu, Castelsaraceno in dialetto lucano, offre molte altre attività per gli appassionati di sport all’aria aperta, non a caso è tappa del Sentiero Italia CAI: la  SI T04,che con i suoi 15 chilometri porta da Latronico (837 metri) a Castelsaraceno (967 metri), attraverso faggete, sorgenti e pascoli, e la SI T05 , che porta al Rifugio Conserva.

Ma non è tutto, qui i climber possono misurarsi con le arrampicate sulle falesie naturali come quelle di roccia calcarea ai margini del bosco Favino, mentre chi ama fare trekking o hiking trova percorsi in quota, fino a 2000 metri di altitudine, adatti anche alle mountain bike.

Due attività open air da non perdere? La passeggiata nel bosco di faggi di Favino, tra i Luoghi del Cuore del FAI, e l’escursione a piedi o in sella a un quad fino al Belvedere del Monte Alpi fino a 1700 metri.

Si parte dal centro del paese per attraversare gli antichi “itinerari della pietra” circondati dai secolari pini loricati, pianta simbolo del Parco del Pollino, e arrivare al punto panoramico sulla Valle del Cogliandrino e tutte le vette circostanti, tra cui l’imponente Monte Sirino.

Castelsaraceno
A Castelsaraceno si trova il museo più ricco e  importante della Basilicata che custodisce gli antichi saperi dell’arte della pastorizia e della tradizione della transumanza, oggi Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Foto visitcastelsaraceno.info

Al musei dei pastori per imparare dalla sapienza rurale

Per conoscere più da vicino e in profondità storia e tradizione di Castelsaraceno e dintorni una visita al Museo della Pastorizia può essere illuminante. Aperto nel 2017 è uno dei pochi luoghi in Basilicata dove trovare tracce dell’antica vita dei pastori lucani per comprendere al meglio la tradizione della transumanza, definita nel 2019 Patrimonio Culturale Immateriale dall’Unesco, attraverso percorsi multimediali e interattivi. Al museo si può entrare in autonomia oppure richiedendo al momento una visita guidata.

Un luogo molto importante per i locali che lo considerano un vero e proprio tempio dell’identità locale, ma anche spazio di incontro. Non a caso, è qui che è nata l’idea di trasformare gli antichi sentieri dei pastori in cammini e percorsi di trekking molto apprezzati da escursionisti e appassionati di slow travel.

Un dettaglio utile al visitatore: il biglietto del museo è incluso in quello del ponte tibetano. Questa e molte altre informazioni e curiosità sono alla portata di tutti nel nuovo sito visitcastelsaraceno.info, un concreto benvenuto ai viaggiatori.

Tra antichi riti arborei per dare il benvenuto all’estate

In questa terra ancestrale i riti arborei legati alla fertilità dei campi, consumati tra cime e tronchi trascinati dai buoi, sono ancora molto vivi. Come il rito della ‘Ndenna che si tramanda di generazione in generazione ed è il cuore della vita sociale di Castelsaraceno.

Ogni anno a giugno, per tre giorni, Castelsaraceno celebra l’amore tra il faggio, la ‘Ndenna che rappresenta lo sposo, e il pino, la Cunocchia, la sposa. Il primo giorno gli abitanti del borgo si recano nel bosco Favino, ai piedi del Monte Alpi, per scegliere il faggio più maestoso che viene tagliato e trasportato come “sposo” fino alla piazzetta di sant’Antonio in paese in attesa della sua “sposa”.

Il secondo giorno si riparte alla volta del monte Armizzone per scegliere la Cunocchia da portare in piazza. Il tutto si svolge tra canti e balli tradizionali e degustazioni enogastronomiche. Il terzo giorno è quello della grande festa per celebrare l’amore e l’inizio dell’estate. All’alba avviene il “matrimonio” tra le due piante ai cui rami vengono legati cartellini abbinati a una serie di premi. Una volta eretti, i paesani più audaci li scaleranno a mani nude per aggiudicarsi le vincite migliori.

Tutti i sapori e le delizie di Castelsaraceno

E come tutti i borghi della Basilicata anche Castelsaraceno riserva esperienze enogastronomiche memorabili. Qui dall’olio d’oliva al pane è una continua esperienza del gusto.

Il suo paniere di prodotti tipici è un vero e proprio patrimonio di profumi e sapori, estremamente ricco e vario. Grazie alla lunga tradizione qui primeggiano le produzione lattiero-casearie, con punte di eccellenza come il pecorino del Canestrato di Moliterno DOP, ma anche la produzione artigianale dei salumi con sapienti e antiche tecniche di stagionatura e materie prime uniche, non è da meno: dalla salsiccia, alla soppressata, passando dal capocollo i tesori, infatti, sono tanti. Menzione speciale spetta alla ‘Nuglia, salsiccia piccante confezionata con tocchettini di lardo, ottima da arrostire.

Da non dimenticare la bontà dei prodotti da forno, dal pane alle frese, e l’antica storia della lavorazione artigianale della pasta, come i rascatedd, i ravioli, le lagane e i maccheroni. E ancora: da queste parti sono preziosi tutti i prodotti del bosco, dal tartufo ai funghi, dalle castagne ai frutti di bosco.

Grazie a questo grande patrimonio di sapori della tradizione, di recente, il comune di Castelsaraceno  ha avuto il riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali  di sette prodotti agroalimentari tradizionali (PAT): la ‘nuglia, la pastorale, il formaggio tagliatizzo, il tortano, la munnulata, la rafanata e l’insalata “i l zit”.

Info: visitcastelsaraceno.info

 

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