A Pisa e Volterra per il Grand Tour delle donne in Toscana: 4 tappe alla scoperta di 4 protagoniste

Il Grand tour delle donne in Toscana, il nostro progetto editoriale che racconta la regione attraverso le protagoniste del territorio, prosegue il suo viaggio sulle orme di Benvenute, progetto sul turismo femminile avviato da Toscana promozione turistica per costruire un’offerta e un’accoglienza fondate sulla cura e l’ascolto delle viaggiatrici, in una regione tradizionalmente sensibile ai diritti delle donne. Anche durante questa tappa, quattro donne protagoniste si raccontano e spiegano perché aspettano a braccia aperte tutte le viaggiatrici di passaggio in Toscana.

Il nostro viaggio questa volta parte da una città di origine etrusca, una delle Lucumonie dell’antica Dodecapoli, Volterra (provincia di Pisa). Conosciuta come città di vento e di macigno, così come l’aveva battezzata Gabriele D’annunzio per il vento sempre più o meno presente tutto l’anno, ma anche e soprattutto città dell’alabastro, sua pietra-simbolo, la pietra iridescente, di un un bianco accecante, che è forgiata in oggetti di artigianato da secoli. Di consistenza gessosa, viene estratta unicamente nel sottosuolo del territorio. Gli etruschi la utilizzavano per realizzare urne cinerarie, mentre dal Settecento in poi se ne è fatto un uso rivolto a prodotti di alto artigianato che, grazie ai “viaggiatori di alabastro”,  sono stati esportati in tutto il mondo.

Silvia Provvedi, artista dell’alabastro

Silvia Provvedi, artista pisana dell’alabastro

Silvia Provvedi è una delle artiste dell’alabastro o meglio degli artieri dell’alabastro, come viene chiamata la cooperativa di cui è presidente. “Nasco come artigiana 20 anni fa – racconta – quando, appena diplomata, ho aperto un laboratorio ereditato dal mio professore -artigiano che andava in pensione, cambiato poi per un atelier più grande e completamente mio. Così sono diventata presidente di una cooperativa storica, nata a fine Ottocento: oggi ho trenta associati da gestire e aiutare nella commercializzazione”.

Accanto a Silvia c’è una  sua giovane allieva, Ilaria Brotini, che arriva dalla vicina San Miniato e ha frequentato un corso di formazione professionalizzante sull’alabastro di 900 ore impartito proprio da Silvia: “Mi sono specializzata in scultura – spiega Ilaria – e in particolare una sua declinazione, l’ornato”.

Ilaria Brotini, artigiana dell’alabastro

“Per sostenere le nuove generazioni negli sbocchi lavorativi, noi maestri dobbiamo indirizzarle nelle manifatture, che mancano sul mercato – interviene Silvia -. La nostra è una cooperativa nel senso più intimo del termine, perché coopera: Volterra è l’alabastro e l’alabastro è Volterra e in virtù di questo proviamo a non intralciare la strada dei nostri artigiani soci, diversificando il più possibile le nostre attività. L’alabastro è identitario, unisce e non separa. Di solito le nostre visitatrici vengono a trovarci e si innamorano di qualche oggetto. Noi però cerchiamo di personalizzarli, soprattutto se ci sono desideri particolari delle viaggiatrici. Per il resto delle vendite ci affidiamo anche ai canali social e alle fiere”.

Francesca Bagagli, un casale sulla collina 

La provincia di Pisa è grande e le campagne si irradiano in tutte le direzioni, come quella di Ponsacco, dove ha sede il Resort Casale Le torri. Una giovane donna poco più che trentenne, Francesca Bagagli, ha scommesso sull’imprenditoria acquistando, con l’aiuto dei genitori, a soli 27 anni  la struttura che poco a poco ha ristrutturato a sua immagine.

Francesca Bagagli, Direttore generale Resort Casale Le Torri, Ponsacco (Pisa). © Clara Vannucci

Su una collina, circondata dal parco secolare dei Poggini e con un’ampia piscina all’aperto.  “Qui clienti sono coccolati – afferma Francesca-, il target principale sono le famiglie con bambini che trovano tranquillità, libertà e tempi lenti, lontani dallo stress della città”.

La sicurezza del contesto lo rende un posto particolarmente indicato per le giovani viaggiatrici, che arrivano con le amiche: “Di solito le ragazze arrivano in gruppi di cinque o dieci per festeggiare qualcosa: un compleanno, una laurea o ancor di più un addio al nubilato – spiega Francesca -. Noi organizziamo il transfer e anche il pacchetto completo se ce lo chiedono, con tanto di party”.

Silvia Piccini: alla ricerca dei luoghi nascosti di  Pisa

In una ventina di minuti raggiungiamo il centro di Pisa, trasportati dal respiro della storia della città, repubblica marinara e sede di due prestigiosissime università: La Normale e Sant’Anna, sempre nell’olimpo degli atenei top. La città della torre pendente, che insieme all’agglomerato della piazza dei Miracoli che la circonda, rappresenta uno dei beni iscritti al patrimonio UNESCO della Toscana. A condurci nella Pisa nota e in quella meno nota è una guida turistica che fa questo lavoro da 30 anni, Silvia Piccini.

Silvia Piccini, guida turistica di Pisa. © Clara Vannucci

“Il mio rapporto con Pisa – racconta – è un rapporto di amore che nasce dalla conoscenza che ho di ogni suo angolo: fare la guida è la mia missione! Ho accompagnato personaggi del mondo dello spettacolo, della politica internazionale e tantissimi viaggiatori di tutte le età e da tutto il mondo. Gli americani fanno la parte del leone, ma i più curiosi e desiderosi di imparare sono i giapponesi.  Una volta una giovane giapponese mi richiese addirittura un tour individuale, affidandosi completamente ai miei consigli: era una giovanissima studentessa e sembrava volesse essere protetta. Le donne più mature che viaggiano, invece, in maniera consapevole da sole sono tante e comunque sempre straniere: con loro bisogna mettere in campo una buona dose di empatia”.

“Un target che mi segue soprattutto nei tour alla ricerca dei vicoli nascosti sono le professioniste che seguono i congressi  – prosegue Silvia -. Una volta un gruppo di  ginecologhe canadesi arrivate a Pisa per un congresso internazionale, mi  chiese di fare sì la visita nella cornice artistica della città, ma virtuale, sedute comodamente al bar del centro sorseggiando un caffè in tutta serenità: erano troppo stanche per camminare. In un’altra occasione, invece, un turista americano chiese a me e al gruppo di accompagnatori di allontanarci dalla piazza dei Miracoli un momento, poi davanti al nostro sguardo stupito si inginocchiò e chiese alla sua fidanzata di sposarlo, proprio con la torre di Pisa sullo sfondo”.

Daniela Pietraglia e la sua osteria contro la violenza di genere

Daniela Petraglia, osteria La Pergoletta, Pisa © Clara Vannucci

Daniela Pietraglia è alla guida dell’osteria la Pergoletta, nel centro storico di Pisa. È una donna volitiva e appassionata che ha ricostruito così la genesi del suo locale, parte integrante delle costruzioni del centro: nel Dopoguerra quando forte era la volontà di riscattarsi, questo era il luogo di ritrovo per gli avventori del vicino teatro, ma anche per il cibo genuino offerto. Daniela lo acquistò insieme a sua madre nei primi anni Novanta, molto tempo dopo, puntando di nuovo sulla cucina territoriale e riscuotendo subito molto successo.

“Gli anni Duemila segnarono un cambio di passo – racconta Daniela – e le osterie iniziarono a perdere il loro appeal, superate dalla voglia di innovazione. Abbiamo continuato a tenerci ancorati ai prodotti di qualità del territorio, alle aziende locali, dando spazio alle tipicità, dalla cacciagione alle carni rosse alle verdure, provando però, comunque, a innovare. E oggi la salubrità dei prodotti insieme alla territorialità sono tornate al centro degli interessi delle persone. La nostra osteria è un posto frequentato da molte donne, donne che si raccontano, che tornano per ricevere attenzioni, ma anche che vivono il territorio o che operano nel quartiere, come il prefetto”.

La Pergoletta è un punto di riferimento sicuro soprattutto da quando nel maggio 2021 è stato costituito il FIPE, il gruppo di donne imprenditrici dei pubblici esercizi di Confcommercio in prima linea contro la violenza di genere, di cui Daniela Petraglia è stata eletta presidente: “La Pergoletta è diventata uno dei presidi del territorio da cui vengono inviate richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza, anche solo verbale, oppure avvicinamenti sospetti o molesti. Insomma una sorta di centrale operativa sul campo”, conclude Daniela, intenzionata a portare avanti la sua missione in stretta sinergia con tutti gli altri territori della Regione.

Scopri di più: toscanapromozione.it

Leggi anche: Grand Tour delle donne, viaggio al femminile nel cuore della Toscana

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