Carnevale lucano, alla scoperta degli antichi riti della Basilicata. Tra inverno e primavera

Le origini del Carnevale sono notoriamente legate alla civiltà contadina, per celebrare il passaggio dall’inverno alla primavera. Ma forse non tutti immaginano che ancora oggi possano esistere riti carnevaleschi agropastorali antichissimi, con cortei-rievocazione della transumanza, maschere zoomorfe e costumi da uomo-albero ai quali assistere. Un rituale che si ripete ogni anno con grande enfasi in tutta la Basilicata. E non è un caso che sia proprio una regione così orgogliosamente legata alle sue radici ancestrali a vantare la più grande concentrazione di feste spettacolari. Un colorato calendario che ha inizio tradizionalmente con Sant’Antonio Abate (il 17 gennaio), tra falò e benedizione degli animali, e termina il Martedì Grasso (21 febbraio 2023). Sono gli 8 Carnevali storici della regione, un vero e proprio patrimonio immateriale valorizzato grazie alla Rete dei Carnevali Lucani con valenza antropologica e culturale.

Ecco quali sono le feste più caratteristiche tra figure animalesche, uomini-spaventapasseri, costumi pastorali in pelle di pecora e capra, campanacci e spiriti protettori del raccolto e del bestiame. Una festa che rievoca il ritorno delle mandrie dalla transumanza lungo i tratturi e le leggende del mondo naturale.

I cortei-mandria

Descritto anche da Carlo Levi nel celebre Cristo si è fermato a Eboli, il Carnevale di Aliano (19 febbraio) si distingue per un corteo di figuranti con le corna che ricordano le fattezze dei buoi nelle mandrie. Realizzate dagli artigiani locali in argilla e cartapesta, le maschere si caratterizzano per grandi corna e pronunciati nasi, e sulla testa portano vistosi cappelli con nastri colorati e una grande penna di gallo. Al suono di fisarmoniche, il bizzarro corteo si muove per le strade del borgo brandendo rotoli di pelle di pecora secca come fossero bastoni, da picchiare sulla schiena di chi intralcia il suo cammino. Gli alianesi indossando i tradizionali cauz- nett’ (braghe invernali) e cinte di cuoio da cui pendono decori di muli e cavalli e campanacci.

A proposito di campanacci, non si può non menzionare (sebbene concluso a gennaio) il popolare Carnevale di San Mauro Forte. Questa manifestazione riporta ai riti agresti propiziatori con uomini in mantello che fanno suonare grossi campanacci, maschili più lunghi e femminili più larghi intorno alla chiesa di San Rocco che custodisce l’immagine di Sant’Antonio Abate. 

Il carnevale di Tricarico © Tartaglione – Basilicata Turistica

Anche a Tricarico, il Carnevale rievoca la transumanza con maschere ispirate alla vacca e al toro. Le celebrazioni iniziano il 17 gennaio con la benedizione della mandria e si concludono il 19 febbraio. Tra le figure che animano il corteo-mandria tra i rioni del paese ci sono massari, capomassari e sottomassari, oltre al conte e la contessa, padroni di Tricarico. La sfilata si conclude infatti nella piazza principale dove la mandria viene consegnata ai Conti, con tanto di Pantomima e Battibecco con il Capomassaro.

Carnevale Satriano
Gli uomini albero del Carnevale di Satriano – Facebook

La natura in cammino

Unico nel suo genere e persino menzionato a livello internazionale come buona pratica sostenibile, il Carnevale di Satriano, all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, si distingue per l’evento della Foresta cha cammina. Il 18 e 19 febbraio, qui si riuniscono ben 131 uomini-albero, uno per ogni paese della Basilicata. La maschera tipica è infatti il Rumita (eremita), un uomo rivestito di edera con un bastone decorato da un ramo di pungitopo. Secondo la tradizione i rumita escono dal bosco aggirandosi tra le case del paese per portare un messaggio di buon auspicio: la primavera sta arrivando e porterà con sè il risveglio della natura.

E dalla natura nasce e ritorna anche la tradizione carnevalesca di Teana, che si celebra il 18 e 19 febbraio. Questa celebrazione di origine agreste inscena in maniera satirica la Passione di Cristo con figure animalesche come L’urs (l’orso), che riporta nei boschi il Carnuluvar morente dall’aspetto di un grasso contadino ozioso. Queste maschere inscenano la natura selvaggia e indomabile che ha la meglio sugli umani, oltre a una numerosa schiere di altre figure che rappresentano il popolo e le convenzioni sociali.

Carnevale di Teana – Basilicata Turistica

Tra i più animati Carnevali storici c’è, poi, quello di Lavello, che si distingue per la maschera del Domino caratterizzata da una tunica in raso, una mantella e un cappuccio con maschera. Un tempo il colore delle vesti indicava il ceto sociale, ma oggi il rosso (quello del popolo), è il più utilizzato. I gruppi si danno appuntamento nei luoghi del paese allestiti a festa e ballano tutta la notte fino all’alba nei popolarissimi festini.

Le feste contadine

Legato agli antichi riti propiziatori contadini, il Carnevale di Cirigliano è un omaggio alle stagioni e ai mesi dell’anno. Qui, i figuranti accompagnano tra le strade del borgo la maschera de Il Capodanno, recitando versi ispirati al raccolto e alla fertilità della terra. Il clou avviene il Martedì Grasso (21 febbraio 2023), quando l’ironica processione conduce al falò la bara del Carnevale, seguita dai lamenti della moglie Quaremma.

Anche il Carnevale di Montescaglioso (dal 5 al 21 febbraio) ha origini agricole e pastorali, ma ha due diverse anime che lo caratterizzano: il Carnevale Tradizionale e il Carnevale Montese, tra i più antichi della regione.

Il primo va in scena già dalle prime luci dell’alba il martedì grasso e vede sfilare per le vie del paese gruppi mascherati che suonano campanacci, il secondo parte la domenica prima, oltre allo stesso martedì di Carnevale, e prevede la sfilata di imponenti carri allegorici legati all’attualità, sapientemente costruiti dai maestri cartapestai nei mesi precedenti.

E dopo l’inverno arriva la primavera, con il risveglio dei campi e la ripresa della transumanza. Una matrice agropastorale che si ritrova anche negli spettacolari e popolarissimi Riti arborei del Maggio e dell’Abete.  Si tratta di rituali pagani che celebrano l’unione tra l’albero e la cima fra mandrie che trasportano pesanti tronchi, decorazioni floreali e alberi della cuccagna. I principali riti si svolgono nei borghi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e fra i pendii del Pollino. Ma questa è un’altra storia.

Maggiori info: Basilicataturistica.it

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