Cinque ettari di vigneto. 20 mila piante disposte in un disegno a onda che fanno della vigna un giardino. Tre tipologie diverse di suolo (alluvionale argillo-sabbioso, alluvionale argillo-limoso e marnoso arenaceo). Per produrre circa novemila bottiglie l’anno. Sono i numeri della nuova avventura di Brunello Cucinelli, che dal cashmere si lancia nel mondo dell’enologia.
Il “Castello di Solomeo”, primo vino prodotto nella vigna del “Borgo del Cashmere e dell’Armonia”, è stato presentato a Milano il 9 novembre durante una cena che si è tenuta presso l’Istituto dei Ciechi. “Una cena della gratitudine”, come l’ha definita lo stesso imprenditore umbro, alla quale erano presenti oltre a familiari, amici e giornalisti, anche l’enologo Riccardo Cotarella: “Con i suoi consigli questo mio sogno è diventato realtà” ha commentato Cucinelli.
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Castello di Solomeo: la vigna è un giardino
Le uve scelte per il “Castello di Solomeo” sono Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, da cui nasce il prestigioso blend bordolese, a cui viene aggiunto il vitigno Sangiovese come tributo alla cultura e alla tradizione vitivinicola del Centro Italia. Un vino si struttura ma al tempo stesso “morbido”.
Le viti che si snodano lungo i filari ondulati del vigneto di Solomeo vengono curate ogni giorno con l’obiettivo ultimo di garantirne massima longevità e benessere, in nome di una filosofia agricola “secondo natura” che unisce saggezza contadina e tecniche contemporanee. Grazie a questa disposizione, che favorisce l’arieggiamento, e alla loro esposizione, le piante sono in grado di ricevere la massima quantità di luce.
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“La viticoltura? Una forma d’arte”
“È stato davvero emozionante assaporare il primo sorso di questo vino per me molto speciale che è nato dalla nostra terra e da un lavoro di grande attenzione e passione” ha detto Cucinelli. “Le nostre viti vengono coltivate secondo i princìpi della viticoltura classica, che io considero una vera e propria arte. E mi piace pensare che le nostre uve possano finalmente raccontare anche la loro storia di bellezza”
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