Cinquanta chilometri da percorrere rigorosamente a piedi tra Vidor e Vittorio Veneto. Un viaggio di quattro giorni tra colline, abbazie, roccaforti dei tempi andati e vigneti. Come le note su uno spartito su e giù per le colline dichiarate Patrimonio dell’Umanità, lungo il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, si intrecciano natura, storia e cultura materiale.
Il Cammino delle Colline del Prosecco
Il tracciato si sviluppa sulla cresta dei poggi, unendo porzioni di antichi percorsi, fabbricati rurali e panorami in cinemascope. Del resto già nel medioevo la struttura della mezzadria aveva creato appezzamenti di piccole dimensioni, formando un mosaico di vigne che si inframmezzano al bosco. Così risulta una normale conseguenza il successo planetario del vino giovane ed effervescente che nasce qui e il recente inserimento del termine Prosecco tra le 109 parole inserite ne Le Petit Robert, il Devoto Oli d’Oltralpe.
A Valdobbiadene, protetta dalla mole del Monte Cesen, risponde Conegliano, città murata sorta intorno alla sua fortezza medievale dal quale paiono gemmati i signorili palazzi dalle facciate dipinte. In mezzo, sul tragitto, passaggi obbligati la chiesa di San Vigilio e le Torri di Credazzo tra Col San Martino e Farra di Soligo dove al meglio il paesaggio viene disegnato dall’intervento umano. Qui si assiste ad un’alta concentrazione delle rive, pendici scoscese dove la viticoltura diventa eroica per le condizioni di coltivazione e raccolta.
Le tappe del cammino
Il Consorzio di Tutela della DOCG è riuscito nell’intento di evidenziarne 43 come tratto distintivo e consente la denominazione della riva da cui nasce l’uva. A Riva del Baldachin può accedere di incontrare Decimo Spadetto che, seduto all’ombra dei cipressi, rimira i colli dall’alto del suo casone (rivadelbaldachin.it).
Deviando verso nord est la pieve di San Pietro di Feletto offre un altro sguardo panoramico sulle prealpi. Chi ha del tempo a disposizione può richiedere una visita guidata alla locale Pro loco per ammirare gli affreschi all’interno che risalgono al Trecento (prolocosanpietrodifeletto.it).
Poco sotto la famiglia Baldinot di rive ne coltiva ben tre e dalla Riva di Formeniga nasce un extrabrut dalle bollicine sottili, con l’evidente profumo di liquirizia e una lunga stazionatura in autoclave (lemanzane.com). I figli Anna e Marco organizzano ben volentieri visite guidate alla cantina e ai vigneti intorno. Prima di arrivare a Conegliano, si punta verso sud.
A Susegana, sugli ultimi contrafforti alpini, il castello domina la pianura veneta. Per uno spuntino ci si ferma a Borgoluce, un’azienda agricola che produce Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG. Il Rive di Collalto extrabrut è l’orgoglio di Camilla Facchinetti, giovanissima imprenditrice che vi accompagnerà alla scoperta degli altri prodotti della fattoria, tra i quali una squisita mozzarella di bufala (borgoluce.it).
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