Turismo e disabilità: solo 45 comuni italiani su 8 mila (qui la lista completa) sono Bandiera lilla, ovvero sono destinazioni che lavorano per migliorare la propria accessibilità turistica. Un po’ pochi per accogliere anche solo una parte dei 3,1 milioni di italiani che convivono con una qualche disabilità. Ma soprattutto sono destinazioni che rinunciano a grandi affari.
Secondo una stima il mondo del turismo a livello globale perde, ogni anno, circa 142 miliardi di euro e 3,4 milioni di posti di lavoro (fonte: Anna Grazia Laura, presidente dello European Network for Accessible Tourism). E questo accade solo perché non prendono in considerazione le difficoltà motorie e sensoriali e le condizioni di una popolazione che invecchia sempre più.
Turismo e disabilità: il caso della Germania
In Germania, ad esempio, il 37 per cento delle persone con disabilità ha deciso di non intraprendere un viaggio a causa della mancanza di strutture accessibili. Il 48 per cento viaggerebbe più frequentemente se queste fossero disponibili. E il 60 per cento sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per il loro utilizzo.
Secondo i dati forniti da Apmarr, l’Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare, una persona con disabilità è in genere un viaggiatore altospendente, in media, da due a quattro volte di più. Inoltre è abitudinario e quindi facilmente fidelizzabile: ama ritornare più volte nella stessa destinazione, quando la trova accessibile e adatta alle proprie necessità. Soggiorna in alloggi più costosi per esigenze di spazio, igiene e accesso. Spende di più per il noleggio di veicoli e per i servizi di trasporto. Paga di più per lo spazio extra a bordo di un aereo o di altri mezzi di trasporto semplicemente per essere più a proprio agio durante il viaggio.
SCOPRI ANCHE: Croazia d’estate, senza barriere: guida alle mete più belle (e veramente accessibili) del Paese
Tursimo e disabilità: i dati Istat
“L’accessibilità nel turismo è un motore per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità nei Paesi a forte vocazione turistica, dato che gli sforzi vanno a beneficio della società”, afferma Antonella Celano, presidente di Apmarr
“Per migliorare le pratiche di accessibilità, eliminando le principali barriere strutturali (servizi di prenotazione e trasporto, strutture ricettive, comunicazione) e sociali (mancanza di formazione delle imprese e degli operatori del settore turistico e di consapevolezza circa le tematiche dell’accessibilità) occorre pensare a una partecipazione diretta delle persone con disabilità nella stesura di protocolli internazionali”.
LEGGI ANCHE: IT.A.CÀ, dal 16 settembre il festival del turismo responsabile arriva a Bologna. All’insegna dell’inclusività
Una scelta di cuore, ma anche, e soprattutto, di portafoglio. L’Istat stima un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive. Sulla base di uno studio dell’Università del Surrey, il potenziale del mercato europeo dell’accessibilità per il turismo è stimato in 133 milioni di turisti, tenendo conto di tutte le persone con disabilità e patologie croniche, insieme ai loro compagni di viaggio con entrate potenziali superiori agli 80 miliardi di euro.
Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA
L'articolo Turismo e disabilità, l’Italia non è un paese accessibile: solo 45 Bandiere lilla su 8 mila comuni sembra essere il primo su Dove Viaggi.
from Dove Viaggi https://ift.tt/rLHiFpE
via IFTTT
Commenti
Posta un commento