Viaggio in Repubblica Dominicana, seguendo le rotte dei pirati tra spiagge, grotte e ritmi caraibici

Da Long John Silver a Jack Sparrow, le storie di pirati hanno sempre affascinato generazioni adulti e bambini: isole lontane, tesori nascosti, distese infinite di finissima sabbia bianca e alte palme dietro le quali si nascondono mondi misteriosi ed esotici. Sono scenari da romanzo d’avventura che, per fortuna, esistono anche nella realtà: basta volare in Repubblica Dominicana.

Questo piccolo Stato dei Caraibi, che condivide con Haiti l’isola su cui sorge, ha conservato tutto il fascino del passato – fatto di leggende antiche, cultura coloniale, paesaggi incontaminati, tradizioni e folklore – in un presente vivace di città cosmopolite, sport, servizi per famiglie, divertimento (notturno e diurno),  sempre nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. 

Un paradiso tra leggende e avventure 

Sono le spiagge, naturalmente, ad attirare gli stranieri in Repubblica Dominicana. Quelle spiagge vastissime e bianchissime che si tuffano in un mare cristallino e guardano l’orizzonte dal quale da un momento all’altro ci si aspetta che spuntino le vele di un galeone pirata. Storia e immaginario qui si mescolano (i pirati sono esistiti davvero, si sa, anche se non portavano a spasso un pappagallo sulla spalla) e la vacanza di mare si trasforma facilmente in un’avventura: sia fantastica, immergendosi in un libro con i piedi affondati nella sabbia, sia reale, tuffandosi in acqua per esplorare i fondali o lo scafo di una nave affondata. 

Come si può fare, per esempio, al Barco Hundido, a circa due chilometri dalla costa di Las Galeras, a nord-est di Samanà, nel sud-est dell’isola. Qui, circa 30 anni fa, una nave da carico di 80 metri è colata a picco in seguito a un incendio: mai recuperata, oggi è diventata la “casa” di barracuda, pesci palla, e altri pesci tropicali, e il sito ideale per sub principianti, che possono cimentarsi per la prima volta nell’esperienza sottomarina in un ambiente sicuro e protetto.

Ma sono tanti i posti sull’isola in cui ci si può sentire intrepidi come corsari. Soprattutto nella penisola di Samanà, la più desiderata oggi dai visitatori della Repubblica Dominicana, come nel XVI secolo dai bucanieri, che avevano eletto questa parte dell’isola a nascondiglio ideale, per sé stessi  e per i propri tesori. La morfologia di questa zona – fatta di una natura rigogliosa, foreste di palme, corsi d’acqua che si tuffano in baie isolate, e grotte nascoste – era infatti perfetta per proteggersi e per proteggere i bottini delle loro scorribande.

Oggi andare a esplorare questi luoghi è quasi un obbligo per i più avventurosi: ci si può cimentare in escursioni a piedi o a cavallo (meta consigliata: la cascata El Limòn, che i più temerari possono raggiungere via canyoning), in immersioni subacquee (lungo la Creole Reef ) o con lo snorkeling (a El Fronton per ammirare la barriera corallina). 

Immersioni in mare e nella natura

Senza dimenticare di visitare il Parco Nazionale Los Haitises, uno dei gioielli della rete di parchi della Repubblica Dominicana, meta ideale di appassionati di birdwatching e speleologia. Grande 1600 Kmq, Los Haitises, che in Taino significa “terreno collinare”, ospita una delle ultime foreste pluviali dell’isola e un’estesa area popolata da mangrovie.

Un miracolo naturale pieno di isolotti e grotte, la cui giungla è stata usata come sfondo per il film Jurassic Park. Qui, infatti, è facile imbattersi in specie di volatili in via d’estinzione come  il Buteo Ridgway, Piciformi, Picidi, Smeraldi di Hispaniola, Pellicani, Fregate, Ardeidi e molti altri uccelli rari. 

Il parco di Los Haitises si raggiunge con escursioni in barca che partono da Bahia de Samanà, una delle più indimenticabili baie della Repubblica Dominicana oltre che uno dei punti d’imbarco più importanti. Qui, prima di cimentarsi con il bird watching nel parco nazionale, si può fare whale-watching: l’avvistamento delle balene.

Ogni anno, nel periodo che va da metà gennaio alla fine di marzo, circa 1.500 megattere tornano qui per il corteggiamento, l’accoppiamento e la riproduzione, e assistere al loro arrivo è un vero spettacolo. Ma la baia, che è un santuario marino, è ricca di isole coralline (unite tra loro dai Bridges to Nowhere), mangrovie, praterie sottomarine, e coralli tra cui nuotano pesci tropicali, tartarughe e lamantini che offrono esperienze indimenticabili tutto l’anno. 

Repubblica Dominicana: un passato coloniale tutto da scoprire

Ma esplorazioni, escursioni nella natura, gite nella giungla e attività outdoor non sono l’unico modo di impegnare il tempo in Repubblica Dominicana, che è tutta da scoprire anche dal punto di vista culturale. Il passato coloniale ha lasciato un’eredità di chiese, edifici storici, villaggi di pescatori e città oggi cosmopolite e vivacissime, di cui si può conoscere la storia nei numerosi musei che la raccontano.

Da non perdere quello del cioccolato dominicano a Punta Cana, il museo de las Ballenas a Santa Barbara de Samanà, e la Casa de Tostado, a Santo Domingo, dedicato allo stile di vita delle famiglie della borghesia dominicana del XIX secolo. Ma soprattutto il Museo del Rum e del Tabacco a Ciudad Colonial. Sono sigari e rum, infatti, i grandi protagonisti di questa terra e sarebbe un vero delitto tornare a casa senza aver visitato almeno una delle tante distillerie del paese, e una piantagione di tabacco con annessa fabbrica di sigari (da mettere in valigia nella loro tipica scatola di legno).

Da Playa Bonita a Las Galeras, in spiaggia giorno e notte

E poi naturalmente, c’è il dolce far niente che sulle bianchissime spiagge dominicane si gode con ancora più piacere. Sono tante e tutte danno la sensazione di stare su un’isola deserta pur avendo a portata di mano boutique, parchi acquatici per bambini, bar francesi e ristoranti in cui gustare prelibatezze a base di frutti di mare e cocco, e perfino centri benessere e Spa.

Ma è Playa Bonita – che, come suggerisce il nome stesso, è una delle più affascinanti di tutta la Repubblica Dominicana – quella che gli abitanti del luogo consigliano ai visitatori. Un po’ perché il paesaggio che si trova è esattamente quello che si immagina di trovare ai Caraibi (se non più bello), un po’ perché Playa Bonita accontenta un po’ tutti i gusti: è infatti “divisa” in due parti e se da un lato offre un mare calmo e basso dove rilassarsi, dall’altro, nella sua parte orientale, è bagnata da acque più movimentate dove praticare kiteboarding, surf e altri sport acquatici. 

Anche playa Las Galeras, altrettanto splendida distesa di sabbia bianca, offre ai villeggianti la stessa opportunità: relax e nuotate rilassanti nel lato orientale, surf e altri sport in quello occidentale. Fino a sera, quando i pescatori e le altre barche rientrano in porto e l’atmosfera si fa più animata. 

In Repubblica Dominicana, infatti, la nightlife è vivacissima: concerti, balli e spettacoli dal vivo animano piccole e grandi località, per strada e nelle piazze, sulle spiagge o nei locali. Il ritmo caraibico risuona ovunque. Solo in qualche wine bar dal sapore più europeo l’ambiente è più rilassato, altrimenti a vincere sono sempre le danze energizzanti di salsa, merengue e bachata.

Ritmi che cullano tutta la vacanza, da vivere magari soggiornando in una suggestiva casa sugli alberi, in un eco-lodge, o in una suite vista mare. E che fissano i Caraibi nella testa e nell’anima. Eterni come una leggenda.

Info: godominicanrepublic.com

Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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