Alla scoperta del Minett, la prima Biosfera Unesco del Lussemburgo

C’è un angolo di Lussemburgo che “parla” anche un po’ italiano: è la regione del Minett, nel sud ovest del Paese, al confine con la Francia. Distretto minerario e cuore dell’industria siderurgica lussemburghese, fin dal 19esimo secolo il Minett è stato terra di lavoro e migrazioni, e ha accolto tantissimi nostri connazionali che arrivavano qui per essere impiegati nelle miniere di ferro o negli altiforni.

Le loro storie – e quelle di tanti altri aspiranti minatori arrivati in Lussemburgo dal resto d’Europa –  sono oggi raccontante nel Centre de Documentation sur les Migrations Humaines di Dudelange, un centro di ricerca e documentazione sui flussi migratori in entrata e in uscita dal Lussemburgo,  che è anche una delle cinque tappe del Minett Tour, un itinerario di 35 km nella regione della Terra Rossa (chiamata così proprio per via del minerale del ferro) che porta alla scoperta del mondo delle miniere e dell’industria siderurgica lussemburghese.

Percorrere il Minett tour partendo proprio da Dudelange – dove va assolutamente visitato anche il villaggio operaio “Italie”, adiacente al centro e abitato un tempo prevalentemente da immigrati italiani – è un vero e proprio viaggio nel tempo.

Nelle varie tappe, si ha modo di imparare le tecniche di estrazione (nel museo Nazionale delle miniere di ferro del Lussemburgo a Rumelange e nel museo della miniera Cockerill a Esch sur Alzette), di scoprire come veniva lavorato l’acciaio (negli altiforni di Belval, oggi parte integrante dell’università e della Città della Scienza), e perfino di percorrere le vecchie gallerie sotterranee a bordo dei carrelli che un tempo trasportavano i minerali.

È questa l’esperienza più particolare del caratteristico parco archeologico Minett Park Fond-de-Gras: un vero e proprio museo a cielo aperto in cui oltre all’antica miniera Giele Botter, si visita il villaggio operaio di Lesauvage, abitato dai minatori e dalle loro famiglie fino al 1978, anno in cui fu chiusa l’ultima miniera di ferro. Ci si arriva a piedi, attraverso uno dei tanti sentieri certificati del Lussemburgo, oppure – in estate – con un treno a vapore: il Train 1900, che ripercorre, con a bordo i turisti, il percorso che un tempo facevano soltanto merci e minerali.

Minett, la Riserva della Biosfera, armonia tra uomo e natura

Un vero e proprio viaggio nel tempo, ma non solo: la scoperta del Minett è soprattutto un’immersione nella natura e nella sostenibilità. Perché da quando le miniere sono state chiuse tutta quest’area è diventata una riserva naturale, anzi di più: nel 2020 è stata riconosciuta dall’Unesco come Riserva della Biosfera. La prima di tutto il Lussemburgo, con 200 kmq di superficie, 177mila abitanti di 150 diverse nazionalità, 11 comuni, siti storici, spazi naturali protetti e un numero indefinito di specie di piante e animali differenti.

Una Riserva della Biosfera è un territorio nel quale è riconosciuto che le attività umane non impattano sulla natura, al contrario si sviluppano in armonia e in equilibrio con l’ambiente. Fino alla fine degli anni ’90 del Novecento, la regione del Minett è stata fortemente condizionata dall’attività industriale, che ha inevitabilmente lasciato un’impronta significativa sul territorio.

Ma una volta terminata l’attività estrattiva, altrettanto significativo è stato il modo in cui tutto quello che aveva caratterizzato fino ad allora quest’area non è stato abbandonato, bensì riqualificato e gestito in maniera tale da consentire alla natura di riprendersi i suoi spazi, pur preservando il patrimonio storico culturale che il mondo delle miniere, e tutto quello che girava intorno a esso, ha rappresentato per oltre un secolo.

Ne è un esempio la riserva naturale Ellergronn, fino a non tantissimi anni fa un luogo di «sudore e fatica», e oggi un piccolo gioiello naturale da scoprire con un’escursione o una passeggiata nella natura.  L’antica zona di estrazione Kaazebierg è diventata, dopo la chiusura del sito minerario, l’habitat ideale di tantissime specie diverse tra loro. Tra stagni, prati, ruscelli e foreste di frassini e ontani hanno trovato spazio le specie più disparate: farfalle e pipistrelli, lucertole e uccelli, piccoli mammiferi, rettili e anfibi.

Ma la miniera, e gli sforzi di chi per anni ha lavorato nelle sue viscere, non sono stati dimenticati e insieme al Centre nature et forêt Ellergronn (che fa parte di una rete europea di riserve naturali destinata a salvaguardare la biodiversità)  è stato creato il museo della miniera Cockrill. 

Esch-sur-Alzette capitale della Cultura 

La miniera di Cockrill e il Centre nature et forêt Ellergronn si trovano a sud di Esch-sur-Alzette, seconda città del Lussemburgo, che quest’anno ha un motivo in più per essere visitata: è stata scelta come Capitale Europea della Cultura 2022.

Sotto l’etichetta di Esch2022, la città (che si trova ad appena 25km dall’aeroporto internazionale ed è raggiungibile in treno gratuitamente), si animerà di eventi, iniziative, workshop e progetti che coinvolgeranno popolazione locale e turisti al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile e l’innovazione scientifica e tecnologica, senza dimenticare l’identità storica della regione, con la sua grande internazionalità, e il suo ruolo centrale nella Comunità Europea. «Uno spazio di libertà che spinge a portare nuove prospettive nelle nostre vite» si legge sul sito dell’iniziativa, «che incoraggia la diversità culturale per rafforzare la crescita personale». E un esempio da seguire. 

Info: Visit Luxemburg

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