Coraggio, impegno e una buona dose di ottimismo. Sono gli ingredienti “umani” che rendono possibili i sogni. Come quello di una famiglia siciliana innamorata dell’arte e della sua regione, in particolare del suo paese, Favara.
È qui che 12 anni fa è nata la Farm Cultural Park, uno dei 10 Civic Places selezionati per il 2022. Si tratta di un vero e proprio cantiere di innovazione sociale, un luogo dove inclusività, cultura e desiderio di rigenerazione urbana si respira in ogni angolo. Una storia quella di Florinda Saieva e suo marito Andrea Bartoli, e le loro figlie, Carla e Viola, costellata di premi, passione e anche tanto sudore.
Appassionati d’arte, avvocato lei, notaio lui, Florinda e Andrea sono rientrati da Parigi perché hanno scelto di costruire il loro futuro nella loro città d’origine. Ma non solo: sono tornati con il desiderio e l’ambizione di cambiare le cose. Come? Creando un luogo di condivisione di arte e cultura aperto a tutti. Dove? Nel Cortile Bentivegna, un aggregato di edifici a sua volta costituito da sette piccoli cortili nel centro storico del borgo agrigentino.
Un progetto visionario personale, diventato nel tempo un messaggio universale, che è riuscito a soffiare forte il vento del cambiamento in una piccola cittadina dell’agrigentino. Il borgo, a lungo trascurato e semi abbandonato, in questi anni, non solo è tornato a vivere, ma ora è anche tappa fissa per viaggiatori e artisti da tutto il mondo.
Farm Cultural Park, la factory creativa dove tutto è possibile
Arte, cultura e condivisione sono quindi i capisaldi su cui la coppia di professionisti ha deciso di fondare la propria factory: “La Farm, per noi, è il luogo delle possibilità”, spiega Florinda,”abbiamo voluto portare a Favara quello che avevamo vissuto a Parigi. Il contrario non era possibile. Perché qui ci sono la nostra identità e i nostri affetti più cari”.
Ed è così che in soli 12 anni, sette cortili di edifici semi abbandonati nel centro storico di Favara sono diventati il cuore pulsante della città. Un dedalo di gallerie, murales, installazioni, atelier, residenze d’artista, teatri e luoghi d’incontro ora animano ogni vicolo e piazzetta. Una trasformazione profonda e perfettamente integrata con il luogo e con i favaresi che ora, non solo convivono con questa realtà, ma ne sono parte attiva. Come “la signora dei 7 cortili”, così la chiamano Florinda e Andrea, un’anziana del paese che accoglie ogni artista e ospite con un “buon caffè e un abbraccio”.
Premiata da Seoul come primo parco culturale “made in Sicily”
Lo spazio in questi anni si è aggiudicato tanti premi e riconoscimenti, anche internazionali, come l’Human City Design Awards 2020, il concorso di Seoul per i progetti capaci di trasformare aree decadenti in spazi d’arte e che ha riconosciuto nella Farm il primo parco turistico culturale ‘made in Sicily’ e il secondo polo di attrazione della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi.
Il premio è stato attribuito per il progetto “Countless Cities”, l’unica Biennale dedicata alle Città del Mondo, il cui scopo è evidenziare il lavoro di artisti, creativi e architetti nel ridisegnare le città davvero a misura d’uomo.
Ma non finisce qui. Farm, insignita anche dalla Fondazione Curry del Curry Stone Design Prize per essere tra le 100 organizzazioni che hanno prodotto maggiore impatto sociale nel mondo, è stata anche collocata dal blog britannico Purple Travel al sesto posto al mondo come meta turistica dell’arte contemporanea, preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.
Un cantiere di creatività sulle orme di Palais Tokyo
Rientrati nel 2009, Florinda e Andrea hanno intuito immediatamente “quanti cambiamenti, lenti ma inesorabili, sono possibili tramite la diffusione della cultura”. Il loro progetto, ispirato a Palais Tokyo, la sede della cultura contemporanea nel XVI Arrondissement, ma anche alla Medina di Marrakech e al mercato di Camden Town londinese, ha preso vita molto rapidamente. Ma c’è qualcos’altro che ha spinto Florinda e Andrea a impegnarsi così tanto perché il nome di Favara iniziasse a essere associato a un cambiamento positivo nel territorio: “Anni fa crollò una palazzina nel centro storico e rimasero uccise due bambine. Questa tragedia fece ripiombare Favara nell’ombra dei luoghi pericolosi, dove non andare assolutamente. Era nostro dovere fare tutto quello che potevamo per restituire anima e bellezza alla nostra città, trasformandola in un luogo dove andare, fermarsi, e non da dove scappare”.
A Mazzarino è nata la seconda sede della Farm
All’inizio Florinda credeva che Farm sarebbe stata solo un’attività extra lavoro, ma “quando ho visto materializzarsi davanti ai miei occhi la prima galleria d’arte e la Sou, la scuola di architettura per bambini”, continua, “ho capito che invece sarebbe diventato il mio lavoro a tempo pieno”. E, infatti, oggi la coppia ha già inaugurato un secondo spazio a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, chiamato The Embassy of Farm. Un’espansione che probabilmente non si fermerà dato che già altri comuni siciliani come Gela, Naro, Bivona e Riesi hanno contattato la Farm per formulare format simili.
Un sogno diventato realtà, anche se “non è stata tutta una passeggiata”, racconta Florinda, “più volte ci siamo chiesti: ma chi ce lo fa fare? Difficoltà ce ne sono state, ce ne sono e ce ne saranno. Ma ne vale la pena. Siamo convinti che questi territori abbiamo proprio bisogno di questa energia e progettualità per crescere. Quello che è successo qui è straordinario e anche i favaresi si sono riconosciuti in questa narrazione diversa della città. Basta vedere quante attività commerciali sono nate intorno alla Farm”.
Musei a cielo aperto, spettacoli interattivi e progetti per il Women Empowerment
Ma cosa si fa alla Farm Cultural Park? Di tutto. Ci si può “accontentare” di una passeggiata tra i vicoli decorati da giganteschi murales, imbattersi in qualche installazione di artisti come Sara Fratini, Massimo Sirelli e La Fille Bertha, bere un caffè con qualche anziano del paese, fermarsi in libreria o perdere la cognizione nel tempo tra le tre gallerie o in chiacchiere con gli artisti residenti.
Oppure, controllando il programma aggiornato degli eventi c’è l’imbarazzo della scelta tra spettacoli teatrali interattivi, presentazioni di libri e performance artistiche. O, ancora, si può prendere parte a workshop e corsi per imparare un mestiere, come la Prime Minister, la scuola di leadership per giovanissime.
Tra futuro e presente, la Farm mette al primo posto la solidarietà
Da officina creativa territoriale la Farm sembra proprio destinata a diventare un progetto sempre più internazionale. “Entro il 2030 vorrei aprire altre 10 Farm in Italia e 5 nel mondo”, ci dice Florinda, “Inoltre mi piacerebbe realizzare una scuola per i “grandi” e dialogare di più con le amministrazioni comunali e regionali”.
La coppia, infatti, sta lavorando anche all’apertura della Favara Società per Azioni Buone (SPAB), un’impresa sociale aperta a tutti i cittadini di Favara in cui ciascuno può essere azionista e quindi proprietario di un piccolo pezzo di città.
Stessi geni, stesso spirito anche per Carla, la figlia più grande della coppia che in meno di una settimana ha messo in piedi, tramite un crowdfunding che ha superato i 12mila euro, un bus carico di solidarietà, il Favara for Ukraine. Nei giorni scorsi il pullman è partito da Favara per la Polonia carico di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale, coperte e perfino un “pacco felicità”: composto da giochini, colori e leccornie per i più piccoli. Dopo la consegna il bus è ripartito con a bordo più di 50 donne e bambini in fuga dalla guerra per trovare rifugio in Europa. Favara è anche questo.
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