L’8 marzo è la Giornata internazionale della Donna, conosciuta anche come Festa della donna. Quando è nata la ricorrenza e perché si festeggia?
Se è vero che non tutte le donne sono convinte di voler festeggiare questa data, è altrettanto vero che il primo passo per farsi un’opinione è quello di conoscere la vera origine di questa giornata. Non a caso, le domande più cercate su Google ogni anno sul tema sono: “Perché si festeggia l’8 marzo” e “perché si dona la mimosa per la festa della donna”.
Ecco tutto sull’origine della Giornata internazionale della donna, detta anche Festa della donna o Festa delle donne.
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Festa della Donna: quando nasce la giornata internazionale della Donna e perché si festeggia
Sull’origine della festa c’è una leggenda da sfatare. Riguarda il presunto incendio in una fabbrica di camicie di New York, che l’8 marzo del 1911 avrebbe provocato la morte di 134 operaie, intrappolate dalle uscite sbarrate dei locali. Su questo racconto, in realtà, non esiste certezza né sulle date, né sul numero di vittime, e nemmeno sulla veridicità. Eppure è l’episodio più ricordato durante questa ricorrenza per il suo valore simbolico.
La storia, in verità, è più complessa e affonda le radici nel febbraio del 1909, quando il Partito socialista americano propose di celebrare una giornata dedicata all’importanza delle donne nelle società. Iniziativa ripresa l’anno successivo dall’attivista Clara Zetkin, che durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste tenutasi a Copenaghen, riprese l’idea di fissare un giorno per questa festa.
Fu però solo a Mosca nel 1921, durante la Seconda conferenza delle donne comuniste, che si stabilì l’8 marzo come data unica per tutti i paesi, in ricordo della manifestazione contro lo zar a San Pietroburgo del 1917, cui parteciparono moltissime donne.
Tuttavia si deve aspettare il 1975, Anno internazionale della donna, per ottenere il riconoscimento della celebrazione ufficiale da parte dell’ONU che, nel 1977, dichiarerà l’8 marzo ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’.
La Festa della Donna è diventata anche una giornata per fare il punto sulla violenza di genere in Italia e nel mondo.
8 marzo: i musei delle donne
L’8 marzo può diventare l’occasione per conoscere l’importanza che le donne hanno avuto nella storia e nella cultura, e come si è evoluto il loro ruolo nella società. Un tema tradizionalmente così poco trattato, da portare alla nascita di un Museo delle donne in varie località del mondo. Queste istituzioni indipendenti e spesso frutto di iniziative private, sono sorte negli anni Cinquanta negli Stati Uniti e negli anni Ottanta sono arrivate anche in Europa. Oggi se ne contano a centinaia in tutti i continenti, riuniti nella rete International Association of Women’s Museums. Qui si può fare un viaggio intorno al mondo tra le iniziative virtuali dei diversi musei delle donne, come quello di Città del Messico, con una mostra dedicata a Frida Kahlo, o quello della Costa d’Avorio.
In Italia, molto attivo da diversi anni è il Museo delle Donne di Merano, che in attesa di riprendere le attività regolari propone un tour virtuale in 3D. Mentre più recente e primo del genere in Nord Africa è il Musée de la Femme di Marrakech, dedicato a tutte le donne che hanno dato un contributo allo sviluppo culturale, politico ed economico del Marocco.
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Viaggi per sole donne: il boom del turismo femminile
Se pensate a una vacanza da fare prima o poi da sole o con le amiche, il suggerimento migliore è quello delle donne che progettano i viaggi per sole donne. É una delle tendenze del turismo, dimostrata dalla nascita di molti tour operator e associazioni al femminile che selezionano destinazioni con servizi dedicati e attenzioni a misura di ogni viaggiatrice. È il caso ad esempio della Rete nazionale Donne in Cammino, un network dedicato alle camminatrici che vogliono condividere escursioni di trekking slow.
Festa della donna in viaggio: da sole, ma sicure
Se da una parte cresce la voglia di viaggiare da sole o tra sole donne; dall’altra diventa fondamentale individuare le destinazioni più pacifiche. Un aiuto può arrivare dal Global Peace Index 2020 dell’Institute for Economics and Peace, che ogni anno stila una classifica dei paesi più tranquilli. Gli indicatori di pace calcolati? Sono 23 e riguardano i livelli di sicurezza sociale, gli eventuali conflitti in corso, e il grado di militarizzazione. Dei 163 paesi analizzati, i meno pericolosi sono l’Islanda, seguita da Nuova Zelanda, Portogallo e Austria . L’Italia figura al 31esimo posto di questa classifica, penalizzata dall’instabilità politica e le disuguaglianze di reddito, ma migliore rispetto all’anno precedente.
8 marzo: perché la mimosa è diventata il simbolo delle donne
Non si può accettare o donare una mimosa senza conoscerne la storia, tutta italiana, che risale al 1946, quando l’ex partigiana e neoparlamentare Teresa Mattei propose un fiore da abbinare alla ricorrenza che fosse più economico della violetta francese, tradizionalmente simbolo della sinistra europea.
La scelta ricadde sula mimosa, il fiore che i partigiani regalavano alle staffette, ma anche una specie selvatica molto facile da trovare durante il mese di marzo e quindi accessibile a tutti. Da notare che la mimosa sembra un fiore fragile, ma in realtà è molto forte e capace di sopravvivere anche in situazioni difficili. Per questo si dona una mimosa a tutte le donne in occasione della Festa della donna.
Al di là delle specie spontanee, alcuni vivai italiani coltivano diverse varietà di mimose, classiche come Acacia dealbata, ma anche meno diffuse. Qualche esempio? La Casina di Lorenzo (a Capannori, in provincia di Lucca) e Vivaio Noaro (a Camporosso, Imperia), ma la collezione più ricca in assoluto è quella del vivaio francese Pépinières Cavatore, che si trova in località Bormes-les-Mimosas, in Costa Azzurra, con oltre 150 specie.
Curiosità: tra le tante varietà, spicca la Mimosa pudica, detta anche “sensitiva”, che ha la capacità di rispondere a stimoli tattili o alle vibrazioni richiudendo le foglie su sé stesse. È talmente particolare che anche il fiore, pur rimanendo “piumoso” e piccolo, come nella mimosa classica, è di colore rosa anziché giallo. Una rarità. Per donne timide.
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