Destinazione metaverso? “Nel metaverso, sarai in grado di fare quasi tutto ciò che puoi immaginare – stare insieme ad amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, creare – oltre a esperienze completamente nuove che non si adattano molto a quello che vediamo sui computer o sui telefoni oggi”. Il Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, ha scritto a fine ottobre un post per raccontare la nuova iniziativa aziendale.
Il metaverso e la rivoluzione digitale
Abbiamo capito da anni (molto prima del divertentissimo film Don’t Look Up) che dietro alle dichiarazioni trionfalistiche ed entusiasmanti dei guru della tecnologia si celano astuti re Mida capaci di trasformare in (loro) dollari i (nostri) click. E il pensiero corre alla celebre battuta: “Se il latte è gratis, la mucca sei tu”. Ma Steve Koenig, vicepresidente della ricerca per la Consumer Technology Association, al CES 2022 di Las Vegas ha dichiarato: “Stiamo iniziando a parlare del metaverso ora nello stesso modo in cui abbiamo iniziato a parlare di Internet all’inizio degli anni Novanta. Quindi, se guardi indietro a quel tempo, quando usavamo tutti modem a 56k e servizi Internet dial-up, era impossibile immaginare le cose che avremmo fatto online oggi. Penso che lo stesso sia vero con il metaverso”.
Non conviene quindi alzare il sopracciglio e bollare tutto come una riedizione della sbiadita Second Life, ma tenere gli occhi aperti su questo nuovo giro di giostra della rivoluzione digitale, soprattutto quando aziende come Facebook, Epic Games, Microsoft hanno annunciato piani per costruire mondi metaversi. Anche brand come Burberry, Coca-Cola e Visa (per citarne alcuni) sono già atterrati sul nuovo pianeta.
Nel febbraio 2021, il marketplace Nft Rtfkt ha venduto 600 paia di sneakers digitali in soli sette minuti, generando 3,1 milioni di dollari di vendite. Su Aglet, un sito di shopping di scarpe da ginnastica firmate Chanel, Nike e Balenciaga, un utente ha speso 15 mila dollari in scarpe virtuali. “Ha senso che gli oggetti virtuali abbiano un valore monetario reale”, ha dichiarato il creatore di Aglet, Ryan Mullins. “Non è diverso dal modo in cui compriamo vestiti nel mondo reale come una forma di auto-espressione o di status”.
Il metaverso e il turismo
E il viaggio? Secondo il recente report Into the Metaverse dell’agenzia di marketing Wunderman Thompson, “la tecnologia offre il teletrasporto, un’esperienza sensoriale coinvolgente che porta i viaggiatori il più vicino possibile a una destinazione fisica senza essere effettivamente lì”. Ora basta un visore, ma in futuro sentiremo i profumi, indosseremo abiti capaci di riprodurre anche le sensazioni di un abbraccio. E saremo davvero sotto un’aurora boreale senza spostarci dal divano.
Il tour operator inglese di viaggi di lusso Brown & Hudson sta già lavorando a un’offerta di viaggi virtuali (compresi anche quelli nel tempo, come nella Londra degli anni Ottanta). “La convergenza di diverse tecnologie nel regno virtuale potrebbe creare una seria ed eccitante alternativa alla realtà del viaggio”, ha spiegato Philippe Brown, “aprendo la porta a esperienze di meno costose, più accessibili e più fantasiose”.
Vero? Forse. Nulla sostituirà il viaggio reale, ma nemmeno il teatro è morto con la tv e la carta convive bene con il web. E se metaverso sarà, ci troverete, prima o poi, anche lì.
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