Innsbruck: alla scoperta deI Tirolo attraverso i suoi musei. Itinerari tra storia, arte e bellezza

L’Austria è un Paese in cui da sempre arte e territorio sono strettamente connessi. Anche lontano dalla vivacità di Vienna, dove alla corte degli Asburgo approdavano artisti e intellettuali di tutta Europa, nei suoi angoli più suggestivi, che fossero città, valli o montagne, è sempre stato facile per gli artisti trovare ispirazione, cogliere la bellezza e trasformarla in arte fruibile da tutti e aperta a tutti. 

Basti pensare al Tirolo, e a Innsbruck in particolare: fu qui infatti che nel ‘500 l’imperatore Massimiliano I diede il via al Rinascimento austriaco. Amante delle arti e della cultura (il “wedding planner” del suo matrimonio con la seconda moglie Bianca Maria Sforza, nipote di Ludovico il Moro, fu addirittura Leonardo da Vinci!), fece di questa città la “perla delle Alpi”, un centro nevralgico colto, raffinato e allo stesso tempo moderno e aperto alle novità. E tale è rimasto ancora oggi.

Cinque musei in rete per raccontare il Tirolo

Lo dimostrano le collezioni ospitate nei cinque musei inseriti nel circuito dei Tiroler Landsmuseen (Musei del Tirolo). A partire dal  Tirol Panorama, uno dei musei di cui gli abitanti di Innsbruck sono più fieri. In questo modernissimo edificio dalla struttura circolare è conservato il più grande ciclorama del Tirolo, uno dei più grandi d’Europa: una rappresentazione pittorica di mille metri quadri, realizzata nel 1896, che copre a 360° tutta la circonferenza del museo, sorto nel 2011 proprio sui luoghi dove oltre due secoli prima si sono svolte le sanguinose battaglie per l’indipendenza descritte nel dipinto. 

Questa struttura, nella quale sono conservati anche molti oggetti che raccontano la storia delle popolazioni tirolesi, è una di quelle che più di altre riesce a far comprendere il continuo scambio di energie, ispirazioni, e spunti di creatività tra arte e territorio, in Austria. Di questi luoghi, attraversati dalla Storia, il mondo moderno e contemporaneo ha saputo cogliere tutta la bellezza (non solo quella naturale che su queste montagne ti aspetti) e trasformarla in opere d’arte, anche inaspettate.

Come dimostra anche il piccolo Museo dei Cacciatori dell’Imperatore, allestito in un palazzo settecentesco collegato al Tirol Panorama tramite un tunnel sotterraneo, dove si possono vedere uniformi, armi, decorazioni e altri cimeli militari del reggimento di fanteria Kaiserjäger.

Un altro esempio è il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, che sui suoi cinque piani offre una panoramica di 30 millenni di storia dell’arte, dall’età della pietra all’arte contemporanea, e nel suo Café Kunstpause, organizza ogni domenica alle 10 una “colazione al museo”. Nelle sue sale, il Ferdinandeum vanta la presenza di opere dei maestri della scuola olandese, come  Rembrandt e Brueghel, e di capolavori di Oskar Kokoschka, Broncia Koller-Pinell ed Egon Schiele, ma anche una pregiata produzione tirolese rappresentata da artisti come Angelika Kauffmann, Albin Egger-Lienz o il liutaio Jakob Stainer. Del resto, fin dal 1823, anno in cui è stato aperto, il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, terzo “museo nazionale” più antico dell’impero austro-ungarico dopo quelli di Budapest e Graz, aveva lo scopo preciso di rispecchiare, attraverso le sue collezioni, l’identità del Tirolo. 

Esattamente come fanno anche gli altri musei inseriti nel circuito dei Tiroler Landsmuseen. Come i giovanissimi e sostenibili Musei provinciali tirolesi (inaugurati nel 2017) che, in un edificio di 8000 metri quadrati collegato al Centro di Documentazione e Ricerca, ospitano tesori artistici e culturali e scientifici, tra cui la più grande collezione di farfalle delle Alpi. 

O come il Tiroler Volkskunstmuseum, Museo dell’Arte Popolare Tirolese, che, con una collezione unica nel suo genere, documenta il territorio raccontandone usi e tradizioni: dalle feste popolari e religiose, alla vita contadina, alla moda e al “design” locale. Tutti stimoli e ispirazioni per forme d’arte più popolare ma di certo non meno preziosa. Da non perdere, qui, la rassegna dedicata alla storia dei presepi a partire dal XVIII secolo, e la ricostruzione delle Stuben, di epoca gotica e rinascimentale, rivestite in legno, che permettono di scoprire come vivevano i tirolesi in passato.

Monumenti e architetture tra storia e avanguardia

Adiacente al Museo di arte popolare tirolese si trova l’imperdibile Hofkirche, la chiesa di corte, che, con l’imponente cenotafio di Massimiliano I d’Asburgo circondato dagli “uomini neri”, ventotto gigantesche statue di bronzo che raffigurano familiari e antenati dell’imperatore, è il più importante e affascinante monumento artistico di tutto il Tirolo.  Colonne di marmo rosso, il pavimento a scacchi di marmo bianco e nero e un soffitto prezioso di volute in stucco e oro fanno da quinta a questo maestoso monumento funebre, sul quale l’imperatore appare inginocchiato in adorazione eterna davanti all’altare.

Intorno a lui, il Mander Nero,  le 28 statue di parenti, antenati e modelli di comportamento (tra cui re Artù), che hanno la funzione di accompagnarlo nell’aldilà. A volere il monumento funebre fu lo stesso Massimiliano I, che pur non essendo sepolto qui, ha in questa chiesa la sua memoria eterna grazie al nipote Ferdinando I che, nella seconda metà del ‘500, ha realizzato il suo desiderio. La Hofkirche nasconde al suo interno anche un altro ineguagliabile gioiello: il cinquecentesco organo di Jörg Ebert, le cui doppie porte artisticamente progettate vengono aperte solo durante i concerti: oggi infatti, dopo un accurato restauro nel 1977, può essere ancora suonato.

Fu fortemente voluto da Massimiliano I anche l’edificio che oggi ospita il Museo dell’ex Arsenale, un libro di storia del Tirolo in versione museo. Dai reperti preistorici, fino ai manifesti pubblicitari del XX secolo, percorrendo le sale di questo palazzo cinquecentesco si attraversano le vicende di tutta la regione. Osservando le monete coniate da Massimiliano I, i grandi globi di Peter Anich, le vecchie carte geografiche e le mappe usate dai pellegrini, si rivivono l’età della Riforma, le lotte di liberazione e la separazione dal Südtirol con la cessione all’Italia, dopo la Prima Guerra Mondiale. 

Ma ogni pietra, ogni strada e ogni palazzo di Innsbruck racconta la storia e il fascino di questa città attraverso creazioni artistiche e architettoniche di ieri e di oggi. Così, nella città  il cui centro storico, fatto interamente ristrutturare da Massimiliano I con edifici in pietra che avessero pareti resistenti al fuoco, è ancora quello del ‘500, si osservano edifici all’avanguardia, firmati da archistar internazionali come Zaha Hadid, accanto a monumenti come il glorioso palazzo imperiale o il celebre Tettuccio d’oro (la casa regalata da Massimiliano a Bianca Maria Sforza), simbolo della città, con annesso museo, disegnato dall’architetto Niklas Türing. Talenti senza tempo che qui, come in tutta l’Austria, hanno trovato la loro ispirazione e lasciato un segno alle generazioni future.

Maggiori info: Austria Turismo

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