Il Cervino nel cuore: la montagna-mito raccontata da Hervé Barmasse

Basta la più famosa delle frasi sul Cervino, quel “nobile scoglio d’Europa” di John Ruskin, a far subito sovvenire la maestosità che domina la conca del Breuil da 4.478 metri di altezza. Con le creste che si stagliano contro il cielo, gli strapiombi oscuri, gli scivoli di ghiaccio che segnano la roccia, ha attirato artisti e alpinisti. Per i valligiani è da sempre la Gran Becca, la Grande Montagna (becca nel patois valdostano significa cima). Salendo da Chatillon, ad Antey Saint André si ha un primo assaggio della sua forma geometrica, a piramide. Se ne coglie poi bene l’imponenza con la piccola deviazione verso il Lago Blu, dopo Valtournenche. Ma il meglio il Cervino lo dà al piccolo pianoro del Breuil, dove si accuccia l’abitato di Cervinia, cuore di uno straordinario anfiteatro di vette. Sotto cui fila un’infinità di piste da sci, in un carosello tra i più vasti al mondo, tra Italia e Svizzera (info: cervinia.it).

Il nuovo libro di Hervé Barmasse

È a questa montagna che Hervé Barmasse, il più famoso dei Valtournains, dedica il suo nuovo libro, Cervino. La montagna leggendaria (Rizzoli, 29.90€, in libreria dal 30 novembre). “Sono arrivato all’alpinismo per caso”, dice, “per superare l’incidente sugli sci a 16 anni che mi ha tolto dall’agonismo”. Ma dalle pagine del libro esce l’affetto che lega Barmasse a questa vetta, per lui luogo del cuore e dei rapporti familiari. Ci sale la prima volta con il padre, guida alpina come il nonno e il bisnonno. Poi, negli anni scala vette della Patagonia, del Pakistan, delle Ande, dell’Himalaya. Ma sono sul Cervino i suoi exploit. L’ultima impresa è dello scorso marzo: con la Via de Amicis in solitaria, è diventato il primo alpinista a scalare in questo stile tutte le sei creste della montagna.

Herve Barmasse (ph: Marco Gasparetti)

Nel libro, il suo punto di vista è personale ma anche storico: racconta delle mitiche ascensioni di Whymper e Carrel, nel 1865, della salita in solitaria invernale di Walter Bonatti, giusto 100 anni dopo, delle tante nuove vie aperte dopo. Nell’ultimo capitolo concede anche i segreti per affrontare l’ascensione. “Il Cervino è stata l’ultima montagna importante dell’arco alpino ad essere scalata. E ancora oggi è la più temuta delle 82 cime di 4.000 metri delle Alpi”, sostiene Barmasse. Che offre i suggerimenti per prepararsi, allenarsi, scegliere i materiali. Come a voler dire che il Cervino è di tutti.

SCOPRI ANCHE: Cosa vedere in Valle d’Aosta: vacanze e turismo

Cervino, tra Italia e Svizzera

Ma per chi preferire muoversi su terreni più sicuri, ecco l’infinita ragnatela di piste. Da provare il Ventina, che scende per 11 chilometri dai 3.500 metri di Plateau Rosà fino ai 2.050 del paese. E la Reine Blanche, la regina bianca, 22 chilometri dai 3.883 metri del Piccolo Cervino, già in Svizzera, sino ai 1.524 metri di Valtournenche.

Le piste di Cervinia (ph: Marco Gasparetti)

Prima di allacciarsi gli scarponi conviene però salire con l’ascensore alla terrazza panoramica del Piccolo Cervino da cui si gode una vista spettacolare: lo sguardo vola sul vicinissimo Cervino, il Dent Blanche, il Weisshorn, il Breithorn, il Monte Rosa, il Gran Paradiso, il Monte Bianco, perfino il Monviso. In attesa che venga realizzata la cabinovia ora in costruzione tra il Piccolo Cervino e la Testa Grigia, che renderà possibile il progetto Matterhorn Alpine Crossing. Con cui Zermatt e il Breuil saranno collegati tutto l’anno permettendo agli ospiti delle due località di spostarsi in giornata, anche senza sci.

GUARDA ANCHE: Valle d’Aosta: cosa vedere e dove andare. Idee viaggio per vacanze e weekend

 

 

 

Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

L'articolo Il Cervino nel cuore: la montagna-mito raccontata da Hervé Barmasse sembra essere il primo su Dove Viaggi.



from Dove Viaggi https://ift.tt/3xzGrE1
via IFTTT

Commenti