Spiagge chilometriche dalla sabbia finissima in cui affondare i piedi, vento caldo ad accarezzare la pelle, dune dorate che sfumano nel mare. Non è il ricordo delle vacanze appena finite, ma il panorama che offre Gran Canaria, in pieno autunno, a chi desidera ancora uno scampolo d’estate.
Un clima sempre mite e un’atmosfera da vacanza esotica con la sicurezza di un paese europeo sono un richiamo più che allettante per chi non è ancora pronto per le giornate più corte, l’aria fredda del mattino e l’ombrello sempre a portata di mano. E lo sono ancora di più se si pensa che l’isola dell’arcipelago spagnolo è oggi anche più facilmente raggiungibile dall’Italia, grazie ai nuovi voli della compagnia Binter, da Torino e da Venezia: bastano poche ore di aereo e ci si ritrova in estate.
Ad attendere chi atterra nell’aeroporto internazionale di Gran Canaria – il più grande dell’arcipelago spagnolo – c’è un “continente in miniatura”: in 1560 km2 si possono scoprire spiagge infinite dall’accesso sempre libero e montagne che “bucano” le nuvole, canyon scavati dai fiumi e caldere vulcaniche, un deserto in miniatura (le dune di Maspalomas) e folti boschi di pino canario, che cresce solo qui. Una natura talmente rigogliosa e un ecosistema tanto variegato che il 46 per cento del territorio dell’isola è stato riconosciuto, nel 2005, Riserva della Biosfera dell’Unesco. Un piccolo paradiso in terra da esplorare in lungo e in largo.
La costa, tra sport e relax
Con i suoi 60 chilometri di spiagge su 263 di costa, trovare il luogo in cui sdraiarsi al sole è un gioco da ragazzi: se l’obiettivo è farsi abbracciare dalla sabbia, sentendosi come nel deserto ma guardando il mare, il posto ideale è Maspalomas, sulla costa sud dell’isola. Qui, alle spalle di hotel, ristoranti, negozi di souvenir e una vivacissima vita notturna, si stendono le distese di sabbia delle Dune di Maspalomas, una riserva naturale formata da tre ecosistemi: il Palmeral, la Charca e le Dunas. Tappa di ristoro per diverse specie migratorie, la riserva si distingue per gli enormi campi di dune di sabbia, modellate dal vento che soffia dall’oceano e che dona loro sempre forme nuove, dando proprio l’impressione di essere nel deserto.
A dominare tutto, dal promontorio, è il Faro – la cui luce fu accesa la prima volta nel febbraio 1890 – e che divide la Playa de Maspalomas dalla Playa del Inglés. Ampia, ben servita e attrezzata, è la preferita dalle famiglie con bambini che qui trovano tanto spazio per giocare in sicurezza, e dagli sportivi, soprattutto surfisti che cavalcano le onde dell’oceano in una zona meno bazzicata dai bagnanti.
I surfisti frequentano volentieri anche Playa de Las Canteras, la più grande spiaggia urbana di Gran Canaria, dove ci si può anche iscrivere a una delle numerose scuole di surf. Las Canteras è la perla di Las Palmas de Gran Canaria, capoluogo dell’isola, dove è bel tempo 12 mesi l’anno: a due passi dal centro città, dai negozi, dagli hotel, ma anche dai monumenti e dai luoghi d’interesse culturale, è una lingua di sabbia infinita su cui rilassarsi, davanti a un mare cristallino in cui immergersi per nuotare, fare snorkeling, o lanciarsi con il surf.
Natura e archeologia, la ricchezza nascosta all’interno
Gli amanti dell’avventura, quelli per cui il mare è soprattutto un elemento naturale da conoscere e rispettare, sceglieranno, invece, la Playa de Güi Güi, sulla costa occidentale dell’isola: una distesa di nera sabbia vulcanica che si affaccia su un angolo di Atlantico solitamente calmo e che si raggiunge solo in barca o a piedi, superando anche tratti accidentati. Sarà un po’ faticoso arrivarci, ma la spiaggia mai affollata, l’acqua cristallina e il panorama, soprattutto al tramonto, ripagheranno della fatica.
La Playa de Güi Güi si trova all’interno di una riserva naturale speciale, nella quale crescono specie vegetali endemiche ed esclusive come il Cabezòn, e nidificano diverse famiglie di volatili, alcune delle quali anche in via d’estinzione. Ma su tutta Gran Canaria si estendono parchi, paesaggi protetti e monumenti naturali. Luoghi che spesso, oltre ad affascinare per la grandiosità della natura, hanno anche una rilevanza storica. Come la Valle di Guayadeque, un monumento naturale che separa fisicamente i comuni di Ingenio e Agüimes, nella quale si possono ammirare, immerse nella rigogliosissima flora dell’isola, le casas cuevas, antiche case rupestri in cui sono stati trovati numerosi resti archeologici risalenti all’epoca pre-ispanica. O come il Risco Caido, inserito nel 2019 tra i beni patrimonio UNESCO dell’Umanità: ritenuto un osservatorio astronomico e un santuario dedicato alla fertilità, è un complesso di 21 grotte scavate nella roccia al cui interno si verifica un fenomeno di luci che secondo gli studiosi funzionava, per i popoli primitivi, da calendario.
Gli appassionati di trekking, invece, non perderanno il Roque Nublo, uno dei fiori all’occhiello dell’isola: la vetta che attraversa le nuvole, di origine vulcanica, si innalza al centro dell’isola per 1813 metri sul livello del mare. Gli aborigeni la utilizzavano come luogo di culto, oggi è area naturale protetta e parco rurale, nel quale inoltrarsi a piedi attraverso sentieri da cui ammirare il panorama circostante: le grandi dighe di Las Niñas, Chira e Soria, le località di Artenara e Acusa, la caldera di Tejeda, Llanos de La Pez e Pozo de Las Nieves.
Non esiste, infatti, solo il binomio “isola-mare”: perché se è vero che i 60 chilometri di spiagge libere e le emozionanti variazioni di colore dell’acqua sono un’innegabile attrazione, le possibilità offerte dal lato “montano” dell’isola sono infinite e sorprendenti. Non solo per gli appassionati di hiking e trekking, ma anche per gli amanti degli sport che potranno correre su piste di trail running che si incuneano tra boschi, steppe e creste vulcaniche (come Las 3 Presas nel sud dell’isola, o il percorso di San Mateo, nel nord est di Gran Canaria), affrontare in mountain bike le salite e discese dei circuiti che portano dalla costa verso l’interno, o sfidare le pareti vulcaniche ideali per l’arrampicata (la principale nel Parco Naturale di Tamadaba, nel nord, vicino al villaggio di Artenara).
Secoli di storia su un lembo di terra emersa
Ma l’autunno a Gran Canaria vuol dire anche potersi godere passeggiate per le strade che conservano un’atmosfera antica e rilassata, cenare in ristoranti all’aperto in serate ancora calde, scoprire la storia a cavallo tra Europa, Africa e Americhe – spesso ancora troppo sconosciuta – senza l’incubo di code, calca e assembramenti. Fu proprio qui, infatti, a Gran Canaria, che Cristoforo Colombo fece tappa, dopo aver lasciato l’Europa, per rifornire le tre caravelle di approvvigionamenti prima di partire per le Indie: vi si fermò per un mese, e alloggiò nel capoluogo Las Palmas in una casa che oggi è diventata un museo aperto al pubblico.
All’arrivo di Colombo, l’isola era già stata colonizzata dagli Spagnoli, ma fu dopo la scoperta dell’America che, per la sua posizione strategica, diventò tappa obbligata negli itinerari di navigatori, avventurieri e commercianti di tutto il mondo allora conosciuto. Le loro impronte culturali sul territorio si sono aggiunte e mescolate a quelle lasciate delle tribù aborigene che abitavano questi luoghi prima della colonizzazione, regalando così all’isola una varietà di testimonianze storiche e architettoniche difficile da ritrovare con questa concentrazione.
Ecco perché, in pochi chilometri, si passa dalle testimonianze pre-ispaniche trovate nelle case rupestri di Guayadeque alla cattedrale gotica di Santa Ana a Las Palmas di Gran Canaria (iniziata a costruire nel 1504); dalla necropoli di Maipés de Agaete (un eccezionale parco archeologico di epoca aborigena che ospita tombe risalenti a oltre 1300 anni fa) al Gabinete Literário, edificio in stile modernista della fine del XIX secolo, considerato monumento storico artistico di interesse per la Comunità autonoma delle Isole Canarie, dove oggi si organizzano convegni, eventi e attività divulgative; da Puerto de Mogán, considerata la “Venezia delle Canarie” per il suo fitto reticolo di canali nella parte bassa della cittadina e i suoi ristoranti all’aperto, al Mercato del Porto, di Las Palmas de Gran Canaria, edificio modernista costruito nel 1891 su progetto di Gustave Eiffel (lo stesso della torre di Parigi), che ha tuttora funzione di mercato, e dove è possibile anche acquistare prodotti tipici canari (come il Chorizo – il salame piccante di Teror – o il Queso de flor).
Gran Canaria: destinazione sicura
Gran Canaria è un piccolo universo nel quale tante culture, tanta storia e tanta vita si sono incrociate nel corso dei secoli, e che ha fatto proprio di questo melting pot la sua cifra distintiva. È un luogo in cui sentirsi circondati da un’atmosfera esotica e accogliente, pur con la sicurezza di “sentirsi a casa”, in Europa. Ed è anche una destinazione sicura in questi mesi in cui l’emergenza Covid non è ancora finita.
Se già durante il periodo più duro di pandemia, Gran Canaria e le altre isole dell’arcipelago hanno avuto un tasso d’incidenza bassa rispetto ad altre zone della Spagna ed europee, oggi le isole sono ancora più sicure, anche grazie alle strettissime misure igienico sanitarie adottate nel settore turistico. La stessa compagnia Binter ne è un esempio, perché non si limita a seguire rigorosamente le normative di sicurezza nazionali e internazionali, ma ha aggiunto anche altre misure, per assicurare a passeggeri ed equipaggio voli sempre “sani” (anche per l’ambiente, grazie a una flotta di aerei di costruzione recente, poco inquinanti) e senza rischi, con comode rotte da Torino e da Venezia. Così l’unico pericolo che si corre, andando a Gran Canaria, diventa quello di non voler tornare più a casa.
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