Lussemburgo tra cultura, natura e relax: weekend nella capitale che non ti aspetti

Edifici dalle facciate gialle, rosa o color lavanda vegliano sugli altrettanto colorati tavolini dei caffè, ai quali i clienti siedono sorseggiando un tè al sambuco o un latte macchiato, e scambiandosi innocui pettegolezzi in tutte le lingue del mondo. Il chiacchiericcio internazionale risuona anche nei vicini vicoli acciottolati, e danza con le note degli spettacoli degli artisti di strada che si intrufolano tra i palazzi portate dal vento. È così che si mostra il centro storico di Lussemburgo, la capitale dell’ultimo Granducato rimasto al mondo, in un weekend di fine estate, quando le temperature sono ancora miti e le giornate ancora relativamente lunghe. Quel periodo dell’anno che permette ai lussemburghesi di godere delle strade e della vita all’aperto, e ai turisti che la visitano per la prima volta di scoprire una città sorprendente e inaspettata. 

Centro nevralgico della finanza, della politica e dell’economia dell’Unione Europea (si trovano qui la Corte di giustizia dell’Ue, la Banca europea degli investimenti, la Corte dei conti europea, il segretariato generale del Parlamento europeo, e l’Eurostat), Lussemburgo dal 1994 è anche nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco per il suo centro storico e le sue fortificazioni che in passato le valsero il titolo di “Gibilterra del Nord”, eppure non è quasi mai in cima alla lista di viaggio del turista medio, che di solito le preferisce altre capitali europee, più grandi e conosciute.

È però proprio qui che risiede la forza attrattiva di Lussemburgo, che si propone così come la meta ideale per chi –  magari dopo aver passato le vacanze al mare o in montagna – ha voglia di prolungare l’estate in una città dal respiro internazionale, dove passato e presente convivono armonicamente come le tante mentalità e culture che la abitano.

Lussemburgo, una città in continua evoluzione

Il fascino di Lussemburgo è infatti proprio in questa totale armonia tra storia e contemporaneità. E non lo dimostrano solo le fortificazioni su cui la città è sorta, costruite e perfezionate nel corso dei secoli da architetti e ingegneri di tutta Europa e di cui oggi sono ancora visitabili le celebri Casematte del Bock scavate nella roccia e riconosciute patrimonio Unesco.

Anche i diversi livelli su cui la città si sviluppa, tra la vallata dell’Alzette e il promontorio che la domina, non sono che la rappresentazione topografica della capacità dei lussemburghesi – natii e d’adozione – di vivere con le radici ben piantate nel passato e un costante sguardo al futuro. 

Per rendersene conto basta spostarsi con l’ascensore panoramico, inaugurato nel 2016, dal centro storico a Pfaffenthal e, dall’altra parte della valle, salire sulla funicolare che collega Pfaffenthal a Kirchberg-Plateau, il distretto finanziario e politico: si lascia la valle dell’Alzette con le sue strade acciottolate, i suoi tetti d’ardesia e le guglie affusolate, per salire nella zona architettonicamente più avveniristica della città, nella quale sono vetro e acciaio a caratterizzare i moderni edifici (sedi di multinazionali, istituzioni europee e banche, ma anche di asili all’avanguardia e centri sportivi) che si affacciano su grandi viali alberati e ampi spazi verdi.

A fare da trait-d’union tra le “due” Lussemburgo, è lo stesso ascensore che in un tragitto di soli 30 secondi, permette di osservare, attraverso le pareti trasparenti, i diversi livelli della città: le medievali case della vallata che si fanno sempre più piccole, lo skyline di Kirchberg che diventa più nitido, e tutto il verde dei parchi che circondano la città.

Non si tratta, tuttavia, di uno stacco netto, perché già nello storico Pfaffenthal lo sguardo al futuro non manca: è qui che si trova, infatti,  l’Oekozenter Pafendall, sede della Ong ambientalista Mouvement écologique. Progettato dagli stessi architetti autori dell’ascensore panoramico, il centro è definito dagli esperti di bioedilizia “un esempio da manuale di casa passiva, con una carbon footprint bassissima”,  cioè un edificio sostenibile (che non necessita di impianti di riscaldamento tradizionali) dal minimo impatto sull’ambiente.

Contrasti armonici nella città più green d’Europa

D’altra parte, la natura e il verde si dividono pacificamente gli spazi della capitale con le infrastrutture antiche e moderne, tanto che Lussemburgo è considerata una delle città più green d’Europa grazie ai numerosi parchi e giardini che coprono un terzo della sua superficie. Ampi spazi verdi, armoniosamente integrati nell’urbanistica cittadina,  colorano la capitale, alzando notevolmente la qualità della vita e regalando ai visitatori scorci di inaspettata bellezza.

Come il Luxembourg-Kirchberg Arboretum, nel quale si possono ammirare alberi e rocce rappresentative di ciascun stato membro dell’Unione Europea; o come il parco de la Pétrusse, cresciuto, per così dire, sulle antiche fortificazioni di cui sono ancora visibili le rovine, e sulle formazioni rocciose naturali che ne definiscono i tratti; o ancora come il Parc des Trois Glands, che più di tutti rinchiude in sé modernità e classicità: situato alle spalle della Philharmonie, inaugurata nel 2005 e valsa all’architetto che l’ha progettata il prestigioso premio Pritzker nel 1997,  e del Museo di arte moderna Mudam (che merita la visita anche solo per la sua struttura architettonica), il parco offre uno sguardo panoramico su tutta la città, sull’altopiano e sulla vallata, permettendo di catturare con un unico sguardo in piano sequenza le antiche fortificazioni, i palazzi medievali, e i grattacieli contemporanei.

È proprio da qui, del resto, che si potrebbe disegnare una mappa ideale dei luoghi e dei monumenti da vedere a Lussemburgo, scegliendo itinerari a tema guidati (come il tour dei luoghi dell’Unesco, per esempio) oppure semplicemente facendosi portare dalla strada e lasciandosi sorprendere dalla città. Magari permettendosi di perdersi nei vicoli della città vecchia per poi ritrovarsi (a bocca aperta) nell’ampia e medievale Place Guillaume II, con i suoi eventi; di girare un angolo e lasciarsi incantare dalla Cattedrale di Notre-Dame, capolavoro seicentesco nella cui cripta sono sepolti tutti i membri della famiglia granducale; di alzare lo sguardo e trovarsi di fronte  il Palazzo Granducale, residenza dei sovrani; di passeggiare in un giardino e finire nel museo d’arte della città: Villa Vauban, nata nel 1873 come residenza privata e oggi completamente restaurata e aperta al pubblico con le sue collezioni di arte figurativa.

Villa Vauban, tra l’altro, è una delle tappe del Museumsmile, il miglio del sorriso dei musei lussemburghesi: se infatti su una cartina si uniscono come puntini i sette musei più importanti della città apparirà il disegno di un sorriso, compreso in uno spazio di poco più di un chilometro e mezzo.

Relax tra artisti en plein air, shopping e caffè

Se poi ci si trova a Lussemburgo la prima domenica del mese, gli artisti possono essere visti anche all’opera: in uno degli incontri degli Urban Sketchers Luxembourg, sezione locale della omonima associazione internazionale di disegnatori, che ogni prima domenica del mese si ritrovano per disegnare insieme en plein air. I prossimi appuntamenti sono fissati per il 5 settembre e il 3 ottobre alle 14 nella vicina Mondorf, si trova a 25 chilometri dalla capitale ma raggiungerla non sarà un problema: a Lussemburgo i mezzi pubblici sono efficientissimi e soprattutto gratuiti.

Da marzo 2020, infatti, per viaggiare su tram, autobus e treni nazionali (tranne che in prima classe) in Lussemburgo non è più necessario il biglietto, neanche per il trasporto delle biciclette a bordo, se c’è spazio. La bicicletta è uno dei mezzi più utilizzati in città, da autoctoni e stranieri, che non si fanno certo spaventare da salite e discese, ma per i turisti il modo migliore per apprezzare la capitale è esplorarla a piedi: attraversando i ponti sull’Alzette, percorrendo i vicoli del Grund, fermandosi in un caffè o una terrazza a Clausen o Kirchberg, facendo shopping sulla Grand Rue o nelle botteghe artigianali. Senza dimenticare, prima di lasciare la città, di portare un saluto alla Gëlle Fra, la dama dorata, che dal 1923 ricorda i caduti del Granducato nella prima guerra mondiale dall’alto di un obelisco in Place de la Constitution e nel cuore di tutti i lussemburghesi. 

Info: Visitluxembourg.com

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