In queste settimane, gli abitanti di Barcellona, Dubrovnik e Parigi stanno facendo nuovamente i conti con l’overtourism, ossia troppi turisti in uno spazio troppo ristretto. Le conseguenze sono ben note: traffico perennemente rallentato, mancanza di parcheggi e centri storici bloccati. E poi: turisti maleducati, chiasso a tutte le ore e rifiuti in ogni angolo.
Prima del Covid, il fenomeno del turismo di massa ha scatenato forti tensioni con i residenti di alcune famose città che hanno manifestato a più riprese contro le orde di viaggiatori. E adesso che si può nuovamente tornare a viaggiare, alcune di queste città hanno adottato delle misure concrete per far fronte al problema. A partire da Venezia: dal 1° agosto infatti le grandi navi non passeranno più davanti a San Marco, né per il canale della Giudecca.
Amsterdam è andata oltre: per l’era post-pandemia ha deciso di limitare il numero massimo di turisti.
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Amsterdam: la città olandese vuole cambiare pelle
Amsterdam è di fatto la prima città al mondo a imporre un freno alla crescita dell’industria del turismo. Il nuovo regolamento adottato recentemente in consiglio comunale si chiama “Turismo in Equilibrio” e prevede diverse azioni da adottare nei prossimi anni.
Sono state elaborate assieme agli iniziatori della petizione partita la scorsa estate da un gruppo di cittadini di Amsterdam per frenare il possibile overtourism post-pandemico e che è stata firmata da 30.000 residenti.
Nello specifico: l’ordinanza prevede un massimo di 20 milioni di pernottamenti turistici all’anno, con 12-18 milioni come “valori di riferimento”. Questo tetto si potrà superare solo con il via libera del comune.
A confronto: nell’era pre-Covid Amsterdam contava oltre 22 milioni di pernottamenti. Il municipio prevede inoltre di vietare l’apertura di nuovi hotel, imporre dure restrizioni per le case vacanza come Airbnb, aumentare la tassa di soggiorno e rendere il distretto a luci rosse meno attraente per i turisti.
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La campagna contro i turisti “maleducati” e coffee shop vietati agli stranieri
Nelle settimane scorse è partita una campagna promossa dall’amministrazione cittadina che invita i turisti a tornare ad affollare i luoghi di cultura e i ristoranti, ma che chiede espressamente ai “visitatori turbolenti”, soprattutto a chi punta a celebrare un addio al celibato, a vistare la città a caccia di sballo, di “restare a casa“.
Alle migliaia di turisti in arrivo per coffee shop e quartiere a luci rosse, la città olandese preferisce insomma i visitatori di musei, non più mordi e fuggi.
A proposito di coffee shop, uno dei simboli di Amsterdam: all’inizio di quest’anno, il municipio aveva annunciato di voler vietare l’ingresso ai turisti stranieri e consentire l’accesso solo a chi ha passaporto olandese. Con il divieto la città intende fermare il cosiddetto “turismo della droga”, soprattutto dalla Gran Bretagna. Non è ancora chiaro quando il divieto per gli stranieri sarà attuato.
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