Cultura, natura, sport e buon cibo: viaggio nel paradiso delle Canarie, le isole dei Beati

Le chiamano anche Le fortunate o Isole dei Beati, perché sono un vero paradiso: per la loro natura esplosiva, il clima stabile tutto l’anno, la cultura che abbraccia tanti secoli, l’enogastronomia e, soprattutto, gli abitanti. Sono le Canarie, arcipelago spagnolo di otto isole vulcaniche al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, ora ancora più facilmente raggiungibili dall’Italia, grazie ai nuovi voli della compagnia Binter, da Torino e da Venezia.

Dall’Italia, si atterra a Gran Canaria e poi da qui, con collegamenti gratuiti e senza lunghe attese, si raggiungono gli altri aeroporti e si possono visitare le altre isole, ognuna con le sua peculiarità, ma tutte da scoprire, esplorare e assaporare. In tutti i sensi. Perché, se è vero che uno dei ricordi da mettere in valigia dopo un viaggio alle Canarie sono proprio i sapori, insoliti e particolari per la natura vulcanica dei terreni, è altrettanto vero che ciò che rimane di più sono le emozioni e le esperienze indimenticabili: i profumi della natura, così vicina a quella dell’Africa; la possibilità di cimentarsi negli sport mai provati prima,  la scoperta di popolazioni e tradizioni che sono frutto di un melting pot internazionale, e perfino la possibilità di dormire nell’hotel più piccolo del mondo (il Puntagrande, fondato nel 1830, nel comune di Frontera sull’isola di El Hierro). 

Per non parlare della sicurezza: oltre ad aver avuto, in tempo di pandemia, un tasso d’incidenza più basso rispetto ad altre zone d’Europa, in quanto provincia spagnola, “Le fortunate” sono anche ampiamente coperte dal punto di vista sanitario, con ospedali e altri servizi che garantiscono, agli abitanti e ai visitatori, cure immediate ed efficaci in caso di necessità. 

Alle Canarie si incontrano millenni di storia in otto isole

È stata la Storia a forgiare l’immagine “urbana” delle Canarie. Prima della colonizzazione europea le isole dell’arcipelago erano abitate da tribù aborigene.  Ma dopo l’arrivo degli Europei e ancora di più dopo la scoperta dell’America, per la loro posizione strategica le Canarie sono diventate tappa obbligata negli itinerari di navigatori, avventurieri, e commercianti di tutto il mondo allora conosciuto, che hanno lasciato sul territorio le loro impronte culturali, in aggiunta a quelle degli autoctoni. Lo testimoniano le bellezze artistiche e architettoniche di tutte le isole, a partire dalle più grandi, Lanzarote, Tenerife, Fuerteventura e Gran Canaria, fino alle piccole El Hierro, La Graciosa, La Gomera e La Palma. 

È sufficiente passeggiare in uno dei vicoli di Agüimes, a Gran Canaria, o di San Cristobal de La Laguna a Tenerife (dichiarata Patrimonio Unesco) per rendersi di conto di quanto la storia e le civiltà su queste isole si siano stratificate, mescolate e amalgamate creando atmosfere uniche e borghi estremamente caratteristici. Sull’isola di La Gomera, per esempio, accanto agli scavi archeologici della montagna di Tagaragunche, con il piccolo ma caratteristico eremo di San Isidro, si possono ammirare anche la quattrocentesca chiesa dell’Assunzione (al cui interno un affresco descrive la vittoria dei residenti contro il pirata Charles Windhan), e – imperdibile per chi viaggia con bambini curiosi – la Casa Doganale:  antica struttura, oggi sede espositiva, al cui  interno si trova il Pozo de la Aguada, dal quale si dice che Colombo attinse l’acqua utilizzata per benedire le nuove terre (alle Canarie, ultimo porto europeo prima del viaggio verso le Indie, le tre Caravelle rimasero per quasi un mese per rifornirsi di approvvigionamenti e c’è una casa-museo di Colombo anche a Las Palmas de Gran Canaria).

Se invece è la cultura aborigena che vi incuriosice, il luogo da non perdere è Risco Caido, sull’isola di Gran Canaria, inserito dal 2019 tra i beni patrimonio Unesco dell’Umanità. Ritenuto un osservatorio astronomico e un santuario dedicato alla fertilità, è un complesso di 21 grotte scavate nella roccia al cui interno si forma un fenomeno di luci che secondo gli studiosi funzionava, per i popoli primitivi, da calendario. Avevano funzione di granai invece gli oltre 300 silos scavati nella roccia che si possono ammirare, sempre sulla stessa isola, nel parco archeologico di Cenobio Valeron, un’opera di ingegneria preistorica, che si può visitare guidati da esperti. Per approfondire la cultura aborigena, basta andare a Tenerife (sulla App di Binter si trovano tutti i voli interni e il costo è decisamente contenuto) e visitare il Museo della Natura e dell’Uomo di Tenerife al cui interno sono conservati 140 resti imbalsamati e 12 mummie complete, tra cui alcune risalenti a oltre 17 secoli fa.

Grotte vulcaniche e parchi nazionali, le Canarie sono il paradiso della natura

Qualche studioso ritiene  che sia  un’antica necropoli anche la Cueva del Vento, a Tenerife, una delle più grandi grotte vulcaniche europee: scoperta nel XVIII secolo, al suo interno sono stati trovati resti dei Guanci. Strutturato come un labirinto per circa 18 chilometri totali, è però considerato soprattutto un capolavoro geologico (entrarci – dice chi c’è stato – è come fare un viaggio in un romanzo di Jules Verne). Una delle tante meraviglie naturali che si possono ammirare alle Canarie, che vantano ben 7 riserve della Biosfera Unesco (Macizo de Anaga a Tenerife è quella che ha il maggior numero di specie endemiche in Europa), quattro dei 13 parchi nazionali spagnoli e tre riserve marine protette. 

Circa  il 40 per cento del territorio dell’arcipelago risulta protetto. Ed è un territorio di una varietà immensa: vi si trovano boschi e foreste millenarie (la foresta di Laurisilva, una specie di alloro dell’era preistorica, del Parco Nazionale del Garajonay a La Gomera è unica al mondo) accanto a crateri circondati da mari di lava (il Teide, a Tenerife è il terzo vulcano più alto del globo con i suoi 3718 metri); paesaggi desertici (le dune di Maspalomas, a Gran Canaria, tappa obbligata nel giro dell’isola) accanto spiagge chilometriche incontaminate (la Playa de Cofete, a Fuerteventura, è solo la più famosa) e perfino “colonie” di animali rari (come il rettilario di El Hierro dove vive la a Galliota Simonyi, una lucertola gigante). 

Non è raro, poi, girando tra le varie isole, imbattersi all’improvviso in monumenti naturali, come quello di Las Playas a El Hierro o le formazioni vulcaniche di Los Roques a La Gomera, ma soprattutto il Drago Millenario di Icod de los Vinos monumento nazionale dal 1917. Simbolo di Tenerife, è il più grande esemplare vivente di Dracaena Draco, un albero di 18 metri di altezza, che ha una circonferenza del tronco di 20 metri e circa 800 anni di età. Specie endemica delle Canarie, a quest’albero erano attribuiti anche poteri magici: la sua resina, infatti, a contatto con l’aria si ossida e prende un colore rossastro, il “sangue di drago” che speziali e alchimisti in passato utilizzavano a scopi terapeutici.

Vacanze active o in totale relax, a voi la scelta

La varietà del territorio rende le isole anche perfette per praticare diversi tipi di sport. E se Fuerteventura è riconosciuta in tutto il mondo come tempio del windsurf e del kitesurf, non va dimenticato che i fondali vulcanici sono tra i più affascinanti per lo snorkeling e le immersioni: non solo per la biodiversità  che presentano (le tre riserve protette di La Restinga a El Hierro, di La Palma e di La Graciosa ne sono esempio), ma anche per la presenza di relitti di navi (anche di pirati!) affondate nel corso dei secoli. 

Nelle Canarie trova spazio anche chi invece di scendere (sott’acqua) preferisce salire (in altezza): l’origine vulcanica mette a disposizione di scalatori e arrampicatori pareti di roccia di vario tipo in tutte le isole (la zona più conosciuta è Arico, nel sud est di Tenerife) e sentieri più o meno difficili per chi ama il trekking (dalla salita al vulcano Teide di Tenerife ai 600 km di Senderos – sentieri – dell’isola La Gomera). I più spericolati vengono qui per sorvolare crateri con il parapendio o fare trail running in condizioni estreme, ma anche molti golfisti (meno avventurosi) scelgono l’arcipelago, e in particolare Tenerife, per i suoi moderni campi da golf.

La presenza di spiagge attrezzate (ma tutte pubbliche), parchi acquatici e tematici, e corsi di avviamento allo sport rendono poi queste isole adatte anche a chi viaggia con bambini, che di certo qui non si annoieranno né correranno pericoli.

Canarie da gustare: piatti e ingredienti unici al mondo

L’origine vulcanica rende caratteristici anche i sapori delle Canarie. Pur essendo territorio spagnolo, infatti, qui non si trova la classica paella ma una serie di specialità locali uniche al mondo. E i piatti tipici cambiano da isola a isola, anche perché vengono utilizzati ingredienti a km zero. Così se a Gran Canaria vi serviranno Chorizo (Salame) di Teror e queso de flor, prodotto a Santa Maria de Guía, Gáldar e Moya, a La Palma gusterete fegatini di coniglio e formaggio di mandorle, a El Hierro il Leche Asada (latte arrosto) e a Fuerteventura prosciutto di capra e Frittelle di formaggio Majorero. 

Gli unici piatti tipici “comuni” sono le papas arrugadas con mojo picón, che va preparato solo con la patata autentica delle isole Canarie, e la Pata Masada (coscia arrosto), piatto tipico delle Canarie, condito con le spezie tipiche dell’arcipelago.

Molti prodotti tipici possono essere acquistati nei mercatini delle cittadine e dei borghi: il più grande e famoso è il Mercato del Porto di Las Palmas, a Gran Canaria, allestito all’interno di un edificio del 1891,  costruito su progetti di Gustave Eiffel. Da non perdere i formaggi tipici canari, fatti con latte di capra o di pecora, e una bottiglia di vino Doc (ma solo dopo aver visitato uno dei vigneti). 

Con tante attività da svolgere e tante meraviglie da vedere è difficile scegliere su quale isola approdare, però basta prendere un volo Binter (che assicura ai passeggeri non solo spazio e comodità, ma anche una flotta di aerei “giovani” poco inquinanti e misure igienico sanitarie aggiuntive rispetto a quelle richieste dal Ministero della Sanità spagnolo) per saltare da una all’altra. E farsi venir voglia di tornare, prima ancora di ripartire. 

Dove Viaggi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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