Guidonia, comune della città metropolitana di Roma Capitale, è gemellata con Cape Canaveral, Stati Uniti, costa orientale. Chi mai avrebbe pensato nel lontano 1988 (anno di istituzione del gemellaggio) che proprio qui si sarebbe consumata la sfida estrema del golf, quella Ryder Cup che mette contro senza mezzi termini Europa e America dal 1927. Ironia della sorte. Altro che gemellaggio, sarà dura battaglia sulle 18 buche del Marco Simone Golf & Country Club, dal 29 settembre all’1 ottobre 2023.
Con le dovute distinzioni, c’erano parecchie affinità all’epoca tra i due luoghi così distanti e diversi. Da Cape Canaveral e dal suo J.F. Kennedy Space Center sono stati lanciati nello spazio razzi, sonde, satelliti e gli astronauti dell’Apollo 11 che per primi toccarono il suolo lunare il 20 luglio 1969.
La storia dell’aeronautica italiana a Guidonia
Ma se il centro spaziale della Nasa ha fatto la storia dei cieli, anche a Guidonia si studiava aeronautica nella prima metà del secolo scorso e molto c’è da raccontare. A partire dal nome che la cittadina deve ad Alessandro Guidoni, generale del Genio Aeronautico. L’aeroporto Alfredo Barbieri non era solo campo di addestramento militare ma anche sede della Direzione Sperimentale dell’Aviazione, dove ingegneri e tecnici si confrontavano tra gallerie del vento, studi di idrodinamica nella vasca navale e di ultrasonica. Insomma, un centro d’eccellenza per la ricerca che raggiunse un posto di rilievo nel settore a livello mondiale. Fino al 1944, quando le bombe tedesche ne distrussero una parte.
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Qualche scienziato da Guidonia si trasferì poi negli Stati Uniti, come il padre del volo supersonico Antonio Ferri, che diventò direttore della ricerca proprio alla Nasa. Storia affascinante, forse la maggiore testimonianza dell’eccellenza della scienza e della tecnica in Italia nel XX secolo, riconosciuta a livello internazionale. Italia Nostra, forte di una legge che tutela i beni di interesse per la storia della scienza e della tecnica, si adopera da anni per il recupero e la valorizzazione del centro, ma finora senza successo. Magari per ricevere i tanti ospiti americani nel 2023.
Il restyling del Marco Simone Golf & Country Club in vista della Ryder Cup
È appena stato valorizzato al meglio, invece, il tracciato del Marco Simone Golf & Country Club, che dall’aeroporto Barbieri dista 15 minuti. Appena riaperto al gioco in una nuova veste dopo un restyling completo, rivela le sue doti: bello, difficile, intrigante e spettacolare come la Ryder Cup vuole, con i suoi trecentomila spettatori nella settimana, cinquantamila in campo ogni giorno. Ma la grande sfida raggiunge anche 600 milioni di case in tutto il mondo, con una copertura mediatica superata soltanto dai Giochi Olimpici e dai mondiali di calcio.
Tutti la volevano, l’Italia se l’è aggiudicata con un mix di elementi che la renderanno speciale agli occhi del mondo: il match si consumerà nella campagna laziale ricca di storia e sapori genuini, a pochi chilometri dalla Citta Eterna, con un castello dell’anno Mille a bordo campo e scorci sul cupolone di San Pietro. Intanto il nuovo tracciato è pronto e, in attesa dei campioni, chi vuole giocarlo deve portare con sé dozzine di palline.
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Le buche si arrampicano su terreni vallonati e si perdono tra le festuche, lasciate crescere ad altezza uomo come punizione estrema per i colpi più imprecisi; ondeggiano al vento, dorate, in contrasto col verde acceso dei fairway. Uno spettacolo. Pochi gli alberi, maestosi pini marittimi o querce secolari, e un continuo saliscendi dove il gioco fatica ad adattarsi. Ma alla fine saranno green e avangreen complicati a fare la differenza (premiando buone mani, feeling e precisione), tirati a lucido per l’occasione dal team di Lara Arias, la giovane superintendent spagnola del Marco Simone a cui è affidata la cura di questo prezioso verde. «Abbiamo iniziato a non bagnare più le erbe native proprio per renderle bionde e creare un bellissimo contrasto», dice.
L’Open d’Italia a settembre
A breve le prove generali: sulla strada verso la Ryder Cup infatti, il Marco Simone ha dato appuntamento ai campioni per tre edizioni dell’Open d’Italia, torneo dello European Tour, ovvero il massimo circuito continentale. Il primo andrà in scena il prossimo settembre (2-5) con 3 milioni di montepremi e ingresso gratuito per il pubblico, poi tornerà nel 2022 e l’anno dopo ancora.
Il Lazio avrà così firmato nove edizioni nella storia della gara. Del resto «lo sport può essere uno dei pilastri della rinascita e sono certo che appuntamenti come questi cambieranno in meglio il volto del Paese; quello della Regione Lazio è stato un atto di fiducia fin dall’inizio di questo percorso verso la Ryder Cup», parole del presidente Nicola Zingaretti durante la presentazione del torneo nel Salone d’Onore del Coni.
Cosa vedere e fare nei dintorni di Guidonia
In campo e fuori lo spettacolo è assicurato. Come quello della festa che cade puntuale ogni anno l’ultima domenica di settembre a Montecelio (frazione di Guidonia) e che precederà dunque di pochi giorni il grande match. Finito il lavoro nei campi e prima della vendemmia, San Michele Arcangelo viene festeggiato con un ricco programma di quattro giorni dove la tradizione è protagonista nel piccolo borgo medievale diviso su due colli, La Rocca e Monte Albano. Momento centrale la sfilata delle Vunnelle (gli antichi costumi femminili dei giorni di festa) e dei Butteri (i pastori a cavallo) ma, su e giù per vicoli e scalinate (la più bella quella dedicata a Servio Tullio), gli angoli più remoti del centro storico si fanno scoprire grazie agli stornellatori, tra canti, poesie dialettali e assaggi di sapori locali. Un patrimonio culturale che vuole essere sempre più recuperato.
Chiudendo un occhio sulle brutture che si osservano percorrendo la Tiburtina, che dal dopo guerra ha vissuto un’urbanizzazione selvaggia, tutta l’area intorno al Marco Simone, nella parte Nord orientale di Roma, è un trionfo di campagna, con dolci rilievi dove sono protagonisti ulivi, frumento, granturco, orzo e girasoli, dove lunghe file di pini marittimi fanno ombra alla strada, che qualche volta si fa stretta. Come nella Riserva Naturale della Marcigliana (con vista sui Monti Sabini), in quella più rocciosa di Monte Catillo o nella più intricata Macchia della Grattachecca.
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È uno spettacolo di natura ma, un po’ ovunque, anche quello della storia e dell’arte, da cercare nel Parco Regionale Archeologico dell’Inviolata tra rovine di mausolei, tombe e strade di epoca romana. Ogni borgo ha la sua storia da raccontare. Da Monterotondo, che domina la valle del Tevere, a Tivoli per perdersi nei suoi vicoli, ma soprattutto nei giardini rinascimentali capolavoro di Villa d’Este e dei suoi incredibili giochi d’acqua; o negli oltre cento ettari di Villa Adriana, voluta dall’imperatore nel secondo secolo dopo Cristo. Entrambe Patrimonio dell’Umanità (info: levillae.com).
Dove mangiare nei dintorni di Guidonia
Due gli indirizzi per la buona tavola. A cinque chilometri dal golf, la trattoria Da Luigino propone la più casereccia e autentica cucina romana, quindi rigatoni con la pajata, trippa, coratella, coda alla vaccinara, pasta e ceci, brace e forno a legna. A Tivoli, invece, quello del Ristorante Sibilla è un tavolo storico (dal 1720) e affacciato sulla storia, che hanno prenotato Gabriele D’Annunzio, Pietro Mascagni, l’imperatore del Giappone Hiroito, Yoko Ono e mille altri nomi noti; perché qui i sapori del territorio sono serviti in un giardino affacciato sull’Acropoli Tiburtina, con vista su Villa Gregoriana, ai piedi di due templi romani, sotto un glicine secolare.
Con questo e molto altro la regione Lazio accoglierà i suoi ospiti, in gran parte americani, quando sarà tempo di Ryder Cup. Per il territorio si attende un forte impatto economico, stimato intorno ai 150 milioni di euro, e una legacy per gli anni a venire che vedrà la regione definitivamente posizionata sulla mappa del golf (quello del turismo golfistico è un mercato che vale 15 miliardi di euro l’anno).
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