Nizza Monferrato e dintorni: alla scoperta del Nizza DOCG, tra vigneti e patrimoni Unesco

“La vita è troppo breve per bere vini mediocri” diceva Johann Wolfgang von Goethe. Lo sanno bene in Piemonte, nel Monferrato, terra di eccellenza nella produzione vitivinicola. È in queste colline, infatti, che nascono grandi uve DOC e DOCG come la Barbera, il Dolcetto, il Moscato, il Brachetto, il Cortese, la Freisa, il Grignolino.

Nizza DOCG, patrimonio vinicolo del Monferrato

Ed è proprio dalla Barbera, vitigno principale del territorio, che i produttori dell’Associazione Produttori del Nizza ottengono un vino di eccellenza, denominato Nizza DOCG sul mercato dal 1° luglio 2016. Un percorso intrapreso da più di venti anni dai produttori appartenenti all’Associazione che hanno saputo creare, con le altre realtà produttive dell’area, una collaborazione dinamica e virtuosa denominata “Sistema Nizza”, al centro del quale si trovano i tre elementi principali:  le vigne del Nizza, il vignaiolo e le colline. L’agricoltura diventa, quindi, il motore economico propulsivo del turismo, dell’arte, della gastronomia, delle attività artigianali e dei prodotti tipici locali.

Il Nizza DOCG, promosso dall’Associazione Produttori del Nizza e di cui si è arrivati a produrre 619.632 bottiglie nel 2020, è un vino dal disciplinare ben preciso. E’ ottenuto da 100 per cento uve Barbera e ha un invecchiamento minimo di 18 mesi. Le sue peculiarità? Il colore rosso rubino con riflessi violacei intensi, il profumo composto da sentori fruttati, speziati e a volte balsamici e il sapore un’esplosione di frutta rossa, sapidità e freschezza.

I vigneti interessati si estendono in una microarea di 18 comuni: Nizza Monferrato, il più grande, insieme ad Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra, Vinchio.

Nizza DOCG: il valore del territorio

E dietro alla qualità del Nizza DOCG c’è proprio il territorio. Un’area collinare che oscilla tra 150 e 350 metri sul livello del mare, con vallate ampie e mai troppo profonde. Nel 2018 l’Associazione Produttori del Nizza, nata 19 anni fa per promuovere l’eccellenza della denominazione NIZZA, ha creato, in collaborazione con Enogea, una mappa segnalando i vigneti coinvolti e le relative zone di produzione, senza dimenticare di raccontare perché l’area attorno a Nizza Monferrato sia piacevole da visitare anche per chi non è appassionato di vini.

 

Cosa vedere nella terra di produzione del Nizza DOCG

In cima alla lista dei luoghi da scoprire, naturalmente, c’è Nizza Monferrato con le sue prelibatezze, dal Cardo Gobbo al fassone di razza bovina Piemontese IGP, e il suo centro storico: il Palazzo Comunale del XIV-XV secolo, l’antica torre campanaria del Municipio – el Campanòn, balcone panoramico affacciato sulle colline circostanti -, il Palazzo De Benedetti, l’Ospedale Santo Spirito con l’omonima chiesa, restaurata nel 1877. E ancora: Piazza Garibaldi – al suo interno ogni mese si tiene, salvo limitazioni, il Mercatino dell’Antiquariato, tra i più importanti della regione – il Foro Boario e Palazzo Crova.

Non mancano gli spunti offerti dagli altri Comuni. C’è Castel Boglione, con i suoi vigneti da perlustrare attraverso gli eco-giri in bicicletta. E Agliano Terme, con la Chiesa di San Giacomo e le sue fonti d’acqua “miracolosa”. Per i palati gourmand  c’è Mombaruzzo, terra di produzione dell’omonimo Amaretto e del Tartufo Bianco Tuber Magnatum Pico.

Uno scorcio di Nizza Monferrato (foto: Joe Gamberini)

Mombercelli è famosa per il Museo Civico d’Arte Moderna (MUSarMO) e per il progetto delle Bottiglie Giganti mentre Castelnuovo Belbo per il Museo civico “Francesco Cirio” e la Chiesetta di San Biagio. Da non perdere anche Belveglio con l’omonimo castello, i sentieri naturalistici nei dintorni di Calamandrana e il Parco Orme su la Court di Castelnuovo Calcea con le sue celebri sculture tra i vigneti (una su tutte, la panchina gigante). Si aggiungono alla lista, San Marzano Oliveto con la sua “mela gialla”, il Giardino Pensile di Vaglio Serra e Rocchetta Palafea con il Monte Dagno, con i suoi 504 metri il punto più alto del territorio di Nizza. Tutto attorno, quei vigneti così unici da essere stati dichiarati dall’Unesco, nel 2014, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Per info: ilnizza.net

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