A causa delle forti nevicate delle settimane scorse, resta elevato in tutto l’arco alpino il pericolo valanghe. Sebbene in questo inverno anomalo gli impianti di risalita rimangano chiusi a causa del coronavirus, la voglia di salire sulle montagne o sui pendii innevati, a piedi o con gli sci, resta grande. Il rischio di essere travolti da metri di neve, tuttavia, è dietro l’angolo.
La fatalità certo gioca molto, in ambienti come questo. Ma per ridurre più possibile i rischi, il consiglio principale rimane sempre quello di pianificare l’itinerario sulla base delle proprie capacità e consultare il bollettino valanghe, affidarsi a guide ed esperti, evitare in ogni caso l’improvvisazione, anche se si parte per una gita apparentemente semplice. Pala, sonda, artva (e se possibile zaino con l’airbag) sono, poi, strumenti indispensabili per chi va ad avventurarsi fuori pista.
Valanghe: gli incidenti mortali di questi giorni
Ciò nonostante, le cronache italiane di questi giorni raccontano di una serie di tragedie, dal monte Velino, in Abruzzo alla Val Senales, in Alto Adige fino alla Val Camonica (Lombardia), nelle quali anche persone esperte sono rimaste uccise sotto le slavine.
Un aiuto per individuare in tempi rapidissimi la persona da soccorrere può anche arrivare dai droni. Come è stato sperimentato con successo nella stazione sciistica di Val Thorens, nelle Alpi francesi. Qui è stato lanciato un sistema di mini-quadricotteri radiocomandati di ultima generazione (dell’azienda DJI), attrezzati con una telecamera termica per la ricerca di persone rimaste travolte da valanghe.
Val Thorens: salvare persone con droni
Non solo è possibile localizzare da remoto le vittime che potrebbero essere rimaste intrappolate sotto la neve e velocizzare così le procedure: si riducono anche i rischi per gli stessi soccorritori. La tempestività dei soccorsi in questi casi è infatti fondamentale per riuscire a salvare chi si trova travolto dalla massa nevosa. I droni sono anche dotati di altoparlanti per parlare direttamente alle persone da salvare.
VIDEO: il soccorso con i droni di un uomo finito sotto una slavina in Val Thorens
Gli altri impieghi dei droni in Val Thorens: monitoraggio pendii e cannoni anti valanghe
Inoltre, vengono impiegati per monitorare il sistema di esploditori di gas “Gazex”: le esplosioni di gas provocano distacchi controllati di piccole quantità di neve, che evitano il formarsi di valanghe di grandi dimensioni.
I quadricotteri vengono poi usati per monitorare il vasto comprensorio, le montagne e i crepacci, il manto nevoso, possibili smottamenti del terreno e per controllare da vicino gli impianti di risalita.
Il drone è dotato di due fotocamere digitali, una fotocamera termica per identificare le fonti di calore sotto la neve e una seconda che ha uno zoom molto potente per esaminare a distanza qualsiasi parte della zona interessata dall’osservazione.
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Val Thorens, la stazione sciistica che punta sulla tecnologia
Val Thorens, situata ad un’altitudine di 2.300 metri, è la più alta stazione sciistica in Europa. Raccolta ai piedi dell’Aiguille de Péclet, una montagna che raggiunge i 3.600 metri, è situata in mezzo ad un vasto anfiteatro naturale dominato da sei ghiacciai.
Fa parte del comprensorio di Les Trois Vallées, tra i più grandi del mondo con più 600 chilometri di piste. “Abbiamo investito circa un milione di euro nella tecnologia digitale negli ultimi cinque anni per ridurre il numero di incidenti nel comprensorio. È davvero uno dei nostri punti forti”, ha detto a TF1 Benjamin Blanc, direttore delle piste.
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