Dove mangiare in Slovenia, tra chef stellati e agriturismi

Le terre di confine sono una storia fatta di tante storie. Culture, parole, paesaggi che si intrecciano, ora familiari, ora esotici. Accade arrivando in Slovenia dall’Italia. Tra i boschi delle Alpi Carniche e del Tarvisiano, a due ore e mezzo da Venezia, dove il profumo del mare inizia appena a sparire. Una zona fuori dai soliti percorsi che riapre al turismo all’insegna del buono, dell’ingresso della “nazione emergente dell’enogastronomia” agli ultimi Food and Travel Awards. Nel nome dei vini naturali, dei prodotti d’eccellenza. E dei superchef.
Dove mangiare in Slovenia, dunque?

La prima Guida Michelin della Slovenia: gli chef stellati

Non c’era, fino a questo 2020, una Guida Michelin slovena. Una novità che vale da sola il viaggio, cercando tavole dove la sperimentazione resta ancorata al territorio e la tradizione è a prezzi inconcepibili rispetto ai master chef nostrani. Sei i premiati: cinque con una stella, uno con due. È Hiša Franko, casa di Ana Ros, dove finisce nel piatto tutto il carattere della regione di Posocˇje, proprio al confine italo-sloveno. Si è a un passo da Kobarid, Caporetto, dove, fino a pochi anni fa, si sconfinava solo per il casinò. Hiša Franko non è solo un ristorante, però: vi è possibilità di pernottare nella struttura, grazie a dieci camere matrimoniali arredate con grande cura dei particolari (info: hisafranko.com. Prezzo medio: menu degustazione, 175 euro a persona; doppia b&b da 150 euro al giorno).

La chef Ana Ros nelle cucine dell’Hiša Franko (ph: I feel Slovenia).

Qui il gusto composito di quest’area si avverte ovunque, dal burro con cera d’api sul pane al fieno che accoglie i clienti a tavola. “La cucina della Valle d’Isonzo ha ricette, materie prime, tradizioni rurali che non conoscono frontiere”, spiega Ana Ros. Ecco spezie levantine e insaccati balcanici, raffinatezze asburgiche e zuppe ora di bosco ora di mare, pescando tra oltre 20 cucine regionali ed echi italiani, croati, austriaci.

Dove mangiare in Slovenia: ristoranti e agriturismi

E questo sulle tavole nobili come nelle cantine del vino sloveno, anch’esso seguito e premiato; nei rifugi dove si tramanda la cucina di montagna; nelle taverne, a partire da Hiša Polonka, birreria con cucina della stessa famiglia Ros, dove si assaggia il frico, tipica torta di formaggio. A un passo dallo stellato, è l’osteria gestita dal marito di Ana, Valter. Ottima cucina locale, dal gulasch di cervo al frico, birre e salumi artigianali. (info: facebook.com/hisapolonka. Prezzo medio: 20 euro).

I campi intorno a Hisa Franko (ph: I feel Slovenia)

La nuova guida dell’Alpe Adria Trail, itinerario turistico-escursionistico tra la Carinzia austriaca, la Slovenia e il Friuli (si trova negli info point di PromoTurismoFVG), raccoglie quasi 200 indirizzi di ristoranti e produttori. In quota, ancora in Italia per pochi passi, lo storico rifugio Celso Gilberti, sulla Sella Nevea (a 1.850 metri, si raggiunge facilmente anche in funivia), punta sul locale in formula gourmet in idee come gli gnocchetti di ricotta di malga in brodo d’erba (info:  0433.54.015. Prezzo medio: 30 euro; posti letto con trattamento di mezza pensione, 50 euro).

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Poco lontano da Tarvisio, ma già in terra slovena, c’è il gulasch di cervo di Gostilna Jožica. Il ristorante alterna piatti d’autore a una proposta più semplice, pizza compresa. Raccomandati i “piatti della nonna” della tradizione slovena (info: gostilna-jozica.si. Prezzo medio: 25 euro).

Arnie e olivi nel Collio sloveno, a nord di Gorizia, appena oltre il confine (ph: I feel Slovenia).

Si sconfina, quasi senza accorgersene, anche in Austria, per lo speck del Biedermeier Schlöss Lerchenhof, castello-prosciuttificio dove, come spesso capita da queste parti,  si può anche dormire. È un agriturismo tra i fiori. Il loro Gailtaler Speck è prodotto con carne di suini di razza Large White allevati nell’azienda. Calde, tradizionali e con vista le camere (info: lerchenhof.at. Prezzi: doppia b&b da 150 a 200 euro).

Poco oltre le malghe slovene conservano i segreti di formaggi come il Tolminc, appena piccante, o il Mohant, stagionato a pasta molle. Si trovano all’agriturismo Jelincˇic, nella zona di Bovec e vicino all’Isonzo, che alleva pecore autoctone e fa anche ricotte e quark, formaggio fresco tipico del Centro Europa. Questa fattoria è anche campeggio, si può mangiare qualcosa o semplicemente rilassarsi sulle sdraio all’aperto. Info: kmetijajelincic.si

A pochi minuti in linea d’aria da Trieste, Lokev è il più antico prosciuttificio del Carso sloveno. Tappa d’obbligo per fare shopping gourmand con insaccati e altre specialità carsiche a base di carne realizzate con i metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione (info: 00386.5.73.18.120)

Una sala di stagionatura del prosciuttificio Lokev

Tre diverse regioni vinicole lavorano intanto su nettari naturali e perle come la vite Žametovka, tra le più antiche in zona, da cui si ottengono pochi chili di uva l’anno, o lo Cvicˇek, vino igp a bassa gradazione prodotto solo in Bassa Carniola. Da cercare nelle cantine di produttori che sono vere glorie locali come Movia (info: movia.si), a Dobrovo v Brdih, o da pionieri come Radikon (info: radikon.it), eroe del vino naturale goriziano. Sempre danzando tra più culture, lingue diverse. Ed è bello così.

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