Covid, parla la hostess di easyJet: «Così è cambiato il nostro modo di volare»

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Check in digitale per evitare contatti, obbligo di passare sotto i termoscanner, mascherina (che a bordo va cambiata ogni 4 ore), quarantena e tampone nel caso in cui si provenga da Paesi ad alto rischio: sono le principali nuove regole che i passeggeri devono rispettare durante i viaggi aerei in epoca Covid. Ma esitono anche le procedure per gli equipaggi che comprendono, per esempio, l’obbligo per hostess e steward di verificare che tutti rispettino le prescrizioni anticontagio. Così anche per loro cambia il modo di viaggiare. Ne abbiamo parlato con Erika Calendi, Cabin Manager di easyJet.

Cosa è cambiato per voi in volo da quando c’è il Covid?
«Anzitutto indossiamo mascherine con filtro e i guanti o, in alternativa, la compagnia ci dà il necessario per igienizzare le mani. Sono cambiate alcune procedure: per esempio il briefing mattutino che prima facevamo in ufficio ora lo facciamo a bordo con i soli membri dell’equipaggio, durante l’imbarco non accompagniamo più i passeggeri al loro posto ma stiamo alle porte, prima di ogni volo dobbiamo compilare una check list per verificare che ogni angolo dell’areo – sanificato ogni notte – sia stato pulito a fondo. In aggiunta dotiamo i passeggeri di salviettine con cui, se vogliono, possono ulteriormente ripassare tavolini o sedili».

Fate regolarmente test sierologici e tamponi?
«Non è previsto: il regolamento europeo non obbliga gli equipaggi a sottoporsi a test (EASA, European Aviation Safety Agency, non li prevede: i sistemi di filtraggio dell’aria HEPA sono gli stessi usati negli ospedale e rimuovono il 99,9 % delle particelle più piccole, compresi virus e batteri, ndr). I tamponi sono necessari solo in casi specifici: se un membro dell’equipaggio ha sintomi riconducibili a Covid o un contatto ravvicinato con un positivo».

Cosa fate per far rispettare le regole anti contagio?
«Verifichiamo che tutti abbiano la mascherina, sia quando entrano in aereo che durante il volo, passando nei corridoio e facendo annunci frequenti per ricordare ai passeggeri di indossarla. Poi controlliamo costantemente che non si creino assembramenti».

Riuscite a controllate che i passeggeri la indossino per tutto il volo?
«Sì, passiamo spesso nei corridoi: controllare che vada tutto bene rientra da sempre nei nostri compiti».

Ci sono persone che entrano in aereo senza mascherina? 
«Capita che qualcuno provi a entrare senza mascherina o con la mascherina abbassata, magari senza pensarci. Il nostro compito ora è anche ricordargli di indossarla, e di farlo correttamente».

Avete mai dovuto litigare per farla indossare o chiamare le forze dell’ordine?
«Personalmente no, ma so che ad altri è capitato di litigare per la mascherina. Comunque siamo abituati: sono frequenti, per esempio, le liti per le cinture di sicurezza perché ci sono alcuni passeggeri – spesso quelli che viaggiano con bambini piccoli – che non vogliono indossarle. Il rispetto delle regole però è imprescindibile: se un passeggero non vuole seguirle glielo facciamo presente e, se insiste, in extrema ratio si chiamano le forze dell’ordine. Per le mascherine, però, non è capitato».

Ci sono passeggeri che vengono a riferirvi di altri che non rispettano le regole?
«Si, succede spesso: fare gli spioni in aereo, d’altronde, è da sempre un must. I passeggeri lo fanno di frequente con chi tiene il telefono acceso. Ora in molti arrivano e ti dicono “il mio vicino ha tolto la mascherina” e lì devi tirare fuori tutta la diplomazia».

Come vi assicurate che non si creino assembramenti?
«Facciamo entrare i passeggeri scaglionati dalle due scale, vigiliamo affinché non stiano troppo in piedi e non si creino file davanti al bagno durante il volo. Infine li facciamo sbarcare fila per fila: ci si può alzare dal proprio posto solo quando chi è seduto davanti ha preso il bagaglio ed è sceso. In questo senso il Covid ha portato migliorie: eravamo abituati alla ressa con passeggeri – specie in Italia – subito in piedi al momento dell’atterraggio pronti per scendere, ma ora si procede in modo ordinato con passeggeri generalmente molto collaborativi. Speriamo che questo ordine resti sempre così».

Vi è capitato di dover dividere passeggeri litigiosi per via del mancato rispetto delle norme?
«No, ma capita che i passeggeri vogliano spostarsi per stare distanziati. Dato che i voli – specie quelli internazionali  – non sono più pieni come un tempo, c’è anche possibilità di farlo. Però, a differenza di prima, un passeggero deve avvisarci se vuole cambiare posto: per questioni di tracciamento noi ora dobbiamo sapere esattamente il posto in cui è seduto».

Cosa succede se in volo c’è un passeggero con sintomi del Covid?
«È difficile che succeda, anche perché prima di salire a bordo i passeggeri devono passare sotto i termoscanner e ora anche fare dei test. La procedura, comunque, prevede questo: lo si isola, spostando gli altri passeggeri il più lontano possibile e lasciando con lui solo la persona (o le persone) con cui è partito. Intanto noi dell’equipaggio, oltre alla mascherina, indossiamo occhiali e grembiuli e il comandante avvisa le autorità aeroportuali che, una volta a terra, fanno tutte le verifiche del caso».

In questo momento vi sentite meno sicuri di volare?
«Personalmente no, perché seguo tutte le regole di igiene e distanziamento facendo il mio lavoro come prima. E poi vedo che anche la gente ha acquistato fiducia e viaggia con tutte le precauzioni: bisogna conviverci con questo virus».

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