Viaggi e blog, ma anche viaggi e social media. Ci sono tantissimi account che si occupano del tema travel. Come distinguersi?
Quello dei viaggi è un argomento molto in voga. La verità consiste nel fatto che le persone amano sognare e vedere luoghi che probabilmente non vedranno mai o che aspirano a visitare. Per questo ci sono tanti, tantissimi account, blog, profili a tema viaggio. Come sceglierli? Siamo sommersi da contenuti digitali, per questo occorre sempre di più parlare alla propria nicchia. Scegliere un target vuol dire soddisfare le curiosità di una parte di utenti, è impossibile parlare a tutti allo stesso modo. Emergere vuol dire studiare, aggiornarsi, stare al passo con i tempi e anticipare i gusti dell’utenza. Ogni esigenza poi deve essere misurata in base alla piattaforma di riferimento. È per esempio impensabile adottare la stessa strategia su Facebook o su Instagram: a ognuno il suo.
Il rapporto con le destinazioni turistiche: come le scegliamo? Raccontare luoghi nascosti e meno di tendenza può essere la scelta giusta?
Viviamo un periodo storico molto particolare in cui sono stati completamente ribaltati canoni ed è stata cancellata qualsiasi certezza. Se prima la pianificazione della scelta della destinazione turistica era alla base di qualsiasi presupposto, ora si punta su quello che viene definito turismo di prossimità. Non sapendo cosa ci aspetta, siamo propensi a scegliere una meta vicina, secondo noi sicura e che ci permetta di rientrare in qualsiasi momento nel nostro “nido”. Non a caso quest’estate, banalmente, gli italiani hanno riscoperto l’Italia. E gli stessi italiani, sembra assurdo dirlo, se ne stanno innamorando. Così, il nostro Paese custodisce una serie di inestimabili tesori spesso non conosciuti; a dimostrazione di ciò, io stessa ho investito in un progetto che mira a far conoscere i comuni più piccoli, poco esplorati. Se è vero come è vero che c’è un ritorno al passato, all’autenticità, i piccoli circuiti ora sono al centro dell’attenzione di molti. Piccoli non vuol dire però di poca importanza, anzi. Il Salento, terra in cui vivo, ne è la dimostrazione: le città più note vivono la stessa popolarità dei piccoli borghi che custodiscono tradizioni e culture popolari. In tutto ciò, quello che conta è l’esperienza stessa: un racconto è affascinante se crea empatia e se è originale. Facciamo un esempio: tra un racconto di viaggio a Roma o uno della Grecìa Salentina, quale scegliereste? Probabilmente quello che è più particolare, quello in cui non vorreste leggere del Colosseo che magari avete già visitato.
Ci sono dei canali social più adatti di altri a raccontare il viaggio? E piattaforme per aprire il proprio blog?
Certo, dipende sostanzialmente da quello che è il proprio obiettivo. Prima il mezzo prediletto per raccontare i viaggi erano i blog, ora i social hanno preso il loro posto. Con questo non voglio dire che non vi siano più blog, anzi. È solo cambiato il contesto e ci sono più possibilità di comunicare il proprio viaggio. Tuttavia ancora adesso si sente il bisogno di andare a ricercare notizie più approfondite direttamente su di un blog specializzato, per esempio. In questo caso ci si affida di più alla persona che racconta, al suo livello di affidabilità e credibilità. I social servono principalmente per sponsorizzare, se così si può dire, una determinata meta o per far mostrare “live” quello che si sta vivendo, il blog rimane il punto fermo per la ricerca di notizie. Per quanto riguarda i social, Instagram è al momento il principale social per il settore travel. Si comunica per immagini perché sono quelle che hanno un grandissimo potenziale e che invogliano a visitare una determinata meta. Lo stesso vale per i contenuti video che mostrano in pochi secondi le bellezze di un territorio. Quella che è necessaria è una strategia multicanale. Ogni piattaforma porta pubblico. Diverso, chiaramente.
Blog e social media possono aiutarci a raccontare gli aspetti più profondi di un viaggio?
Assolutamente sì. Gira una grafica divertente degli italiani in vacanza secondo Instagram dove si vedono solo Puglia, Sicilia, Sardegna. Questo vuol dire che il messaggio delle ferie, delle vacanze, passa attraverso un social, in questo caso Instagram. È difficile capire come si evolverà il contesto tra 5 anni, basti pensare al successo strepitoso che TikTok ha avuto in poco tempo. La pandemia ha ampliato la dimensione dei social, i contenuti pubblicati sono stati tantissimi e quelli che sono emersi sono stati quelli qualitativamente migliori. Parlare di viaggi vuol dire informare, crescere, educare. Ne abbiamo tanto bisogno, quindi sì. Ben vengano i social con contenuti a tema viaggio.
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